Virtual Hydlide
Piattaforme: Sega saturn
Software House: t&s
Publisher: SEGA (europa e giappone), atlus (america)
Lingua: inglese
Release: 1995
Dopo il passaggio in sordina di Hydlide, e l’indiscusso fallimento di Super Hydlide… No, non è un trailer di un film di Maccio Capatonda, è la degna introduzione per il gioco che sta per essere descritto oggi. Gli anni 90, si sa, sono quelli in cui abbiamo visto nascere tanti capolavori: Final Fantasy VII, di cui potete leggere il diario del remake qui, Final Fantasy IX; e poi c’è Virtual Hydlide, remake in 3D del dimenticabilissimo Hydlide, titolo per alcuni retrocomputer NEC, NES, ed MSX originariamente pubblicato nel 1984.
Quest’ultimo, pur nei suoi difetti, è stato uno dei primi esempi coraggiosi di Action RPG, definendo dei canoni che per noi ora sono la norma prima che uscisse Legend Of Zelda. Così è stato anche il suo sequel, Super Hydlide, uno dei primi titoli ad avere introdotto la moralità e il peso degli oggetti nel suo gameplay. Peccato che queste feature siano state implementate tanto male da rendere l’esperienza di gioco un inferno. Anche questo misterioso titolo per Sega Saturn è stato un silenzioso innovatore, o è stato una penitenza per i suoi possessori? Lo scopriremo insieme.
UN’AVVENTURA CLASSICA
Nel regno di Hydlide regna la pace. Tre gioielli magici proteggono il mondo da un antico demone, Varalys, sigillando il suo potere. Purtroppo un giorno un ladro ne ruba uno di questi, spezzando così l’incantesimo che lo teneva prigioniero. Il demone trasforma la principessa Ann in un trio di fate, e libera i mostri in tutto il territorio, conquistandolo. L’ultima speranza per Hydlide è Jim, un eroe misterioso che imbraccia spada e scudo per eliminare per sempre Varalys. La sua missione è molto semplice: trovare le tre fatine per tenere Ann al sicuro, ritrovare i tre gioielli per restituirle la forma umana, e distruggere il cattivo.
Tutta questa storia che vi ho raccontato viene rappresentata con un FMV (full motion video, al tempo andavano di moda in America, vedi Night Trap o Burn;Cycle) con attori digitalizzati. Vederla adesso, dopo tanti anni, fa tenerezza perché la qualità del filmato è discutibile. Ma ai tempi questo è stato lo standard per le cutscenes, mancano un altro paio di anni per la rivoluzione Squaresoft e i suoi filmati spettacolari. Perciò che fare se non farselo andare bene, benché sia una scelta inconsueta per un gioco di ruolo giapponese.
Una nota positiva di questo gioco è che una volta selezionato New Game è possibile inserire una password per generare un mondo con un certo asset. Infatti gli sviluppatori, sfruttando una permutazione di diversi design per tutti i livelli, hanno realizzato milioni di scenari possibili. Peccato che questi cambino solo per pochissimi elementi, come per esempio la locazione degli oggetti e di qualche stanza. Per cui un applauso per l’idea, un fischio per l’implementazione. Ma siamo solo all’inizio. Purtroppo. Per cui aspettate due minuti, prima di iniziare una nuova partita, e godetevi la musica iniziale, che scalda il vostro animo con una melodia sublime, la cosa migliore di questo titolo a mani basse.
SOMEBODY ONCE TOLD ME…
Se avete pensato alla canzone degli Smash Mouth, con questo titolo, c’è una probabilità del 90% che abbiate pensato anche a Shrek. Se vi ricordate la sua palude, allora non avete bisogno di uno screenshot di Virtual Hydlide per capire come sia fatto. Una palette di colori orribile delizia la vostra vista, facendovi rimpiangere la schermata iniziale immediatamente. E i riferimenti al famoso orco sono appena iniziati.
Il protagonista ci viene presentato con un’innovativa visuale in terza persona. Per chi avesse visto Shrek 2, e si ricordasse l’aspetto di Ser Shrek, l’orco in forma umana, beh, quello è l’aspetto di Jim. Peccato che il suo modo di correre ricordi più lui in versione orchesca. Le sue animazioni sono un’aberrazione del mondo videoludico, qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Non scorderete mai la sua corsa, resterà impressa nei vostri incubi per sempre. Per non parlare dei suoi attacchi, rigidi come se avesse il braccio anestetizzato.
I mostri si presentano in maniera altrettanto invitante, con la stessa fragrante palette di colori che va dal marrone sterco dei Trent al verde liquame tossico degli Slime. Sorvoliamo sulla varietà dei loro movimenti, perché se non hanno dedicato abbastanza cura nel protagonista figuratevi loro. Ogni volta che vi approcciate ad uno di loro, una barra in alto a sinistra vi indica la loro energia. Idea carina, bisogna riconoscerlo. Peccato che sconfiggere i nemici sia spesso una perdita di tempo. Battendoli, otterrete dei punti che potete utilizzare per comprare dell’equipaggiamento migliore. Ma ci sono due motivi per cui non ne vale la pena: potete trovare dell’ottimo equipaggiamento anche nei vari livelli, e per spendere i vostri punti dovrete andare in un punto della mappa spesso così rischioso da raggiungere da far sì che convenga mantenere un equipaggiamento peggiore.
