Trails in the Sky SC ~ Legami indissolubili

Trails in the Sky SC ~ Legami indissolubili

The Legend of Heroes: Trails in the Sky SC

Piattaforma: PlayStation Newtork (PSP/PSVita) 
Software House: 
Nihon Falcom
Publisher: XSEED Games
Lingua: Inglese (testi)
Release: 10 novembre 2015
Note: Disponibile anche su Steam (29 ottobre 2015)

 

Nota: Trails in the Sky SC (Second Chapter) è il seguito diretto del primo capitolo della serie: perciò, se dovete ancora avvicinarvi a Trails in the Sky, vi consiglio di cominciare da qui. Se non sapete proprio come orientarvi nella serie The Legend of Heroes/Trails, allora è questo il link che fa per voi.

I fatti del primo Trails in the Sky saranno menzionati, mentre non ci saranno ovviamente spoiler per quel che concerne Trails in the Sky SC.


Prima di cominciare con il racconto vero e proprio della mia esperienza di gioco, sento l’esigenza di fare una breve premessa. La prima versione di questo diario risale all’inizio del 2016: The Legend of Heroes: Trails in the Sky SC, dopo anni di travagliata localizzazione, era arrivato finalmente sul mercato occidentale qualche mese prima, ed io ero reduce da un’incredibile ottovolante emotivo durato più di novanta ore. Fissavo lo schermo con la consapevolezza che non sarei mai riuscita a trovare le parole giuste per raccontare questo gioco: come riuscire a rendere giustizia a un’opera capace di coinvolgermi ed emozionarmi più di qualsiasi altra prima d’allora?

Finito il primo Trails in the Sky, in me era scattata l’urgenza di tesserne le lodi a destra e sinistra: com’era possibile che così poche persone lo conoscessero? Non era forse un titolo che meritava di essere giocato da ogni appassionato di JRPG? E così, a poco a poco, nel mio piccolo avevo sparso il verbo. Con Trails in the Sky SC, però, la faccenda era diversa. Non c’era alcuna necessità di persuadere: non conosco nessuno, infatti, che, arrivato al finale mozzafiato del primo capitolo, non voglia sapere come prosegue la storia di Estelle e Joshua nel secondo. In altre parole, una volta portato a termine Trails in the Sky FC, il desiderio di giocarne il seguito nasce da sé.

Pur essendo venuti meno i presupposti che mi avevano spinta a parlare del primo Trails in the Sky con così tanta energia, avvertivo comunque la necessità di scrivere anche del secondo capitolo, e non solo per amor di completezza. Avevo e ho tuttora un debito enorme nei confronti di Trails in the Sky SC: questo gioco mi ha dato così tanto che sento l’obbligo morale di fare qualcosa per ripagarlo. E quindi, eccoci qui.

Quella che segue non è in alcun modo una recensione: i nostri articoli hanno sempre carattere personale — non per niente si chiamano “diari” — ma in questo caso la mia è una vera e propria lettera d’amore: la mia lettera d’amore al gioco che ha scalato la classifica dei miei titoli preferiti di sempre.

Where the Bonds are

Ogni tanto penso alla faccia che, nel lontano 2005, devono aver fatto i giocatori giapponesi scoprendo che quel Trails in the Sky su cui avevano speso una quarantina abbondante di ore era in realtà solo l’incipit di una storia in due parti, e di una serie ben più ampia. Allora, con il capitolo che ha dato inizio alla popolare sotto-serie Trails all’interno della serie madre The Legend of Heroes, la dicitura FC (First Chapter) non era stata infatti resa nota.

Per l’attuale presidente di Falcom, Toshihiro Kondo, si trattava del primo progetto interamente nelle sue mani. Dopo tre anni di duro lavoro del suo team, i piani alti chiesero a Kondo a che punto fosse lo sviluppo del gioco: rispose che erano arrivati grosso modo al 50%. Gli fu detto che ci stavano mettendo troppo e che il titolo andava rilasciato così com’era. La storia di Trails in the Sky sarebbe stata quindi divisa in due parti: i sequel, però, non hanno vita facile nell’industria videoludica, e di questo Falcom era ben consapevole. Così, Kondo e il suo team escogitarono un finale che avrebbe spinto tutti i giocatori a desiderare ardentemente il seguito, quel Trails in the Sky SC che richiese a sua volta altri tre anni per essere completato.

