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Ys Seven ~ Il capitolo di svolta di una serie storica

Ys Seven

Piattaforma: PSP/PSVita (PlayStation Network)
Software House: Falcom
Publisher: XSEED
Lingua: inglese
Release: 29 dicembre 2010
Note: Disponibile anche per PC (Steam, GOG) a partire dal 30 agosto 2017.

Uscito originariamente in Europa nel 2010 in solo formato digitale, Ys Seven fa parte della storica serie di action RPG di Nihon Falcom, Ys. Dopo anni di esclusiva PSP, anche questo capitolo segue il destino dei precedenti e si accinge a sbarcare su PC (Steam, GOG), in un porting che comprende grafica HD, framerate a 60 FPS e achievement realizzato da XSEED, già artefice della sua localizzazione in Occidente.

Potremmo definire Ys Seven come un capitolo di svolta all’interno di una serie assai longeva. Le novità introdotte in termini di gameplay rivoluzionano infatti la strada seguita fino a quel momento da Falcom, ponendo le basi per quello che sarà il futuro della saga. In primo luogo, si tratta del primo capitolo interamente in 3D, dopo il 2D dei primi capitoli e lo stile di sprite pre-rendered utilizzato da Ys VI: The Ark of Napishtim in poi. Tuttavia, ciò che Seven rivoluziona maggiormente è il gameplay: se fino a quel momento, infatti, avevamo sempre combattuto esclusivamente nei panni del protagonista Adol Christin (Ys Origins escluso), Ys Seven introduce la grande novità di un party di personaggi giocabili, con tutte le conseguenze che esso porta su battle system, longevità e storia. Ci troviamo così di fronte a un capitolo radicalmente diverso dai predecessori, che rinnova profondamente la serie, e che ci riesce senza snaturarla; ma andiamo con ordine.

Dragon Warrior

Adol Christin, l’avventuriero dalla chioma fulva, giunge in compagnia dell’amico Dogi (e stranamente senza fare naufragio!) nel regno di Altago, appena uscito da una guerra con il vicino impero di Romn. Nonostante la capitale, Altago City, appaia ora come una ridente città portuale, dove il commercio prospera, in realtà nel regno si agitano forze dimenticate. Proprio per questo, il sovrano di Altago incarica i due avventurieri di ispezionare le rovine di un tempio appena rinvenuto in seguito a un preoccupante terremoto. Presto Adol si troverà insignito del titolo di “Dragon Warrior”, un guerriero scelto dai Draghi creatori di Altago durante tempi di catastrofe: questo, almeno, dicono le leggende sepolte nel passato del regno, ora quasi totalmente dimenticate. E mentre il regno è sempre più afflitto dagli attacchi di mostri spaventosi, chiamati Titani, e dalla piaga di una malattia a cui non c’è rimedio, la febbre di Iska, sarà proprio il viaggio di Adol e dei suoi compagni attraverso il regno a far luce sul mistero che minaccia di portare Altago alla sua distruzione.

Adol e Dogi nell’opening, felici e increduli per non aver fatto naufragio.

La trama, in pieno stile Ys, presenta tutti gli elementi tipici del fantasy classico: draghi, avventurieri, profezie, magia… Eppure, anche in questo caso, i colpi di scena non mancano, e sono in grado di ribaltare notevolmente la prospettiva che si ha sulla storia e sul suo svolgimento. Senza entrare nei dettagli, gli eventi di Ys Seven mi hanno piacevolmente intrattenuta, nonché sorpresa, per tutto il gioco; una trama all’apparenza tradizionale, ma non per questo piatta o priva di mordente, che si sposa perfettamente con l’atmosfera del gioco e che sa riservare sorprese al giocatore quando meno se lo aspetta.

Temporalmente, Ys Seven si colloca sei mesi dopo la fine di Ys VI: The Ark of Napishtim, dal quale fanno ritorno alcune vecchie conoscenze; ciononostante, la trama del gioco è pienamente fruibile senza alcuna particolare conoscenza pregressa, perciò non fatevi troppi problemi se questo è il vostro primo Ys.

Altago e dintorni

Sin da subito, Ys Seven dà l’impressione di inserirsi in quel filone di RPG di stampo tradizionale che sa trasformare la semplicità in magia. Rispetto ai precedenti Ys, in cui la componente action sembrava a tratti dominare su quella RPG, grazie al gameplay hack’n’slash e al ritmo serrato, in Seven la musica cambia, e ci se ne accorge non appena si mette piede ad Altago City. Si tratta di una città ben più vasta e strutturata di quelle viste in precedenza; una città da esplorare con calma, NPC per NPC, quest per quest, con una traccia quanto mai orecchiabile in sottofondo. Approdarvi all’inizio del gioco vi farà sentire subito a casa, perché rivivrete la stessa sensazione vissuta esplorando le città dei classici del genere JRPG.

Immancabile classico JRPG: la gita in prigione

Fuori dalla città, si può attraversare la tradizionale world map: essa si rivela ben più ampia e strutturata di quelle presenti nei capitoli precedenti, portandoci a visitare zone anche molto variegate del regno di Altago e dei suoi dintorni, e trasmette alla perfezione il senso di avventura proprio della serie (come al solito, grazie anche all’ottimo tema musicale che accompagna le nostre esplorazioni).

