Tales of Vesperia
Piattaforme: Xbox 360 | Playstation 3
Software House: Namco Bandai
Release:
“Enforcing one’s justice”. Ad ogni Tales of che si rispetti, Namco Bandai associa una frase denominata “genere caratteristico”, al fine di racchiudere in poche parole il punto chiave della trama. Anche Tales of Vesperia, decimo capitolo della suddetta serie di action RPG, non fa eccezione, offrendo al giocatore una storia interessante e ricca di colpi di scena il cui tema portante è quello della giustizia.
Yuri Lowell è un giovane spadaccino che abita nei quartieri poveri della capitale Zaphias e si guadagna da vivere svolgendo lavoretti per gli abitanti della zona che spesso lo portano a finire nei guai. Un giorno viene rubato dalla fontana del quartiere il dispositivo che permette all’acqua di sgorgare, nonché l’unica fonte d’acqua della zona, l’“Aque blastia”. I blastia, in generale, sono ordigni che permettono di trasformare l’aer (energia magica “grezza”, prodotta in grande quantità dalla natura stessa) in energia utilizzabile dagli umani, che ne fanno uso per proteggere le città dai mostri, far muovere veicoli o, addirittura, combattere e permettere di lanciare magie. Questi oggetti sono uno degli elementi che maggiormente caratterizzano Terca Lumireis, il mondo in cui si svolge la vicenda, nonché uno degli elementi portanti della trama. Durante le sue ricerche nella capitale, Yuri incontra Estellise, una giovane ragazza che desidera scappare dalla città per poter vedere il mondo che ha potuto conoscere solo attraverso a lettura di libri. Questo incipit può certamente dare un effetto di già sentito, ma da qui comincia una storia che non smetterà mai di stupire chi la segue, in compagnia dei nostri protagonisti che viaggeranno lungo un percorso di crescita pieno di nemici dalla personalità stramba, creature sconosciute e città dimenticate. Nel mentre, la storia di Vesperia ci porta davvero a chiederci cosa bisogna fare per perseguire la vera giustizia, ma soprattutto ci domanda quale sia il vero significato di questa parola: qual è la vera giustizia? Quella che l’impero vuole far rispettare, quella che le gilde si sono imposte o, forse, quella che Yuri ha deciso di perseguire? Ci si può davvero fidare di chi si professa “protettore della giustizia” ed essere davvero sicuri che non stia in realtà mascherando con vane promesse i propri ben meno nobili interessi? È giusto o perdonabile compiere azioni disdicevoli e commettere crimini a fin di bene?
Il gioco cercherà di rispondere a questa e a molte altre domande attraverso il percorso del suo protagonista.
Full Moon and Morning Star
Uno dei punti più forti di questo gioco è senza dubbio il cast di personaggi e Yuri è il protagonista perfetto per una storia di questo tipo. Innanzitutto c’è da precisare che si discosta moltissimo dal canone di protagonista con cui ci si ritrova a giocare nella maggior parte dei casi in questa serie: non è un ragazzino immaturo che si ritrova in una situazione più grande lui per sfortuna e non viaggia in cerca di gloria o riconoscimenti. Yuri è un giovane uomo disilluso, convinto che le ingiustizie non possano mai essere risolte definitivamente, neppure dall’impero che, fin troppo spesso, si auto proclama dispensatore di giustizia. Questa sfiducia deriva anche dal fatto che un tempo Yuri era a sua volta un soldato dell’impero, in cui si era arruolato insieme al migliore amico Flynn Scifo, che ha invece deciso di rimanere e che, durante la storia, incontreremo in qualità di uno dei capitani dell’esercito. Yuri è sarcastico, scherzoso, ma anche incredibilmente testardo e, in certi casi, arrogante. Ha visto il mondo con i propri occhi ed è convito di sapere perfettamente in che senso giri. Sembra proprio un personaggio fatto e finito le cui convinzioni potrebbero sembrare assolute, ma ne siamo davvero sicuri?
Al suo fianco, la controparte perfetta, Estelle, che del mondo conosce solo ciò che le è stato insegnato dai libri e tutto ciò che i suoi occhi curiosi sono stati in grado di scorgere rimanendo in quella meravigliosa gabbia che è il castello di Zaphias. Mai, però, ha toccato con mano l’oggetto delle sue osservazioni, né dato prova delle proprie capacità, né, in generale, avuto esperienze del mondo in prima persona.
Anche gli altri personaggi che si uniranno al gruppo, però, svolgono un ruolo cruciale nella trama: il piccolo Karol, che ci viene presentato come un ragazzino pauroso e inesperto, ma con un notevole spirito d’iniziativa e una gigantesca forza di volontà; la ricercatrice Rita, prodigio nello studio dei Blastia nonostante la giovane età e con il piccolo problema di far fatica a relazionarsi con gli altri; l’enigmatico Raven, un dongiovanni di mezz’età che compare sempre nei momenti più improbabili e non mancherà di provarci con qualunque essere di genere femminile incontri sul suo cammino; la seducente Judith, esponente dell’antica tribù Krityana, dalle motivazioni sfuggenti e dalle convinzioni inarrestabili; e infine Repede, il leale e un po’ scorbutico cane di Yuri, che sembra dar retta solo a chi pare a lui.
Questi sono solo i protagonisti: Tales of Vesperia però conta una marea di personaggi, tra cui alleati, personaggi secondari non poi così tanto secondari e un’infinità di nemici, tutti caratterizzati egregiamente.
