Sakura Wars
Piattaforme: Playstation 4
Software House: SEGA CS2
Publisher: SEGA
Lingua: giapponese (audio) inglese (testi)
Release: 12 dicembre 2019 (Asia) 28 aprile 2020 (Europa)
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Sono passati esattamente 24 anni dall’uscita del primo Sakura Wars in Giappone per il Sega Saturn. Uno studio interno a SEGA, in collaborazione con Red Entertainment, nel 1996 forgiò quello che divenne uno dei capisaldi nel genere RPG strategico. Inoltre fu un’innovazione perché fuse intelligentemente Dating Simulator e RPG, due generi al tempo distanti. Di cosa parla questo titolo?
Negli anni ’20, in un Giappone steampunk, un’organizzazione segreta conosciuta come la Flower Division protegge Tokyo dall’invasione dei demoni. Per farlo, i suoi membri utilizzano dei mecha giganti alimentati a vapore, che possono essere pilotati solo da dei prescelti con un alto potere spirituale. Di giorno, per mantenere la loro copertura, questa divisione gestisce una compagnia teatrale, con sede nell’Imperial Theater a Ginza. Il giocatore manovra Ichiro Ogami, il comandante di questa squadra scelta di piloti, tutta di sesso femminile. E lui, tra un combattimento e l’altro, può consolidare il suo rapporto con ciascuna di loro, fino a instaurare una relazione sentimentale.
Tanto tempo è trascorso da questo titolo, ed è questo stesso team di sviluppo che riprende in mano la sua opera principe e decide di rimetterla in sesto con un nuovo capitolo. In Giappone è il titolo stesso a suggerire questa volontà: Shin Sakura Taisen, tradotto New Sakura Wars. Dopo tre giochi ambientati in diverse capitali, prima Parigi e poi New York, la serie torna a puntare i riflettori su Tokyo e la Flower Division, quella che ha fatto breccia nei cuori di centinaia di appassionati. Per approfondire l’argomento sui capitoli principali di Sakura Wars fino ad ora, vi rimando a questa guida.
Questo annuncio ha destato non poca preoccupazione in molti dei fan, per la paura di rovinare quella che è stata una storia stellare con un cast che molti ancora ricordano. Ed io ero tra questi. Oggi dopo averlo spolpato sono qui per raccontarvi cosa ho provato con questo nuovo Sakura Wars, e condividere le mie impressioni da fan della serie con voi.
FLOWER DIVISION, MOVE OUT!
Siamo nel 1930, due anni dopo gli eventi Sakura Wars V. Un’invasione di demoni su larga scala colpisce Tokyo, costringendo le divisioni più forti del mondo ad unirsi per respingerla. Pur di impedire al male di distruggere il pianeta, i vari componenti delle squadre si sacrificano per bandirli dalla Terra. Sono trascorsi dieci anni da allora. Sumire Kanzaki, unica superstite della Flower Division, vorrebbe riportare il teatro di Tokyo al suo antico splendore come gesto d’amore per le sue compagne e per la città stessa.
Purtroppo il suo team non è dei migliori. Le ragazze attualmente assoldate non sono le più brave attrici sulla piazza, e la mancanza di fondi costringe la Flower Division ad appoggiarsi alla squadra di Shanghai per avere protezione dai demoni. Per risollevare la compagnia teatrale, e la divisione in sé, Sumire convoca Seijuro Kamiyama, comandante della marina giapponese, per assumerlo come nuovo capitano.
Nel giro di un capitolo e mezzo, avete modo di conoscere subito tutte le ragazze della Flower Division, che vi descrivo qui:
- Sakura Amamiya: Come è facile intuire dal nome, lei è la ragazza immagine del gioco, e l’erede spirituale di Sakura Shinguji, la prima eroina di Sakura Wars. Quando era ancora piccola, fu salvata da un demone proprio da Sakura, da qui l’adorazione per lei e la Flower Division. Determinata, piena di energia, estroversa, e molto imbranata. Per quasi tutti gli aspetti è una Sakura 2.0, katana inclusa.
- Hatsuho Shinonome: Miko dai capelli rossi, è una ragazza con una grandissima forza interiore e un innato spirito di sacrificio. Farebbe di tutto per le persone a cui tiene, in particolare per la sua migliore amica Sakura. Non manca mai di essere diretta e onesta con tutti, sia nel linguaggio che nelle azioni, con tutti. Adora i dolci, anche se non ama ammetterlo. In combattimento utilizza un martello gigante.
