Pick a Quest

Cyberpunk 2077 ~ The City of Dreams

Cyberpunk 2077

 

Piattaforme: Playstation 4, XBOX One, PC, Stadia
Software House: CD Projekt Red
Publisher: CD Projekt
Lingua: Inglese
Release: 10 dicembre 2020
Note: Giocato su XBOX One
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C’era una volta un videogiocatore che era fresco di lettura di Neuromante, un libro di William Gibson. Questo è l’esempio lampante di opera cyberpunk, un sottogenere della fantascienza diffuso negli anni 80/90. Era il 2013. CD Projekt, per scaldare l’animo dei suoi fan, li provoca con il teaser di un nuovo progetto in fase di sviluppo, tale Cyberpunk 2077, di cui potete vedere il wallpaper qui sotto.

Dopo avere emozionato gli amanti della fantascienza, CD Projekt non parla più del progetto, facendo sembrare esso stesso fantascienza. Per fortuna la compagnia, forte del successo di The Witcher 3, rincara la dose con un trailer spettacolare all’E3, con tanto di Keanu Reeves in diretta che annuncia di essere un personaggio all’interno di questo titolo. Chi non avrebbe preordinato un gioco del genere? 

Naturalmente questo appassionato preordina immediatamente la sua copia per Xbox One, pensando: “Ma è autentico dunque, posso comprarlo!!!”. Non gliene frega del prezzo, lo vuole comprare e basta. Il gioco viene rimandato ulteriormente. Arriva la pandemia dovuta al Covid-19, per cui si aggiungono altri problemi. Dopo un travaglio infinito, il 10 dicembre 2020 CD Projekt rilascia per il pubblico Cyberpunk 2077, ed è subito disgrazia. Il gioco non era ancora pronto, è pieno di bug, crasha, e visivamente è indietro anni luce rispetto a qualsiasi gioco uscito per Xbox One, e questo giocatore lo sa bene, avendo giocato alla versione D1 di Dead Rising 3, titolo di lancio per la console.

La persona di cui vi ho narrato la storia poco fa è il sottoscritto. Mi ero promesso di non rifare la stupidaggine di prenotare un altro gioco dal lunghissimo tempo di sviluppo, dopo avere sbattuto il muso con Duke Nukem Forever. Ma il mio amore per il cyberpunk ha vinto, ed è così che tra un bug e l’altro ho compiuto il mio viaggio nel magico mondo di Night City. Per cui, in veste di cowboy della console, vi presento il mio viaggio, senza trascurare alcun dettaglio.

BENVENUTI A NIGHT CITY

All’avvio di Cyberpunk 2077 viene chiesto al videogiocatore di creare il personaggio di V utilizzando un editor del personaggio nel quale può scegliere sesso e i vari dettagli dell’aspetto fisico. La schermata di creazione del proprio V è ricca di features per personalizzare il personaggio, Dal colore dei capelli alla voce alla forma dei genitali. La schermata è ricca di opzioni per personalizzare come più preferite il vostro protagonista e permette anche ai giocatori più esigenti di sbizzarrirsi.

L’editor del personaggio è perfetto per le vostre manie di customizzazione.

In seguito vengono messi a disposizione tre possibili background per la vostra storia: corporativo, nomade, o teppista.

Sta a voi scegliere quale storia vi rappresenta di più. Questa decisione influenza alcune delle opzioni di dialogo nel corso della vostra avventura, che rispecchiano la vita di V.

Qualunque sia la combinazione, non cambia lo svolgimento della trama generale del gioco. Nel prologo avete modo di conoscere il vostro compagno di avventure, Jackie Welles, criminale di Heywood. Con lui organizzerete un colpo al quartier generale dell’Arasaka, corporazione che regna incontrastata a Night City, per rubare il misterioso chip di ultima generazione Relic. Purtroppo l’incursione non va come previsto, e V durante la fuga è costretto a inserire il chip nel suo cervello per non perderlo. Peccato che quello non fosse un componente qualunque, ma una scheda nella quale è intrappolata l’anima di Johnny Silverhand, rockstar e terrorista morto nel 2023 dopo avere fatto saltare in aria il vecchio edificio dell’Arasaka.

Ora V ha solo pochi giorni di tempo prima che la sua anima venga sovrascritta da quella di Johnny, e la sua unica speranza è scavare nel marcio di Night City per scoprire il complotto che va sviluppandosi ai piani alti dell’Arasaka.

L’alter ego digitale di Keanu Reeves: Johnny Silverhand.

SVEGLIA, SAMURAI!