La trama ci porterà ad esplorare gli immancabili dungeon. Ispirati ai quattro elementi, godono di un level design a mio avviso davvero ispirato; gli enigmi presenti — di solito legati al ritrovamento di un oggetto con un particolare effetto sull’ambiente — sono piuttosto godibili e non stancano il giocatore. Non ho mai avvertito ripetitività nel corso del gioco, neppure rivisitando alcune zone; al contrario, mi sono piaciuti tutti i dungeon proposti. Molto carina la possibilità di raccogliere materiali durante l’esplorazione, per poi creare nei negozi armi, armature ed oggetti, con un sistema di sintesi semplice ma efficace.

Una funzione di viaggio rapido, sbloccabile dopo qualche ora di gioco, permette di spostarsi agevolmente in qualsiasi punto visitato in precedenza, e questo torna decisamente a nostro favore qualora si decida di dedicarsi anche alle quest secondarie: Ys Seven, infatti, offre una ventina di missioni opzionabili (alcune missabili) che prevedono di raccogliere materiali, recuperare oggetti, o sterminare mostri. Un classico, insomma, che contribuisce ad aumentare la longevità del titolo: essa si attesa attorno alle venticinque ore, un record per la serie!
Questo è reso possibile sia da un ritmo di trama più lento, sia dalla presenza di molti più personaggi all’interno della storia.

Lavoro di squadra

Come abbiamo già accennato, il battle system è uno degli aspetti maggiormente rivoluzionati da questo capitolo: se prima bastava affettare tutti con la spada di Adol, qui le cose si fanno più complicati. Gli attacchi, infatti, si dividono in tre tipologie differenti (slash, strike e pierce) e ogni mostro ha le proprie resistenze e debolezze. E’ fondamentale, perciò, cambiare il personaggio controllato a seconda del nemico che ci troviamo davanti per infliggere il massimo dei danni. Ecco quindi che la presenza di altri personaggi giocabili diventa imprescindibile: il nostro party sarà proprio composto da sei compagni (più due “guest star”) specializzati in tipi diversi di attacchi (per esempio, inizieremo il gioco con gli attacchi slash di Adol e quelli strike di Dogi).
Attaccando, i nostri personaggi accumuleranno skill point, con cui utilizzare tecniche speciali, apprese tramite le armi equipaggiate.
Per difendersi, si potrà o parare con tempismo, oppure schivare con altrettanta destrezza; la funzione di salto, invece, è stata eliminata.
Pur con queste novità, il gameplay mantiene le sue caratteristiche salienti e resta estremamente veloce, dinamico e, soprattutto, divertente, nonché ideale per il formato portatile su cui è nato.

Complessivamente, la difficoltà mi è parsa meno elevata rispetto ai predenti capitoli, e questo per due motivi: innanzitutto, ora abbiamo ben tre personaggi a combattere fianco a fianco (e il gameover sopraggiunge solo quando muoiono tutti e tre); inoltre, è possibile utilizzare diversi oggetti curativi (anche se si possono conservare solo in quantità limitate), cosa che facilita di molto le cose.
Anche se non ai livelli dei predecessori, tuttavia, le boss fight restano impegnative, soprattutto per lo sproposito di HP che i nemici esibiscono sin dall’inizio, e sono presenti un paio di scontri — tra cui quello finale — in grado di offrire un bel tasso di sfida al giocatore anche a difficoltà normale. E costringerlo a un po’ di sano grinding.

Novità e conferme

La presenza di diversi personaggi giocabili è una novità assoluta per la serie. Tutti i comprimari sono contraddistinti da un character design a dir poco sublime, una vera gioia per gli occhi. In quanto a personalità e backstory, però, qualcuno avrebbe potuto ricevere un po’ più di approfondimento (Mishera ed Elk, ad esempio), mentre altri sono sostenuti da dialoghi ben scritti e risvolti interessanti, ma complessivamente ognuno presenta le proprie peculiarità. Per essere al primo tentativo con un cast così numeroso nella serie Ys, e trattandosi pur sempre di un action RPG dalla longevità medio-basso, trovo che complessivamente Falcom se la sia cavata bene, anche se lo spazio dedicato ai vari personaggi avrebbe potuto senz’altro venir distribuito in modo più equo.

Belli i party member, ma nessuno batte Dogi in quanto a epicità ♥

Come già si sarà intuito da alcuni elementi che ho citato finora, il vero punto forte di Ys Seven risiede a mio avviso nell’eccellente direzione artistica: character design magnifico, level design curato, e — come da tradizione Falcom — una colonna sonora spettacolare e ricca di tracce sempre azzeccate. Vi basterà ascoltare la stessa opening del gioco, Innocent Primeval Breaker, per rendervi conto di quanto, anche a questo giro, la soundtrack sia davvero eccelsa. Peccato per la mancanza del doppiaggio, limitato alle voci di battaglia tanto nella versione localizzata che in quella originale.

Conclusione

Nel complesso, Ys Seven mi ha davvero divertita ed appassionata. Mi ha tenuta incollata allo schermo della PSP per tutta la sua durata e sono sicura che farà lo stesso con quanti lo scopriranno ora con il suo release su PC. Si tratta di un titolo che consiglio senza indugio a chiunque abbia voglia di godersi un bell’action RPG dinamico e gradevole. Come sempre con la serie Ys, non è necessario aver giocato ad alcun capitolo precedente per apprezzarlo, ma un confronto con il passato potrebbe permettervi di assimilare al meglio il rinnovamento portato da Seven nella serie.
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