- Clarissa Snowflake: Una nobile lussemburghese dai classici tratti teutonici. Adora i libri e possiede una grandissima creatività, applicata soprattutto alla scrittura. Quando legge un racconto, si perde nel suo mondo, tanto da perdere la cognizione della realtà. Nonostante sembri allegra, in realtà è una grande pessimista. O forse realista, ma che tende a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Per combattere usa il suo grimorio.
- Anastasia Palma: Attrice greca di fama mondiale, arriva in Giappone in veste di esempio per le altre ragazze, per aiutarle a recitare meglio. La sua grande abilità nella recitazione la rende una donna difficile da inquadrare. A tratti sembra un’inguaribile romantica, a tratti una misteriosa mangiauomini. Però è arduo capire se sia effettivamente fatta così, o se indossi una maschera per tutto il tempo. Lei sconfigge i suoi nemici usando una pistola e un fucile a pompa.
- Azami Mochizuki: Ninja di tenera età, ma che sa come sopraffare i suoi avversari. Possiede un’inaspettata maturità, ed è molto ligia al dovere. Ma c’è una cosa che riuscirebbe a distoglierla da qualsiasi missione: i dolci. Adora mangiare più di ogni altra cosa, anche se anche lei pratica questa nobile arte di nascosto, e ama affinare le sue tecniche ninjutsu, che utilizza anche in battaglia.
La vostra missione, in qualità di comandante, è riuscire a rendere le vostre ragazze un team vincente, sia nel teatro che nella difesa di Tokyo.
VITA DA TEATRO
Shin Sakura Wars, come tutti i titoli della serie, alterna fasi di combattimento a fasi di esplorazione e relazioni sociali. Il gioco è diviso in diversi capitoli, la cui struttura narrativa rimane inalterata durante tutto il corso della storia. È possibile riassumere il tutto in poche semplici parole: esplora, dialoga, combatti, ripeti.
La maggior parte del tempo sarà occupata dall’esplorazione. Questo perché è possibile svolgere diverse attività nel tempo libero. Il protagonista può muoversi liberamente non solo per tutto il teatro, ma anche per i dintorni di Ginza, il noto quartiere altolocato di Tokyo. Tramite un comodissimo smartphone a vapore, denominato Teletron, è possibile visualizzare dove si trovino i vari personaggi con cui potete interagire, così da non perdere tempo se volete andare dritti al sodo. In alternativa potete godervi una passeggiata per ammirare una Tokyo steampunk ricca di dettagli carini.
Se uscite fuori dal teatro, potete ammirare l’orologio esterno con i suoi ingranaggi a vista che si muovono. Nelle varie zone potete osservare le macchine a vapore mentre sfrecciano o i lampioni. Curiosamente, i lampioni emettono una strana luce blu, il che ricorda più Valkyria Chronicles, altro prodotto SEGA, piuttosto che un mondo steampunk. È possibile osservare anche altri miracoli di quest’ucronia, come la ruota panoramica e gli info point per i turisti, di cui voi però non potete usufruire.
All’interno del vostro luogo di lavoro potete notare invece diversi dettagli, che ricordano al giocatore quanto la situazione sia disastrata per la Flower Division. Potete provare pena per le ragazze, nelle cui camere non mancano muffa e crepe sulle pareti, e il parquet del teatro ha visto decisamente giorni migliori e ormai chiede pietà . Mi soffermo su questi dettagli perché è in questa cura maniacale che è possibile respirare l’amore degli sviluppatori verso questo titolo, di cui sono fan accaniti ancora prima di essere creatori.
A tal proposito è possibile sentire concretamente questo sentimento ammirando nell’ufficio di Sumire la vecchia naginata con cui combatteva. In alcuni punti del teatro è possibile trovare anche vecchie locandine delle rappresentazioni teatrali delle ragazze del primo Sakura Wars, e lì non si può non provare nostalgia per quei poster dove Maria, il principe di turno, abbraccia Sakura, la protagonista dell’opera.
THE LEGACY OF SAKURA WARS
L’affetto verso Sakura Wars non viene espresso solo sotto forma di ripresa delle estetiche del passato della serie, anzi. L’intero cast di tutti i vecchi titoli diventa un album di Bromides. Le Bromides sono degli artwork che rappresentano i personaggi in diverse attività. Chi ha giocato qualsiasi capitolo di Sakura Wars ricorda che ogni tanto il capitano di turno poteva andare nel negozio del teatro e comprare una di queste, raffigurante la sua ragazza preferita.