È indubbio che siano riusciti nel loro intento: Trails in the Sky FC si conclude con alcune risposte e tantissime domande. Nel climax finale, rimescola tutte le carte messe in tavola fino a quel momento, lasciandoci con un cliffhanger da mascella slogata. Trails in the Sky SC riprende proprio là dove FC si era interrotto, prospettandoci luoghi e volti familiari, ma anche situazioni del tutto nuove.

Bracer alla riscossa

La novità più eclatante, che salta agli occhi sin dall’inizio, è che, dopo aver passato tutto Trails in the Sky FC accompagnando Joshua ed Estelle nel loro viaggio, ora è la sola Estelle a occupare il centro della scena. Joshua se n’è andato, e, intento a perseguire i propri piani in una missione solitaria (o quasi), resta lontano dai riflettori per molto tempo, mentre noi tentiamo di seguire le sue tracce nei panni di Estelle.
La nostra Bracer preferita, ovviamente, non è sola: dopo un prologo speso con la vivace Anelace, questa volta giocabile, ci verrà data la possibilità di scegliere un compagno di viaggio tra i due “mentori” di Estelle, ossia Agate e Scherazard. Che si scelga l’uno o l’altra, il gioco riserva comunque una quantità di dialoghi esclusivi dedicati al partner scelto e al suo rapporto con Estelle e gli altri: entrambe le route meritano proprio per questo motivo, e questo è anche un ottimo incentivo alla rigiocabilità.

Scegliere Agate come partner significa vederlo ancora più adorabilmente tsunderino del solito. 

Come il predecessore, anche Trails in the Sky SC è diviso in capitoli: già a partire dal primo, cominciano ad unirsi ad Estelle i compagni incontrati in FC, e — altra novità — questa volta in modo permanente. Il gruppo si infoltisce quindi rapidamente e vi assicuro che sarà davvero difficile scegliere chi portare con noi, questo anche perché ogni personaggio ha le proprie linee di dialogo a seconda della situazione in cui si trova. Proprio come succedeva negli RPG di una volta, in cui mettere in party questo o quel membro permetteva di scoprire retroscena diversi, anche in Trails in the Sky SC ogni scena varia a seconda dei compagni che abbiamo, e la cosa migliore è che si tratta sempre di battute studiate e coerenti al personaggio, non di mere frasi riempitive. Alcune quest meritano addirittura di essere rigiocate con party member diversi, per potersi godere ogni interazione possibile.

Come si sarà forse già capito, personaggi e sceneggiatura restano due dei pregi più grandi di questo gioco. Trails in the Sky SC ha una mole di dialoghi esorbitante anche per il canone dei JRPG story-driven, e ciò che è davvero significativo è che alla quantità si sposa una qualità eccelsa. Giocare a Trails in the Sky vuol dire dimenticarsi del confine segnato dallo schermo: le battute dei personaggi sono così vive che sembra di trovarsi proprio lì, accanto a loro. Ogni frase riesce a veicolare il tono e l’emozione con cui viene pronunciata, e la cosa incredibile è che il gioco non è neanche doppiato! Il merito di questo non è solo della brillante sceneggiatura, ma anche dell’ottima localizzazione operata da XSEED, capace di dare freschezza e brio ad ogni dialogo.

E chi c’è di più brioso del nostro Olivier?

Un mondo in movimento

La cura di Falcom non si nota solo nella sceneggiatura, ma anche nella costruzione minuziosa di un mondo vastissimo e in continua espansione. Come sappiamo, Trails in the Sky si svolge nel piccolo regno di Liberl, ma il mondo della serie va ben oltre i confini della terra governata dalla regina Alicia: Calvard, Erebonia, Crossbell, Leman… Il continente di Zemuria ospita questi e altri stati, e lo scenario politico e culturale è quanto mai intricato.
Di per sé, il setting di Trails in the Sky non presenta niente di troppo innovativo, ma è proprio l’attenzione maniacale nell’imbastire un teatro così ampio a lasciare il segno.
Zemuria non ha solo una sua geografia, ma anche una sua storia, in cui ogni evento si incastra alla perfezione. Inoltre, proprio il fatto di trovarsi in un mondo non così distante dal nostro, lascia spazio a riflessioni interessanti.
In Trails in the Sky il focus non è tanto sugli elementi eccezionali, comunque presenti, quanto piuttosto su tematiche politiche e sociali, come la guerra, i giochi di potere, il rapporto con il progresso tecnologico. Quella raccontata in Trails è in primo luogo una storia fatta di persone, ognuna con il proprio vissuto alle spalle e i propri obiettivi per il futuro: e questo vale per tutti, dai protagonisti ai personaggi di supporto, dagli avversari ai semplici NPC.
Tutto a Zemuria è in continuo movimento: diversamente da quanto accade in molte altre opere, qui non sono solo protagonisti e antagonisti a muoversi, perché è l’intero mondo ad essere in moto. Ad un primo sguardo, non è facile notarlo, ma in Trails in the Sky SC, Falcom ha gettato le basi di un scenario quanto mai complesso, che avrebbe poi continuato ad evolversi nei successivi giochi della serie. Ripercorrere alcuni dialoghi con il senno di poi fa capire quanta lungimiranza ci fosse da parte degli sviluppatori quando la serie era ancora ai suoi inizi.