Fury Sparks
Il viaggio è, ovviamente, costellato da incontri e battaglie di ogni tipo. A differenza di quanto detto per Yuri, il battle system di Tales of Vesperia non si discosta molto da quello degli altri Tales classici: azione e dinamicità la fanno da padrone, anche se magari manca la freneticità degli episodi più moderni.
Un dettaglio che mi ha particolarmente colpita per la sua naturalezza è il fatto che la maggior parte delle arti si imparano direttamente in battaglia. Nelle battaglie successive ai level up, infatti, i personaggi potrebbero mostrare i risultati di battaglia mostrando senza alcun preavviso la loro nuova mossa al suono di un “I have an idea!” o un “Here comes a new spell!”.
Interessante anche l’introduzione di meccaniche come quella dei Fatal Strikes: dopo aver colpito in determinati modi l’avversario, apparirà su di lui un simbolo colorato dalla forma circolare, grazie al quale, utilizzando il grilletto destro del controller, il nemico morirà istantaneamente o, nel caso di boss, subirà una grande quantità di danni, permettendoci, alla fine della battaglia, di aumentare la quantità di esperienza e di gald, la moneta di gioco, ottenuta.
Per imparare le abilità, invece, dovranno essere utilizzate le armi. Ogni arma ha delle abilità intrinseche che vengono immediatamente attivate quando la si equipaggia e che possono essere imparate permanentemente utilizzando per un determinato numero di battaglie l’arma in questione.
Il resto del gameplay ricalca abbastanza bene quello dei Tales che lo hanno preceduto. L’esplorazione del mondo avviene attraverso World Map e molti dei dungeon contengono puzzle che possono essere risolti grazie a determinati anelli. I personaggi possono inoltre cucinare per ottenere bonus alle statistiche durante le battaglie e le ricette possono essere recuperate andando alla ricerca del misterioso Wonder Chef che prende le sembianze degli oggetti sullo sfondo.
Ring a Bell
Altra cosa a cui la saga dei Tales of ci ha, ahimé, sempre abituati è il motore grafico non proprio all’avanguardia. Tales of Vesperia non fa certo eccezione, basti pensare al fatto che la maggior parte dei suoi colleghi RPG per Xbox 360 occupano ben più di un CD e di certo questo non è dovuto alla brevità della storia o dalla mancanza di storyline secondarie e opzionali. Tuttavia questo Tales of riesce a rimediare ai limiti tecnici grazie ad una direzione artistica davvero eccezionale: la grafica di gioco in cel-shading si amalgama perfettamente con quella delle scene in stile anime, rendendo meno drastico il passaggio tra l’una e l’altra. In generale, inoltre, c’è una buona varietà di locations, alcune delle quali risultano davvero suggestive (personal favorite Halure, un villaggio con dei giganteschi alberi in fiore).
Anche il sonoro fa il suo sporco lavoro, regalando OST piuttosto dinamiche durante le battaglie (anche qui con qualche eccezione) e musiche d’ambiente adatte al contesto in cui sono inserite. Certo, alcune sanno un po’ di già sentito: l’intera colonna sonora è molto in stile Motoi Sakuraba, che, soprattutto per i Tales of, tende a ripetersi un po’. Tuttavia non mancano alcune tracce memorabili, come l’energica boss battle theme Fury Sparks o l’emozionante A tragic decision. Molto bella anche la opening della cantante giapponese Bonnie Pink, sia in giapponese (Kane wo Narashite) che nella sua versione tradotta in inglese (Ring a Bell). Ho trovato il doppiaggio occidentale più che ottimo. Se Yuri mi è piaciuto così tanto come personaggio, il merito va, tra le altre cose, anche alla meravigliosa interpretazione di Troy Baker. Ma bravissima anche Edel Riegel nel ruolo di Estelle, così come Michelle Ruff nel ruolo di Rita e tutti gli altri.
The Story Ends, The Travel Begins
Ma ora che siamo giunti alla conclusione e ho parlato più o meno di tutto quello di cui c’è da parlare, che cosa è rimasto? Certo, la famigerata versione PS3.
A volte sento dire che la versione Xbox 360 del gioco non è completa, proprio perché esiste la versione PS3, uscita in giappone un anno dopo, con i suoi due personaggi del party aggiuntivi, le quest secondarie aggiuntive, i cameo aggiuntivi, i costumi aggiuntivi… E io mi ritrovo qui, a pensare che non sono del tutto d’accordo su questa affermazione.
Trovo che la versione 360 sia completa così com’è: la storia fila senza buchi di trama che giustifichino l’inserimento di nuovi personaggi, di quest ce ne sono comunque tantissime (talmente tante che, anche con la mia buona volontà, se volevo prima o poi staccarmi dal gioco qualcuna l’ho dovuta saltare), i ruoli tra i personaggi sono ben definiti anche senza cutscenes aggiuntive e, personalmente, non ho mai sentito la mancanza di qualcuno nel party, sia esso un personaggio del tutto nuovo come Patty o un personaggio già presente come Flynn (e badate bene che adoro Flynn, ma lo trovo perfetto nel ruolo che ha in quanto controparte di Yuri, quindi al di fuori del party).
Insomma, ho trovato la versione 360 un gioco assolutamente completo e non ho remore nel cosigliarvela. Poi è ovvio che, nel caso arrivasse la versione con extra anche qui in Europa (che sia su PS4, PC o qualsiasi altra cosa, visto che ormai per PS3 non credo ci siano più speranze), sarei contentissima di provarla e scoprire nuovi dettagli di Terca Lumireis e dei personaggi che la abitano.
Conclusione
Insomma, se ne avete l’opportunità, il mio consiglio è di recuperarlo.