Presumo che, pure con tutto l’amore del mondo per questo titolo, io debba dire la verità. E per questo sarò totalmente onesto. Nel momento in cui il gioco è iniziato, il samurai in questione si è svegliato. E si è chiesto in una scala da 1 a 10 quanto fosse stata grande la cavolata di comprare Cyberpunk al D1. Glitches, rallentamenti, caricamenti infiniti, freezes. Ci sono difetti per tutti i gusti. Li spulcerò a poco a poco per voi, non senza parlare di quello che conta, ossia l’esperienza di gioco.

Il giocatore si ritrova catapultato in un mondo che pullula di possibilità e di features. Per questo non viene dedicato molto tempo alle spiegazioni. All’inizio della partita è disponibile un piccolo tutorial, ma sufficiente per comprendere le dinamiche di base e muoversi dentro la prima missione di gioco. Per il resto, questi ha la libertà di esplorare il glossario più avanti, e di imparare con la scuola più antica di tutte: la strada. Ma non è un compito semplice, poiché il gameplay di Cyberpunk 2077 è in realtà molto profondo, come ogni buon RPG che si rispetti.

La prima cosa da fare è prendere consapevolezza del fatto di trovarsi nel futuro. V si trova in una metropoli iperconnessa, dove cambiare il proprio braccio con un innesto è facile come tagliarsi i capelli. E come tale, è piena di criminali pronti a ucciderlo per cento lire o poco più. Per cui è bene decidere al più presto che approccio si vuole utilizzare per sopravvivere a Night City. Su questo aspetto il gioco è particolarmente versatile, e permette di giocare con i vari mezzi, che siano innesti, hacking, o armi, senza disparità.

Le statistiche di V di partenza si basano su cinque parametri: Fisico, Riflessi, Intelligenza, Capacità Tecniche, e Freddezza. Fisica determina la forza bruta, e la vostra resistenza agli attacchi fisici; Riflessi la vostra agilità e la vostra velocità; Intelligenza le vostre doti di hackers; Capacità Tecniche le vostre abilità nella creazione di armi; infine, Freddezza il vostro spirito di resilienza. A sua volta ogni attributo contiene uno o più talenti, come le vostre abilità con le armi leggere e pesanti.

Potete rendere il vostro V un Bud Spencer vivente, grazie all’utilizzo degli innesti, oppure renderlo un abilissimo spadaccino, o ancora un ninja. Tutto sta alla vostra fantasia.

Per difendervi avete a disposizione tante opzioni. La più interessante, anche se non originale, è quella dell’hacking. In qualunque momento, a patto di avere un olodeck equipaggiato, è possibile rallentare il tempo e selezionare una vasta gamma di attacchi speciali per potere destabilizzare il nemico. La schermata di per sé è una versione più accattivante di quella di un titolo open world uscito qualche anno prima: Watch Dogs. Sviluppato da Ubisoft, questo titolo narra le gesta di Aiden, un hacker in cerca di vendetta per la sua fidanzata, uccisa da dei sicari. Vi chiederete perché sto parlando di questo gioco, che nulla ha a che vedere con Cyberpunk 2077, se non la tematica simile. Il punto sta nella differenza con cui è stata gestita quella che è una delle dinamiche fondamentali per un videogioco cyberpunk: l’hacking. Watch Dogs permette al giocatore di distruggere luci, distrarre gli avversari hackerando diversi dispositivi, causare corto circuiti, detonare granate, inceppare dispositivi, sollevare ponti, invertire colori dei semafori, e altre. In poche parole l’albero delle abilità è bello corposo. Cyberpunk 2077, invece, permette una gamma assai ristretta di azioni. In questo caso si parla di tipi di attacchi che sono specializzati per il danneggiamento degli innesti dei nemici, questo è vero. Però è anche vero che le possibilità sono di meno, e avendo giocato già un titolo del genere si sentono subito le differenze, dando un’idea di mancanza di libertà d’azione su questo fronte.

Per fortuna questo gioco sa farsi perdonare con tutte le altre possibilità di difesa. Per chi ha sempre sognato di creare una femme fatale con le lame da mantide di Molly Millions (N.d.R. coprotagonista di Neuromante), può farlo, e fare tanti danni con queste. Oppure potete usare katane con le lame infuocate, come il caro vecchio Fallout 3 e il suo Shishkebab. Oppure ancora potete utilizzare armi con proiettili intelligenti, in grado di inseguire i vostri avversari e non lasciargli campo.