Crescere insieme

Che Trails in the Sky fosse un gioco di formazione si evinceva già dal primo capitolo, ma ciò che invece emerge da questo sequel è che a evolvere non sono soltanto i due giovani protagonisti, quanto piuttosto l’intero cast.
Al centro della scena c’è, ovviamente, l’enorme percorso di crescita compiuto da Estelle, che  in Trails in the Sky SC brilla come protagonista indiscussa.
Davanti alle molte difficoltà che si trova ad affrontare, Estelle reagisce sempre con grandissima umanità: nel corso di Trails in the Sky SC la vediamo piangere, arrabbiarsi, avere dubbi e insicurezze, tanto che è impossibile non empatizzare con lei. Estelle vacilla e cade, ma si rialza dopo ogni caduta, più forte di prima, e se c’è una cosa che dimostra in SC, è di sapersela cavare da sola. Proprio a questo fine è particolarmente interessante vederla, finalmente, lontana da Joshua, su cui ha sempre fatto affidamento: all’inizio, questo la lascia disorientata, ma sulla lunga distanza contribuisce a farle conquistare indipendenza, maturità e consapevolezza di sé e del suo legame con Joshua.
Giunti verso la fine del gioco, è impressionante guardarsi alle spalle e realizzare quanto sia grande il percorso compiuto da Estelle, che, da ragazzina impulsiva alle prime armi, cresce fino a diventare un vero punto di riferimento per il prossimo, soprattutto per i compagni su cui ha sempre fatto affidamento.

Con il suo carisma, la sua ostinazione e la sua grandissima umanità, Estelle Bright è una protagonista indimenticabile. A mio avviso, non ha rivali nel panorama videoludico e mi piacerebbe davvero vedere più spesso eroine così a tutto tondo nel mondo dei JRPG.

Come non amare la travolgente simpatia di Estelle?

Joshua, l’altro protagonista, seppur molto più volatile, non è esente da una simile evoluzione, che lo porterà a confrontarsi con sé stesso e con i demoni del proprio passato in modo finalmente onesto; ma di più non vi dico, per non indulgere in spoiler.

Come già accennato, non sono solo i due giovani Bracer ad evolversi: tutti i personaggi crescono in Trails in the Sky SC, persino quelli che sembravano punti di riferimento già fatti finiti, come Scherazard, Zin o Agate, di cui avremo modo di approfondire il background e svelare debolezze inaspettate. Durante i diversi capitoli del gioco, ogni compagno di viaggio di Estelle avrà il proprio spazio e i propri ostacoli da superare: nessuno è lasciato in ombra e, al contrario, sono davvero molte le storie che si intrecciano in Trails in the Sky SC. Penso che ogni giocatore potrà ritrovare un pezzo di sé nelle vicissitudini del cast e nelle tematiche che ne emergono.

In Trails in the Sky SC, inoltre, non mancano le new entry, e tra queste figurano gli Enforcer delle fila di Ouroboros, che incontreremo di capitolo in capitolo. Ebbene, ogni Enforcer, oltre ad avere un grande carisma, ha anche connessioni profonde con personaggi già presentati, andando così ad infittire il reticolo di relazioni già in gioco. E in una rete così intricata, ogni personaggio è in grado di stupirci: non esistono stereotipi, solo individui pieni di umanità. Persino personaggi come Dunan, Morgan o Amalthea si rivelano in grado di crescere, mostrando uno spessore inaspettato, se si pensa all’iniziale antipatia che suscitano.

