Final Fantasy IX ~ Who’ll hear the echoes of stories never told?

Final Fantasy IX ~ Who’ll hear the echoes of stories never told?

Final Fantasy IX

Piattaforma: Playstation 1
Software House: Square Enix
Publisher: Square Enix
Lingua: italiano (testi)
Release: 16 febbraio 2001
Note: Disponibile anche sul PSNetwork (PS3, PSVita e PSP) come classico PSX. Su PS4 è disponibile il remaster, lo stesso della versione Steam le cui novità sono trattate nel diary
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Scrivere un commento completo sul proprio gioco preferito è sempre un’impresa impossibile. Non perché sia difficile oggettivamente parlando, in fondo se è il titolo che più si erge sopra gli altri ci sarà un motivo, ma proprio per il suo essere tale abbiamo paura di non riuscire ad omaggiarlo al massimo delle nostre possibilità. Paura di non riuscire ad esprimere completamente quello che sentiamo nei suoi confronti.

Ad essere sincera non avevo ancora scritto nulla di davvero completo su Final Fantasy IX proprio per questo motivo. Coloro che non hanno mai toccato un gioco potrebbero dire “Sei seria? Tutto questo per una passione inutile?” e credetemi, anzi sicuramente lo saprete già, ma esistono persone del genere. Non voglio dire che queste siano bestie o meno, ma sicuramente non possono capire quanto un hobby del genere faccia la differenza, non possono semplicemente perché non l’hanno mai provato e quindi non hanno idea di ciò che potrebbe esserci dietro tutto questo.

Questa mia opinione ha molteplici scopi. Il primo è rievocare un po’ di emozioni sopite negli animi di chi ha già giocato la nona fantasia finale, il secondo è spalancare le porte di Gaya a coloro che ancora non ci hanno messo piede, il terzo è cercare di far capire a tutte le persone che reputano questa passione una perdita di tempo quanto questo non lo sia. L’ultimo e quarto motivo invece lo scoprirete alla fine di questo post.

Iniziamo prima di tutto dai fattori apparentemente più semplici da spiegare come la trama e il gameplay di gioco, più avanti mi dilungherò in una questione personale (come se non l’avessi già fatto nelle righe precedenti).

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« Virtue. You don’t need a reason to help people. »

Non sempre vivere nel lusso porta ad essere felici, specialmente quando tutta questa ricchezza non è mai stata cercata e voluta. Perché questa premessa?
La fase iniziale di Final Fantasy IX fa presagire tutto questo. Difatti durante i preparativi per la festa del sedicesimo compleanno della Principessa Garnet, figlia della Regina Brahne che domina sul vasto continente di Alexandria, questa è tutt’altro che felice e anzi non vede l’ora di fuggire perché la madre è sempre più sospetta; in quanto futura regnante, la giovane vuole capire il motivo di questo cambiamento e proprio grazie ad un colpo di fortuna, riuscirà a scappare.
Proprio in quel giorno di festa, Brahne organizza una scenetta teatrale e ingaggia la Compagnia Tantarus di Lindblum, un gruppo che altro non si rivela se non una banda di furfanti che mirano al rapimento della Principessa.
Inaspettatamente sarà la stessa Garnet a chiedere al biondo protagonista Gidan, rimasto abbagliato dagli occhi di quella ragazza, di essere sequestrata.
Il piano sembra ormai riuscito, ma il cavalier Steiner si accorge che sta accadendo qualcosa di strano proprio sotto i suoi occhi, mettiamoci pure che il maghetto Vivi guasta la stessa rappresentazione teatrale e otteniamo una confusione di grande impatto sul Regno. L’idea dei Tantarus era quella di scappare a gambe levate e nel silenzio più assoluto, ma tutto si guasta. La Regina Brahne sembra più che mai intenzionata a distruggere lo Scenalante della banda che in qualche modo riesce a fuggire, anche se gravemente danneggiato. Ciò che non è chiaro è perché colpire a colpi di cannone un mezzo su cui si trova la propria figlia, quali oscuri segreti si celano dietro a questo atteggiamento tutt’altro che benevolo nei confronti di Garnet? Inoltre perché i Tantarus volevano rapire la Principessa?