Volete realizzare i vostri oggetti personalizzati? Nessun problema, con un profondo sistema di item crafting potete creare una vasta gamma di armi, vestiti, e potenziamenti per il vostro cyberdeck. A differenza di altri titoli, che decidono volutamente di permettere al giocatore di ottenere certi elementi solo tramite la sua creazione, in Cyberpunk 2077 non vi è questa limitazione. A questo punto vi starete chiedendo se valga la pena realizzare un oggetto con le vostre mani piuttosto. Uno dei perk che potete assegnare al vostro V è quello di essere abile nella manualità, tramite le sopracitate Capacità Tecniche. In questo caso tutto ciò che create guadagna un effetto aggiuntivo, rendendolo di base più potente del suo equivalente raccattato per strada.

NESSUNO PUO’ ABBANDONARE NIGHT CITY

Night City è una città che ti mastica, ti ingoia, e ti vomita via.

Questa è una delle citazioni più ricorrenti nel corso del gioco, perché Night City è la città dei sogni, ma anche degli incubi. Ogni giorno delle anime senza nome perdono la vita, nella totale indifferenza della polizia. Il crimine dilaga senza alcun freno nelle strade, e per questo la giustizia fai da te è accettata. Tanti giovani vendono il loro corpo e la loro coscienza a dei bordelli moderni, trasformandoli in bambole. Trovare merce di contrabbando è facilissimo. Per muoversi in questo mondo di ladri l’unica soluzione è affidarsi a dei fixer, figure che possiedono i contatti giusti e che gestiscono le attività criminali.

V non è da meno, e per potere sopravvivere e farsi un nome a Night City è costretto a lavorare per loro. Seguendo la storia principale vivrete sì una bella avventura, ma priva di sapore. Nel corso del gioco riceverete diversi incarichi, e il consiglio per apprezzare a pieno un titolo come Cyberpunk 2077 è viverlo. Letteralmente. Accettate gli incarichi secondari dei fixer, perché, anche se vengono segnalati come missioni di poco conto, sono in realtà il fulcro dell’esperienza di un titolo così profondo.

Il gioco vi permette di conoscere lungo il vostro cammino diversi personaggi. Panam Palmer, la giovane nomade della famiglia degli Aldecaldo che cerca di affermarsi nel suo clan. Judy Alvarez, la creatrice di braindance, film in prima persona che ti permettono di rivivere le esperienze di un attore. Rogue Amendiares, l’anziana fixer che lavorava insieme a Johnny Silverhand. Kerry Eurodyne, il chitarrista dei Samurai, la vecchia band di Johnny. Questi sono solo alcuni esempi di personaggi che incontrerete strada facendo. Dopo averli conosciuti, siete voi a scegliere se volete approfondire la loro storia con le loro missioni, o andare avanti come se niente fosse. Essa si evolve esattamente in base alle scelte del giocatore in questo senso.

Uno dei personaggi secondari (nonché più scelto dai giocatori), Panam Palmer.

Ed è proprio così che si sblocca il pieno potenziale di questo titolo. Attraverso le avventure che questi personaggi vi propongono, qualunque percorso si voglia intraprendere, si vive una storia fuori dal comune, ricca di dialoghi molto profondi, riflessioni sul senso stesso della vita, e viaggi incredibili. E le vostre emozioni verranno messe a dura prova dal percorso molto arduo che affronterete, specialmente se siete abituati a fare i bravi cavalieri senza macchia. Mentre in molti giochi è stato facile fare il prode difensore della giustizia, stavolta è stato veramente difficile prendere tante decisioni, specialmente una volta turbato da una città sporca come Night City. Ed è qui che si coglie il senso della citazione che vi ho menzionato.

Night City logora il vostro animo. I fixer vi chiedono di rapire dei personaggi che possono essere anche innocenti, ma c’è chi paga per averli. In altri casi, dovete portare a compimento una faida tra bande. La polizia non fa nulla per aiutarvi, anzi, è talmente disperata che vi consente di uccidere a sangue freddo i criminali davanti ai loro occhi, se non è corrotta. Le corporazioni sono disposte a tutto pur di affossare i loro rivali sul mercato.

Vi renderete conto in poco tempo di diventare voi stessi un po’ più sporchi nell’animo. Così come il sottoscritto. Nel momento in cui un uomo ha ucciso un compagno a cui mi ero affezionato, quando ho avuto modo di decidere della sua vita non ho avuto il minimo dubbio: l’ho ucciso. E senza provare un briciolo di pietà.

In questo senso credo che Cyberpunk 2077 sia uno dei titoli che attualmente offre l’esperienza emotivamente più genuina sul mercato videoludico. Ricordo un sondaggio che Microsoft fece anni fa sulle scelte morali fatte sulla serie Fable. Di norma un’infima percentuale dei videogiocatori sceglie di intraprendere un percorso malvagio. Questo discorso può essere esteso ad altri titoli che consentono queste capacità, come per esempio Fallout. Questo dimostra che un videogioco diventa il luogo ideale in cui potere idealizzare ciò che siamo, e la nostra condotta morale, dandoci l’illusione di essere delle persone migliori.