Dorothy resta uno degli NPC più frizzanti del gioco. 

Con un cast di personaggi così indimenticabile, dove tutti sono connessi, sono i legami ad emergere protagonisti. Perché sì, Trails in the Sky è un gioco che parla prima di tutto dei legami che uniscono le persone, e non a caso uno dei capitolo più significativi si intitola proprio “The Whereabouts of Bond”. Legami d’amore e legami familiari; legami d’amicizia e legami di rivalità; legami con chi ci circonda e legami con chi non c’è più: in Trails in the Sky SC i sentimenti e le emozioni dei personaggi vengono esplorati e sviscerati, mentre essi entrano in contatto, si scontrano, si aiutano, si migliorano a vicenda. E sono davvero moltissimi i momenti che lasciano il segno.
Trails in the Sky SC è, del resto, una giostra emotiva: si ride e si piange come non mai, vivendo sulla propria pelle le storie dei personaggi. E alla fine della corsa, ve l’assicuro, non si è più gli stessi.

Parlando di finale, qualcuno potrebbe chiedersi quanto effettivamente sia risolutivo questo secondo capitolo, sapendo che ne esiste un terzo. Ebbene, non temete: Trails in the Sky SC si conclude in modo perfettamente adatto al suo ruolo di successore di Trails in the Sky FC e apripista di Trails in the Sky the 3rd. La storia di Joshua ed Estelle, iniziata nel primo capitolo, giunge ad una conclusione completa ed esaustiva; allo stesso tempo, si può scorgere all’orizzonte il profilo di nuove avventure. Questo perché in Trails in the Sky SC fa il suo ingresso in scena anche Kevin Graham, prete errante della Chiesa di Septian destinato a prendere le redini del gioco nel terzo capitolo: se siete scettici all’idea di un Trails in the Sky senza Joshua ed Estelle come protagonisti (io lo ero, confesso), vi assicuro che vi basteranno due secondi di screentime di Kevin per cambiare totalmente idea. Con il suo carisma, il suo senso dell’umorismo e, soprattutto, i tanti misteri che lo circondano, Kevin saprà farsi amare e farvi desiderare di avere già The 3rd tra le mani.

I cieli di Liberl

Oltre a Kevin, il nostro party conta altre new entry di spicco, come Mueller, Julia e Josette. Quella di avere a nostra disposizione più personaggi, e di averli con noi costantemente, è una delle principali novità a livello di gameplay rispetto al primo capitolo. In generale, le differenze non sono molte, proprio perché i due giochi vanno considerati come un titolo diviso in due parti, piuttosto che due giochi distinti.
Il combat system viene comunque arricchito da nuovi orbment, nuove arti e nuovi craft, tra cui i nuovissimi chain craft, che permettono a due o più personaggi di attaccare congiuntamente il nemico. Il battle system a turni proposto nel primo capitolo continua a funzionare, e l’esperienza maturata in Trails in the Sky FC fa sì che se ne padroneggino al meglio le meccaniche. Il gioco permette di scegliere diversi livelli di difficoltà: a normale, gli scontri sono piuttosto bilanciati, ma offrono comunque alcune sfide per il giocatore, specie in termini di boss fight.

So che morivate tutti dalla voglia di riavere Mueller tra noi.

Per quel che riguarda l’esplorazione, a parte una breve tappa nello stato indipendente di Leman durante il prologo, ci troveremo ancora una volta a girare per Liberl. Nonostante le città siano le stesse già conosciute in Trails in the Sky FC, in ogni capitolo non mancheranno uno o più dungeon inediti da esplorare, fino ad arrivare allo splendido e vastissimo dungeon finale. Inoltre, questa volta ci troveremo a disporre per gran parte del gioco dell’utilizzo di aeronavi, il che renderà decisamente più comodo spostarsi da una regione all’altra.

Un miglioramento si può notare nella gestione nelle quest, che non scadranno più non appena ci allontaneremo dalla città in cui le accetteremo: attenzione, però, perché, nonostante la chiara distinzione tra quest a breve e a lungo termine, ce ne sono anche di nascoste e facilmente missabili.
Complessivamente, le quest secondarie sono davvero tante, e la cosa più bella è che comprendono quasi tutte storyline secondarie molto interessanti. Grazie alle missioni opzionali potremo conoscere meglio alcuni personaggi secondari, nonché assistere ad ulteriori momenti di approfondimento del nostro party. Le quest, insomma, non sono solo un modo per alzare una longevità già alta, ma un vero arricchimento all’esperienza di gioco, e per questo consiglio vivamente di dedicarsi anche ad esse: non volete perdervi momenti come un’epica giocata a poker di gruppo, con tanto di bluff di Olivier, vero?