« Hunter Chance »

Final Fantasy IX segna il ritorno dell’Active Time Battle (più conosciuto con l’acronimo di ATB) oltre che quattro personaggi schierati in battaglia piuttosto che tre come lo è stato per FFVII e FFVIII. Salutiamo anche materia e junction, questa volta sta tutto nei pezzi di equipaggiamento; ognuno di questi infatti ha le proprie personali abilità che i personaggi potranno imparare sconfiggendo mostri con conseguente guadagno di AP ovvero ability points, necessari per l’assimilazione di una determinata tecnica offensiva, difensiva o passiva.
Facciamo un esempio: mettiamo caso che Garnet ha equipaggiato l’accessorio cerchietto che le permette di imparare la magia Reiz, ma non ha ancora imparato del tutto l’abilità…Cosa succede in questo caso se le togliamo l’equip in questione?
Garnet non potrà più utilizzare la magia X per questo motivo: non avendo ancora imparato l’abilità, senza l’accessorio equipaggiato non potrà utilizzarla.
Fanno anche il loro ritorno gli Spiriti dell’Invocazione, in questo capitolo più che mai sono fondamentali anche per la trama stessa del gioco.

“Non dirmi che la tua ira ti sta mandando in TRANCE?!”
Un’altra fondamentale componente del battle system sta nelle tecniche speciali, qui chiamate Trance; questa è una particolare trasformazione (anche fisica) limitata agli otto personaggi principali che li rende molto più forti oltre che sbloccare bonus unici per ognuno di loro. Vivi in Trance ad esempio ha un comando chiamato “Magia Nera Bis” che gli consente di utilizzare due volte nello stesso turno una magia.
Questa trasformazione si attiva quando l’apposita barra presente sotto la barra ATB del personaggio si riempie completamente, la stessa si riempie quando si subiscono attacchi dai nemici. La nota dolente però sta nel fatto che la Trance può rivelarsi un’arma a doppio taglio, infatti non appena la barra è completamente piena, essa ci porta al potente mutamento anche se il nostro avversario è ormai morto, quindi molto difficile compiere vere e proprie scelte strategiche.

« How do you prove that you exist…? »

C’era una volta un ladruncolo che ricordava solamente un elemento del suo passato: una fastidiosa luce blu.

C’era una volta una principessa cui ali della libertà erano tarpate.

C’era una volta un guerriero che pensava di aver capito tutto dalla vita.

C’era una volta un timido e tenero bambino che voleva solamente scoprire le sue origini.

C’era una volta una draghiera che disperatamente voleva rivedere il suo amato.

C’era una volta una donna paffuta interessata solamente al cibo.

C’era una volta una bambina di sei anni cresciuta da sola, senza genitori.

C’era una volta un uomo salamandra che aveva ormai perso la voglia di vivere.

Final Fantasy IX può essere vissuto come una fiaba, una fiaba fantasy che è rimasta nei cuori di tante persone, così come i suoi personaggi.

« La vita è così difficile perché per risolvere i problemi si possono fare solo due scelte. Agire o non agire! »
Un ragazzo altruista fino al midollo, donnaiolo incallito, ma soprattutto un amico dal cuore davvero grande è il protagonista di tutto questo. Il suo nome? Gidan.
Per i primi due dischi di gioco, egli funge da supporto emotivo per gli altri , come se volesse tenere all’oscuro il suo passato e le sue paure; la realtà è tutt’altro che questa, il biondo ragazzo con la coda non ricorda nulla della sua infanzia e tanto meno i suoi genitori, tutto è avvolto in una coltre di nebbia come il Continente stesso.
Non parla mai dei suoi dubbi, questo almeno fino a che il gioco stesso non decide che è il momento di parlare. Un personaggio allegro che riesce a strappare sempre un sorriso, ma anche una lacrima nella parte finale del gioco.