Questa meccanica è ancora presente in Shin Sakura Wars, e viene ulteriormente ampliata con una raccolta corposa di artwork sparsi per tutto il gioco. Questa volta non si limita alle protagoniste del gioco, ma riguarda anche a tutti i personaggi secondari e tutti i membri delle altre divisioni. Per cui potete finalmente possedere nello stesso catalogo le Bromide di Sakura, Sumire, Erica Fontaine, Gemini Sunrise, e tutte le eroine. I neofiti della serie possono conoscere tutte le ragazze pur non avendo giocato alcun capitolo prima, limitati dalla lingua.
Un’altra caratteristica che ritorna, dopo essere sparita per tanto tempo, è il gioco di carte Koi-Koi Wars! In poche parole lo scopo di questo gioco è simile alla nostra pinella: accumula combinazioni di carte fino ad ottenere il punteggio più alto. Ogni giocatore ha diverse carte nella mano, e ad ogni turno può prenderne dal piatto, se vi è raffigurato lo stesso fiore, e farle entrambe sue. Una volta soddisfatti i criteri per realizzare un set, si può decidere se chiudere o fare Koi-Koi, ossia rischiare e fare una combinazione ancora migliore. Onestamente ho trovato questa feature molto divertente e ben realizzata. Ammetto di averci passato diverse ore per sbloccare tutti i personaggi.
SO MANY BABES, SO MUCH TIME
La citazione al caro vecchio Duca è stata volutamente capovolta per introdurre la prima novità di questo Shin Sakura Wars rispetto non solo alla maggior parte dei Dating Simulator, ma anche alla sua serie stessa. Di norma, per forzare più il giocatore verso l’impegno con una sola ragazza, vengono poste delle restrizioni in termini di azioni che si possono compiere in una giornata. Basti pensare a titoli come Stella Glow, il cui tempo consente a malapena di intrattenere una relazione amorosa. In questo gioco potete scordarvi tutti questi problemi.
Tra una missione e l’altra, nel corso della giornata è possibile dedicarsi a tutti gli eventi secondari disponibili, a patto che il livello di affetto sia sufficiente. In ogni momento della giornata, quando nel vostro Teletron si presenta un punto esclamativo blu, potete incontrare quel personaggio e parlarci. A volte potrebbe avere un incarico per voi, come per esempio trovare un oggetto. Altre volte potreste semplicemente discuterci e migliorare o peggiorare la vostra relazione.
È proprio in questo che Shin Sakura Wars brilla: le relazioni umane. È sorprendente come, nonostante diversi capitoli alle spalle, i creatori riescano a proporre ancora una volta dei personaggi freschi, profondi, e farli interagire in modo così genuino con il protagonista. La mia paura, una volta che ho iniziato questo gioco, era quella che le protagoniste fossero le macchiette delle eroine precedenti. Ammetto di avere pensato così per Anastasia, così simile a Maria del primo Sakura Wars su diversi aspetti, e per Sakura stessa, imbranata e determinata come il suo idolo. Però ci può stare, dopotutto è la ragazza immagine del gioco, e deve pur possedere quelle doti che rimandino a lei.
Per fortuna i miei timori sono stati infondati. A differenza di molti giochi dello stesso genere, Shin Sakura Wars non scade nella volgarità e nel fanservice. È vero che ci sono quelle gag dove si possono sbirciare le ragazze in diverse situazioni, ma il 99% delle volte sono delle trappole per Seijuro, che si concludono in tragedia per il rapporto con loro. Sì, è vero anche che ci sono delle scelte per le quali potete decidere di fissare tette o di cercare di sbirciare mutande. Ma ancora una volta, se lo fate vi dimostrerete delle pessime persone agli occhi delle vostre colleghe, e vi beccherete quello che vi meritate.
Nella maggior parte del tempo vi ritrovate in mezzo a simpatici sketch con protagonisti e/o personaggi secondari, e il gioco vi propone una gamma di scelte. Le loro conseguenze sono state sempre percepite in maniera realistica a seconda dell’interlocutore, e questo non può che fare piacere. La costruzione di ogni singolo elemento è tanto profonda e curata da risultare credibile in quasi tutte le situazioni proposte al giocatore.
Come dimostrazione di ciò, espongo la mia esperienza. Per diverse ragioni, già dal secondo capitolo sapevo che avrei concluso la storia con Hatsuho. Dal quarto, dopo avere acquisito diverse informazioni sul suo carattere, mi sono immaginato che la parte amorosa del loro rapporto si sarebbe sviluppata in un certo modo. Mi sono immaginato diversi scenari romantici, e sono stato più che soddisfatto sull’avere azzeccato i miei pronostici. Non deluso, perché l’ho previsto, ma soddisfatto perché si è sviluppato secondo un certo criterio, sorprendendomi con i suoi dettagli.