E anche la quest alle terme non scherza in quanto a risate!

Il casinò è uno dei nuovi piacevoli extra del gioco, e prevede di per sé diversi minigiochi. Torna poi la possibilità di cucinare piatti e ottenere ricette e diventa finalmente un minigioco fisso la divertentissima pesca, ora disponibile ogni qualvolta ci si trovi nei pressi di qualche specchio d’acqua (fogne incluse, sì). E ovviamente non mancano libri e giornali da collezionare per approfondire la lore di Zemuria con decine di pagine da leggere, a riprova di quanto sia curato il setting della serie.

Da tutto questo si può capire quanto sia consistente la longevità del gioco, che nell’originale release su PSP era infatti diviso su due UMD. Se la trama di Trails in the Sky FC si articolava su quattro capitoli, in SC i capitoli sono addirittura nove, oltre al classico prologo. In totale, almeno ottanta ore di gioco sono garantite — di più, se sceglierete di dedicarvi anche a tutti gli extra che il gioco offre.

Note ed emozioni

Durante tutte queste ore a Liberl, avrete una compagnia d’eccezione: una colonna sonora meravigliosa. Chi conosce Falcom sa che il suo sound team è sinonimo di qualità, e Trails in the Sky SC conferma l’alto standard già visto nel suo predecessore. La soundtrack vanta molte delle tracce di FC, ormai iconiche, come The Whereabouts of Light, capace di commuovere anche solo dalle poche note che si sentono all’avvio del gioco sotto la scritta Falcom, Silver Will, tema di un personaggio quanto mai chiave, e Recapture, che accompagna una delle fasi più intriganti del gioco. Alle splendide musiche già conosciute nel precedente capitolo se ne aggiungono però tantissime inedite.
La colonna sonora di Trails in The Sky SC riesce a trasmettere una gamma incredibile di emozioni: ogni momento viene incorniciato dalla giusta traccia. E così abbiamo la solennità di The Greatest Treasure Released, l’inquietudine di Town Where the Lights Went Out, la struggente tristezza di Hamel, ma anche la speranza di Looking up at the Sky e la dolcezza di Where the Bonds Are. L’adrenalina dello scontro viene raccontata tramite moltissime tracce differenti: ad un nuovo battle theme, Strepitoso Fight, vengono alternate molteplici boss theme, come la penetrante Fight the Assailant, la risoluta Fate of Fairies e Fateful Confrontation, sottofondo di alcuni degli scontri più impegnativi.
Menzione speciale va fatta indubbiamente al main theme, Shine of Eidos, per cui vi incanterete per minuti a fissare lo schermo iniziale, e alle splendide tracce vocali della soundtrack: Silver Will, Golden Wings, l’indimenticabile opening, e I swear, l’ending che ascolterete con il viso rigato di lacrime.

Le emozioni che vi regalerà Trails in the Sky SC saranno davvero tante, e alla fine credo vi sarà impossibile non sentirvi un po’ vuoti, dopo una simile avventura. La buona notizia è che, come abbiamo visto, la parola fine non è definitiva, e ci sono tante altre avventure che aspettano di essere raccontate per tutta Zemuria. L’altra buona notizia è che storie e personaggi come questi vivono per sempre, diventando parte di noi.

Conclusione

Trails in the Sky SC è un titolo che, semplicemente, consiglio a chiunque ami i JRPG o, semplicemente, sia in cerca di un’esperienza emozionante ed indimenticabile. In questo titolo troverete una sceneggiatura eccellente, personaggi carismatici, un world building profondo e un gameplay tradizionale e completo: tutto quello che, insomma, si può desiderare da un bel JRPG.
Spero che si sia capito dalle mie parole quanto questo gioco significhi per me: sono profondamente grata a Falcom per averlo creato, a XSEED per averlo localizzato, e a voi tutti per averlo giocato (ed essere arrivati alla fine di questo lunghissimo diario).
Trails in the Sky SC si è portato via un pezzo del mio cuore. Lasciatevi incantare anche voi dalla sua magia: non ve ne pentirete.

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