« Regina di tutto regina di niente. Regina di un popolo ma anche della mia fragilità. »
Un canarino imprigionato in una gabbia sfarzosa e dorata, ma dalla quale non traspare altro se non il freddo materiale da cui è costituita. Un uccellino che sogna di poter vivere fuori da quel recinto non voluto, Garnet e in seguito Daga, è il suo nome.
Principessa di Alexandria apparentemente fragile agli occhi di tutti, ma sotto questa apparenza si nasconde una ragazza capace di evocare gli Spiriti come il potente re dei draghi Bahamut. La sua poca autostima iniziale l’aiuterà a diventare una persona molto più forte e soprattutto indipendente, qualcuno che possa finalmente smettere di essere protetto e anzi una ragazza in grado di difendere i propri cari, oltre che una regina degna di tale nome.

« Essere o non essere… Una linea tenue come la nebbia che svanisce al mattino »
Un bambino con il cappello da merlino chiamato Vivi è il terzo personaggio di cui voglio parlarvi. Il suo ruolo all’interno del gioco è fondamentale dato che la sua drammatica vicenda si mescola con quella della storia stessa.
“Chi o cosa sono?” è una delle domande più ricorrenti tra i pensieri del gentile bambino, la paura dell’ignoto lo attanaglia fin dall’inizio, una paura primitiva che riuscirà a superare grazie all’aiuto di Gidan. Una storia tragica che confluisce in un angosciante flusso di coscienza e rimarca quanto la vita sia preziosa e per questo non può essere sprecata.

« Una vita di sacrifici e devozione non è forse una vita di schiavitù? »
Una citazione che racchiude l’essenza del Cavalier Steiner, comandante della squadra Plutò di Alexandria e personale guardia del corpo di Garnet.
Un uomo che ha sempre vissuto con gli ideali della cavalleria e che ha sempre creduto alla Regina Brahne in buona fede. Si accorgerà troppo tardi che questo sacrificio appunto è inutile, la sua fedeltà è così tale che rimane accecato e con le fette di prosciutto sugli occhi.
L’affetto che prova nei confronti della principessa è però sincero, infatti giura di proteggerla fino alla fine dei suoi giorni.
Tra le sue tante caratteristiche c’è quella di parlare in latino nei momenti di rabbia, fatto che spesso finisce con il ridicolizzare il povero cavaliere e che proprio per questo è spesso preda di scherzetti da parte di Gidan; nutre inoltre un profondo rispetto nei confronti del piccolo Vivi.

« Essere dimenticati è peggio che morire” »
Immaginate un mondo in cui i vostri cari non si ricordano di voi, come vi sentireste?
Forse la morte non sarebbe così male, o almeno questo è il pensiero della draghiera Freija.
Una donna dalle sembianze di topo antropomorfo che non vede il suo amato da tantissimi anni, un amato che aveva promesso di tornare da lei un giorno.
Un carattere molto forte e un alto spirito di sfida sono ciò che contraddistinguono Freija, nonostante tutto non si lascia abbattere perché il ricordo del fidanzato è sempre con lei, allo stesso modo lo è la speranza.

« Meglio un rospo oggi, che un principe domani! »
La spalla comica è un elemento tipico degli RPG, ma la bizzarra Quina è un importante personaggio a tutti gli effetti. La curiosità di scoprire sempre nuovi piatti e uno spiccato accento romano sono i tratti distintivi di questo essere asessuato, anche se in gioco ci si riferisce a lei con pronomi femminili.
Nonostante sembri un personaggio fuori dal contesto, instaura importanti legami con gli altri membri del gruppo e imparerà molto lungo il corso del viaggio, specialmente se si tratta di rane da assaggiare e cibi prelibati.