LIVELLARE, THE HIPSTER TUTORIAL
Diciamoci la verità, tutti noi odiamo grindare e farmare. Perché dobbiamo perdere ore della nostra vita ad acquisire esperienza e battere un boss, o recuperare i materiali necessari per creare la nostra arma suprema? Non è giusto che, dopo tanta fatica per arrivare alla fine, dobbiamo sorbirci pure questa penitenza. Per fortuna, ci pensa Virtual Hydlide a lenire le vostre sofferenze. Non dovrete più preoccuparvi di niente.
Partite con un livello di HP base di 200 e attacco e difesa bassi. Il vostro unico modo per aumentare questi parametri di base è andare avanti nella storia. Ad ogni passo in avanti nella storia compiuto, aumentano le nostre statistiche. Non è meraviglioso? Possiamo scappare da tutti i nemici senza vergogna. Possiamo fregarcene di tutto, tanto le armi arrivano strada facendo, e noi dobbiamo battere solo i boss, che auspicabilmente sono al nostro livello.
Cosa che puntualmente avviene. Una comoda bussola in basso a destra vi indirizza sempre verso il vostro obbiettivo, sempre alla vostra altezza sulla carta, così non potete sbagliare. Anzi, è più rischioso per voi sfidare un nemico comune piuttosto che un boss. E così il gioco si riduce a un semplice: vai dal punto A al punto B. E forse è proprio qui, dopo avere fatto tanti chilometri in un mondo esteticamente abrasivo, recalcitrato da creature empie sia dentro che fuori, e raccolto oggetti senza avere la più pallida idea del loro scopo, che in fondo il bello di un tragitto non è la destinazione, ma il viaggio in sé. Se in più quest’avventura è un insulto a qualsiasi forma di arte videoludica, questo concetto si rafforza enormemente.
ADDING INSULT TO INJURY
Normalmente la presenza di un numero variegato di status alterati e di condizioni da tenere in considerazione in un gioco di ruolo è un’ottima cosa. Specialmente quando si tratta di un RPG del 1995, parliamo di diversi anni fa. Ma cosa succede quando l’esperienza di gioco è orribile?
Vi ritrovate a pescare una buona armatura, ma a doverla abbandonare perché pesa troppo. Per cui dovete salire di livello per potere aumentare il carico che potete trasportare, e indossare quest’oggetto. Intanto un nemico potrebbe avvelenarvi, o terrorizzarvi. In tal caso potreste essere abbastanza fortunati da avere trovato una cura, oppure sareste costretti a combattere anche per interi minuti per racimolare abbastanza punti per andare a comprarla. Fin qui tutto bene, no? Anzi, sembra figo. Status alterati di vario tipo, calcolo del peso, attrezzatura soppesata al proprio livello. Tutto molto bello.
Adesso però scordatevi i 30 fps stabili dei vostri giochi moderni. Virtual Hydlide è in grado di fare rabbrividire la prima versione per Playstation 3 di Hyperdimension Neptunia. Quella coi cali di framerate mostruosi. Penso che se avessi avuto degli strumenti per misurare il numero di frame in alcuni momenti anche poco concitati del gioco, avrei potuto ottenere anche solo 8/10 fps. Vedere per credere. E no, il mio Sega Saturn è in buone condizioni, non è colpa sua. Reimmaginate tutta la scena che vi ho descritto, fatta con un gioco che ci tiene a rallentarvi in tutti i modi. Questo è Virtual Hydlide.
TECNICAMENTE PARLANDO
Immagino sia inutile parlare del comparto tecnico di un videogioco orribile, che è già stato insultato ripetutamente. Ma permettetemi di applicare in questo contesto la tecnica del sandwich emotivo. Cercherò di racchiudere un aspetto negativo di Virtual Hydlide dentro due positivi.
Una menzione positiva va alla colonna sonora, progettata molto, ma molto meglio di tutto il resto del gioco in pratica. Diverse melodie orchestrali rimandano, durante il vostro viaggio, a quegli antichi poemi medievali che tanto affascinano l’immaginario collettivo. Non a caso diversi titoli negli anni a seguire conquistano la folla anche grazie a questo appeal, come ad esempio il monolitico Diablo nel 1997.
Un altro aspetto terribile di questo titolo è il gameplay in sé. Ci sono diversi difetti: il comparto grafico orribile — e Panzer Dragoon Saga dimostra che il Saturn è capace di ben altro — la mancanza di eventi che attirino il giocatore tra un punto e l’altro della storia, le animazioni aberranti. Ma se c’è una cosa che può rendere ancora peggio tutto ciò, quella è la gestione di tutti i comandi. Da qui a muovere il personaggio di 90 gradi fate prima a farvi un panino. Inoltre la lentezza della reazione dei tasti è emblematica, vi farà ricredere su tanti videogiochi in circolazione.
Concludiamo con un altro aspetto positivo. I grafici si sono impegnati sicuramente più degli sviluppatori di questo titolo, realizzando delle copertine accattivanti per tutte le versioni di Virtual Hydlide, illudendo i poveri ragazzi senza internet con il miraggio di un’avventura epica. C’è da dire che questo titolo presenti sì delle features interessanti, ma come i suoi predecessori, anche questa volta vengono implementate tanto male da rendere l’esperienza orribile.
Conclusione
In poche parole, Virtual Hydlide si presenta come un titolo avant-garde, per via di una serie di elementi ben studiati ed interessanti. Il punto è che il gioco in cui essi sono racchiusi è una delle peggiori esperienze per un videogiocatore, specialmente se ottenebrato da anni di gameplay fluido, o anche solo da un caro vecchio Diablo. Non fatevi del male. Se volete vivere una bella esperienza retro, non considerate neanche lontanamente questo titolo.