Cyberpunk invece riesce a distruggere questa versione utopica di noi stessi, rendendoci più autentici nelle nostre decisioni. Il discorso è differente rispetto a quello che propone Fallout New Vegas, un titolo nel quale non, affezionandosi quasi a nessun personaggio secondario, le scelte morali risultano relativamente facili. Viceversa, in questo caso è inevitabile provare qualcosa per almeno uno dei vostri compagni di avventure, che sia esso un Panam, o Johnny Silverhand stesso. E questo complica molto di più le decisioni, rendendole molto difficili, e sentite. Questo è uno dei punti di forza maggiori di Cyberpunk 2077, che lo rende molto migliore di quello che non sembri dai primi glitch.

(NON) IL MOMENTO CHE ASPETTAVATE

E dopo avere elogiato/insultato questo titolo, non si può non passare al paragrafo in cui questo è destinato a prendere tante tante mazzate: il comparto tecnico. Ahimé, il processo di sviluppo di Cyberpunk è stato particolarmente travagliato, e la prima cosa che salta all’occhio è una mancata ottimizzazione dei comandi su console, mostrando come ogni versione uscita sia letteralmente un porting di quella per PC. E in alcuni casi proprio da questa conversione forzata si generano dei bug talvolta fastidiosi. Un esempio è la selezione dei vari equipaggiamenti, che risulta lenta e macchinosa. Per non parlare poi di quanto tempo ci voglia per caricare la schermata stessa. A volte ci vuole un attimo, che è quello che mi aspetto da un menù, altre invece una ventina di secondi. Letteralmente, ho cronometrato.

La colonna sonora di contro, rispetto al comparto grafico, è uno dei piatti forti del gioco, con un variegato mix di generi che va dalla trap al metal, senza però mai mettere da parte ciò che dovrebbe caratterizzare un titolo futuristico: un tanto ricercato quanto smodato uso di sintetizzatori. Questa riesce a rendere convincente la prospettiva di un futuro prossimo dove la musica predominante potrebbe essere proprio questa. E ciò mi è piaciuto molto.

La vera nota dolente è  l’incredibile mole di bug, glitch, e crash, che si sono verificati nel corso della mia partita. E considerando il fatto che ho giocato con la versione Day One, potrei fare un elenco più lungo di questo diario stesso. Di norma un bug è un problema quando è bloccante per il giocatore, o lo limita. In questo caso vi posso elencare una top ten dei migliori:

Con questa top ten sto trascurando tutti i vari momenti in cui il gioco mi si è freezato, è crashato riportandomi alla schermata principale, o addirittura mi ha bloccato tanto da costringermi a ricaricare la missione da un salvataggio, non potendo risolvere il tutto con una semplice morte/ritorno al checkpoint. Vi lascio intuire la pazienza che ci sia voluta per portare avanti questo gioco. Perché ho aspettato per anni questo titolo, e lo volevo finire, non m’importava del resto. DOVEVO finirlo. Ma sono stato tante volte sul punto di abbandonarlo.

A livello tecnico, Cyberpunk era un gioco che non sarebbe mai dovuto uscire, anzi, avrebbe dovuto passare almeno un mese in beta testing, per poi ritornare con le dovute correzioni. Purtroppo, per via di diverse scelte sbagliate da parte dei dirigenti, ci si ritrova ad essere tutt’ora, dopo diversi mesi, dei beta testers di questo titolo.

Benvenuto nel 2077, cowboy.

Spezzo una lancia in favore degli sviluppatori: per voi lettori di questo diario il gioco non avrà così tanti crash, proprio perché è stato rimesso a nuovo da tante patch. Però continuano ad esserci diversi bug che rendono tanto esilarante quanto frustrante quest’esperienza.

Conclusione

Con un misto di rammarico e rabbia ammetto che Cyberpunk 2077 è un gioco mediocre. Lo storytelling è non pazzesco, di più. L’immersione in questo universo e nel mondo di V è fantastica, ti rapisce totalmente. Il gameplay è profondissimo, e molto ricco. Ma i difetti tecnici sono talmente tanti da rendere ogni singola partita una lotta contro il sistema, cercando di non incappare in bug, e di finire una missione senza particolari intoppi. Lo sconsiglio a chi non è armato di pazienza a sufficienza per sopportare i vari problemi tecnici.

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