ALL YOU NEED IS LOVE
Sakura Wars è noto, oltre che per questi elementi citati finora, anche per il suo noto sistema di scelte LIPS, Live & Interactive Picture System. Questa meccanica viene implementata in diversi modi: con il classico albero di scelte, o con l’Analog LIPS. Con l’Analog LIPS avete a disposizione una sola scelta, ma potete scegliere voi il tono con cui lo dite, tirando la levetta analogica in alto o in basso. Se mantenete il livello basso, allora sussurrerete la frase in questione, mentre se la tenete in alto allora la frase verrà addirittura urlata.
Una delle peculiarità del sistema LIPS è il lasso di tempo incredibilmente limitato per scegliere la vostra risposta. Questo fa sì che il giocatore prenda una decisione che rifletta il suo istinto, il suo vero pensiero. E se non si risponde in tempo? Seijuro resta muto. Esattamente come farebbe un indeciso di fronte al dilemma. E non sempre questo è un male. Ci sono momenti in cui è meglio tacere, piuttosto che esprimere un concetto stupido.
In Shin Sakura Wars viene proposto un altro sistema d’interazione con le ragazze, che è il Tete-a-Tete. Nel Teletron questo viene contraddistinto da un’icona a cuore, anziché un punto esclamativo, ed indica un evento romantico tra Seijuro e la ragazza presente. In questa modalità, il giocatore può interagire con gli elementi della stanza come in un punta e clicca, per discutere degli oggetti da voi selezionati, fino ad arrivare ad un situazione in cui i due piccioncini si trovano molto vicini. E qui sta a voi scegliere se coccolare la vostra eroina, farle dei complimenti, oppure fare i marpioni e fissarle il seno. Tutte tranne Azami naturalmente, e fortunatamente.
Devo dire che ho trovato molto carina questa modalità, perché è stata studiata molto bene ed è un’esperienza molto variegata in base alla ragazza con cui decidete di viverla. Per fare un esempio banale, Sakura odia le carezze, mentre qualcun’altra no. Dipende tutto dal carattere delle ragazze. Qui si rafforza il concetto di personaggio ben costruito, perché ogni eroina preferisce un certo tipo di approccio, e sta a voi mettere in moto il vostro lato seduttore e capire la cosa migliore.
Come nella serie Fire Emblem, in questo nuovo Sakura Wars c’è anche un altro modo per fare scoccare la scintilla: combattendo fianco a fianco. Più combattete con una certa ragazza, più la vostra relazione si rafforza. A tal proposito, viene offerta al giocatore la possibilità di riaffrontare tutte le missioni nel corso del gioco con tutte e cinque le ragazze, così da potere aumentare l’affinità a prescindere dagli eventi della storia principale. Anche perché, e questa la sottolineo come nota di demerito, la storia principale fa di tutto per fare stare insieme Seijuro e Sakura. Saranno molte le missioni in cui avete lei in squadra, e pertanto è la più facile con cui entrare in sintonia.
MECHAS AND WAIFUS
Il titolo di questo paragrafo, che è una citazione gentilmente offerta da Tof, capita a fagiolo per ribadire il dualismo tra dating simulator e RPG. E dopo avere parlato a lungo della componente dating, è arrivato il momento di mostrarvi il sistema di combattimento. In questo comparto è avvenuta la rivoluzione di Shin Sakura Wars. Infatti dopo tanti capitoli sRPG, SEGA propone un Action RPG, che sa più di Hack’n Slash che Action RPG.
Questo è l’elemento che ha fatto storcere di più il naso a molti fan, proprio perché è stato lo stravolgimento maggiore nella consuetudine del franchise. Ma dopo un paio di minuti che lo si prova, questo nuovo sistema si mostra intuitivo, divertente, e propone delle meccaniche molto carine che procedo ad illustrarvi.
Sfruttando il motore grafico di Yakuza, SEGA trasporta i fantastici mecha a vapore in ampi livelli in 3D, abbastanza lineari ma comunque belli da vedere e pieni di nemici. In particolare alcuni scenari si contraddistinguono per la particolarità degli ambienti in cui ci si può muovere, che includono delle componenti platform basilari, ma allo stesso tempo divertenti. Queste sono quel genere di cose che ricordano gli anni ’90, ma che in realtà non passano di moda e non smettono di intrattenere. In questo Shin Sakura Wars è possibile saltare da una parte all’altra, correre tra le pareti, e scappare da enormi serpenti demoniaci.