« 2 le lune, 6 i miei anni, 12 i segni, 1 la solitudine »
Ci sono giorni in cui ci piace stare da soli, giorni in cui vogliano stare solo con noi stessi, ma la solitudine è tutta un’altra cosa. La piccola Eiko ha vissuto senza alcun essere umano fin dalla sua nascita e ha sviluppato una personalità molto pepata oltre che indipendente.
Le sue origini risalgono a quelle degli Sciamani, ovvero coloro che evocano gli Spiriti dell’Invocazione ed è cosciente del suo ruolo perché per un po’ di tempo ha avuto un carissimo nonno al suo fianco, una persona a cui voleva tanto bene.
Nonostante la malinconia però non si è mai sentita davvero sola perchè piccoli e paffuti moguri l’hanno sempre trattata come una sorellina, una mamma e non solo. Una famiglia molto particolare, ma piena di caldo affetto.

« Cosa cerco in realtà? Forse non voglio saperlo »
Non sempre troviamo personaggi disposti ad aiutare il protagonista, Amarant infatti viene assunto da Brahne per recuperare Garnet e in particolar modo il ciondolo che la ragazza porta al collo. L’uomo misterioso ha sempre vissuto per denaro e non si fida di nessuno, nemmeno della sua “collega di lavoro” Lanì. Dopo aver perso un duello contro Gidan si unirà al party su richiesta di quest’ultimo, Amarant accetta solamente perchè vuole capire cosa ci trovi quel biondo ragazzo nelle altre persone, oltre che scoprire molto di più a riguardo; pare infatti che i due si conoscano già…

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Il cast principale si può dire qui concluso, ma Final Fantasy IX è ricco di NPC dalle più ricche e curiose sfaccettature. Basti pensare ai membri della banda Tantarus, ognuno di loro è identificato soprattutto per il loro dialetto che è ben rimarcato nella versione italiana del gioco. Un altro personaggio molto ricorrente e famoso nella saga è sicuramente la Shogun Beatrix, colei che da sempre è in rivalità con Steiner. Una donna seria storica riconosciuta per la sua grande forza fisica e mentale. In realtà tutta questa freddezza altro non è che un guscio per nascondere la sua debolezza, infatti è dotata di una grande bontà anche se non la lascia trasparire facilmente.

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Importanti sono i rapporti di amicizia e di affetto che si instaurano all’interno del gioco, primo tra tutti quello tra Gidan e Garnet. Un furfantello che rimane ammaliato dalla bellezza di una principessa, un grande classico delle fiabe.
La loro storia è raccontata splendidamente, una coppia canon con la C maiuscola che non smette di stupire per la dolcezza e la naturalezza, un legame che va oltre tutto, oltre le classi sociali.

Garnet: “Ho un enorme piacere da chiedervi, cavaliere! Non potreste gentilmente rapirmi? Vi supplico, adesso!”
Gidan: “Suppongo che hai delle buone ragioni per voler fuggire da qui. Ok. Fidati di me.”
Garnet: “Vi sono riconoscente.”
Gidan: “Bene principessa… col vostro permesso procedo al sequestro!”

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L’ultimo appunto per questo paragrafo voglio dedicarlo all’antagonista principale, Kuja. Non vi dirò molto, ma sappiate che spesso la manipolazione mentale può rivelarsi un’arma peggiore della forza bruta, questo specialmente se si fanno leva sui sentimenti e sulle debolezze delle persone. Uomo narcisista fino alla nausea oltre che attento calcolatore, Kuja sa giocare bene le sue carte e lo mostrerà più e più volte in gioco.

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Gaya è un mondo intriso di vita, NPC fantastici e dalle mille piume colorate.
Personaggi come la vecchietta dei sottaceti di Lindblum oppure il burbero sacerdote di Esto Gaza sono tutto tranne che facilmente dimenticabili nonostante il loro ruolo pressoché marginale.

 

« Melodies of Life »

La qualità grafica di Final Fantasy IX è molto alta per gli standard dell’epoca e i paesaggi fantasy e fiabeschi sono realizzati davvero molto bene. Ci sono state un po’ di critiche ai personaggi deformed, ma per quanto mi riguarda sono ben inseriti nel contesto e trovo che siano ben fatti e ricchi di dettagli particolari. Un mondo vario e curato in ogni minimo dettaglio, basti pensare alle città che hanno un’anima propria e si distinguono benissimo tra di loro; lo stesso vale per tutti i dungeon e i villaggi del gioco. Tutto questo dà davvero l’idea di un mondo vivo e abitato in cui niente è lasciato al caso.

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Se da una parte abbiamo ambientazioni meravigliose, dall’altra abbiamo OST che fanno venire i brividi. Una colonna sonora indimenticabile con pezzi adatti alla scena, al luogo in questione. OST che si immergono nel contesto stesso della trama e che non fanno da contorno, ma accompagnano personaggi e vicende in un allegro girotondo. La colonna sonora riesce ad esaltare sia i momenti di dramma, sia i momenti di felicità e non solo.  Nobuo Uematsu è famoso per molti dei suoi lavori, ma trovo che Final Fantasy IX sia uno dei capitoli della saga meglio riconosciuti in quanto musiche.

Il main theme stesso “Melodies of Life” è l’esempio perfetto di questa grande magia; non a caso molte OST del gioco sono indubbiamente ispirate a questa vera e propria melodia.

Alone for a while I’ve been searching through the dark,
For traces of the love you left inside my lonely heart,
To weave by picking up the pieces that remain,
Melodies of life – love’s lost refrain
Our paths they did cross, though I cannot say just why
We met, we laughed, we held on fast, and then we said goodbye
And who’ll hear the echoes of stories never told?
Let them ring out loud till they unfold.

« I do what I want, you have problem!? »

Non posso parlare di Final Fantasy IX senza citare i minigiochi con cui ho passato un sacco di ore, la varietà non manca di certo!

Uno dei più iconici è certamente “Becca qui, chocobo” grazie a cui faremo la conoscenza di Boko e del moguri Menè; sicuramente è il mini gioco più lungo oltre che impegnativo di FFIX, dato che racchiude molti segreti come le Chocografie, tesori nascosti che serviranno per ottenere equipaggiamento ed oggetti rarissimi oltre che condurre Boko nel suo luogo d’origine e conoscere meglio la sua storia.

« Versione STEAM – Ha fatto il suo dovere? »

Prima di concludere mi sembra giusto dedicare qualche riga al famoso porting del gioco su Steam,presente dall’anno scorso.
L’ho comprato non appena è uscito e ho macinato un bel numero di ore per due motivi: rivivere il gioco della mia vita e testare i miglioramenti apportati.
Una delle nuove funzioni più importanti è sicuramente quella degli Achievement che con ben 85 trofei fa indubbiamente il suo dovere, ma alcuni di questi sono stati tradotti male nella versione italiana, infatti figurano diversi problemi di trascrizione:
l’esempio che vi porto sta nel trofeo “A Caccia di mostri” che figura questa descrizione: “sconfiggi Vivi durante la sagra della caccia.” In realtà per ottenere l’Achievement in questione non bisogna sconfiggere il piccolo maghetto, ma anzi lasciarlo vincere!

Sono inoltre stati implementati quattro nuovi potenziamenti già presenti nella versione Steam di altri capitoli che ci permettono di eliminare in fretta i nemici, aumentare la velocità e altro. I modelli dei personaggi e i menù di gioco sono stati puliti e resi molto più dettagliati della versione PS1.

Conclusione

Siamo arrivati alla fine di questo commento, ma ancora non vi ho detto il quarto scopo per cui l’ho scritto.
Ho fatto tutto questo per il gioco stesso, un po’ come quando si scrive una lettera d’amore al proprio ragazzo/a.
Non credo di essere riuscita completamente a dire ciò che provo quando sento parlare di Final Fantasy IX e ancora non mi sento soddisfatta perchè è un pezzo della mia infanzia che porto con me da sempre; di una cosa però sono contenta, sono riuscita in un modo o nell’altro ad omaggiarlo.

4 commenti

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