Sempre grazie al motore grafico di Yakuza, questa volta non affronteremo solo cinque robot alla volta, ma anche decine contemporaneamente, e il framerate non ne risente minimamente. Per devastarli abbiamo a disposizione due possibili tipologie di attacchi, leggeri e pesanti. È possibile combinarli in diversi modi, così da realizzare diverse tecniche, come attacchi a zona o respingenti. Inoltre, quando la barra dello spirito viene riempita a sufficienza, è possibile lanciare un attacco speciale, tanto spettacolare quanto devastante, peculiare per ciascun personaggio.
In ogni combattimento potete avere una ragazza come compagna, le cui performance dipendono da due fattori: la profondità del vostro rapporto e il livello di morale. Durante la battaglia, è possibile aumentare il morale della squadra soddisfacendo certi requisiti, come per esempio abbattere contemporaneamente diversi nemici, o distruggere in sincronia un nemico. Allo stesso modo, è possibile abbassarlo combattendo da soli o facendosi colpire. Per cui siete incentivati a dare il meglio in ogni battaglia, anche perché alla fine di questa venite valutati per il vostro stile. Più alto è il voto che vi verrà assegnato, più il rapporto con la vostra compagna di squadra migliorerà.
Se fate un punteggio basso, per fortuna potete sempre riaffrontare le missioni nel tempo libero. Ma è obbiettivamente difficile ottenere un risultato negativo, poiché il livello di difficoltà è abbastanza basso, soprattutto nelle prime fasi. Soltanto in alcuni livelli finali i boss diventano assurdamente più difficili. A venirvi in soccorso in queste situazioni, per fortuna, vi è un’ultima tecnica: l’attacco di coppia. Quando il vostro rapporto con una ragazza è abbastanza profondo, potete sferrare per una sola volta in tutta la battaglia una mossa spettacolare, nella quale la coppia designata si diletta in uno spettacolo dopo il quale la loro potenza aumenta e i personaggi diventano invulnerabili per un breve lasso di tempo.
Nonostante la mancanza del lock on, questo sistema di combattimento mi è piaciuto molto, e per alcune dinamiche mi ha ricordato un vecchio classico Capcom, Onimusha, soprattutto per la possibilità di schivare gli attacchi e distruggere i robot tagliandoli in due se il tempismo è perfetto.
TECNICAMENTE PARLANDO…
Sono consapevole del fatto che tecnicamente ci sono giochi di gran lunga superiori, come Persona 5 e Atelier Ryza. E su questo non ci piove. Però c’è da dire che ho apprezzato molto il comparto grafico di Shin Sakura Wars, che propone delle animazioni molto fluide e ben definite. Inoltre, i dialoghi raggiungono finalmente la loro massima espressione con delle ragazze vive, che si muovono, e presentano un’ampia gamma di espressioni.
Certo, è vero che a volte la recitazione ricorda Nicolas Cage ne Il Prescelto, ma io lo adoro. E in un gioco di questo genere, dai toni spesso leggeri, l’esagerazione delle reazioni a certi eventi risulta anche genuinamente comica. In altri momenti invece ho adorato la rappresentazione delle espressioni dei personaggi in alcuni momenti più dolci, specialmente negli eventi tete-a-tete. Penso che nel mondo Visual Novel e Dating Simulator, Shin Sakura Wars sia la massima espressione del genere al momento.
Il comparto sonoro continua a restare negli anni uno dei piatti forti del gioco, con una riproposizione del tema originale, e tante nuove composizioni originali con un’orchestra molto piacevole da sentire in tutti i momenti. Le mie tracce preferite sono state personalmente quelle che ricalcano i suoni del classico folklore giapponese, e i battle themes che nel loro miscuglio di generi, tra orchestrale e rock, rendono più avvincente ogni combattimento.
Paradossalmente, benché in un dating sim si possano ottenere più finali, la longevità rimane piuttosto bassa, permettendo al giocatore di sviluppare tutti i possibili finali in venti ore, esagerando. Ammetto che mi sarebbe piaciuto avere qualche elemento aggiuntivo, per potere vivere ancora un’avventura che mi ha preso tanto. Ma resto comunque soddisfatto per la qualità della storia che il gioco mi ha proposto, e la profondità di ogni singolo personaggio, dal primo all’ultimo. E oltre ad essere belli dentro, sono anche belli fuori, grazie al sapiente disegno di Tite Kubo, mangaka autore di Bleach. Il character design mi ricorda un po’ quello dei vari Atelier, in particolare un personaggio mi ha ricordato qualche protagonista della serie Dusk. Il che non può che essere un punto a favore dal mio punto di vista, visto che adoro la serie Atelier.