Persona Q: Shadow of the Labyrinth
Piattaforma: Nintendo 3DS
Software House: Atlus
Publisher: NIS America
Lingua: inglese (testi/audio)
Release: 28 novembre 2014
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Può lo spin off di una serie essere ancora più bello dei giochi originali da cui è tratto? Nel caso di Persona Q dico sì e lo ripeto di nuovo: è davvero possibile se si mantengono intatti gli elementi della serie principale arricchendoli di ulteriori sfacettature. Indubbiamente il titolo è nato come gioco fanservice per far interagire tra loro due dei gruppi più belli degli RPG, due gruppi così diversi, ma al contempo molto simili: SEES e Investigation Team. All’apparenza si potrebbe pensare che Persona Q: Shadow of the Labyrinth sia solamente un gioco fatto per rendere reali le fantasie di tutti quei fan che non vedevano l’ora di vedere con i propri occhi le interazioni tra un personaggio piuttosto che un altro, ma Atlus non si è lasciata sfuggire l’occasione per dare vita ad una trama cupa e malinconica, ma non mancano anche momenti esilaranti per spezzare la tensione accumulata.
« Set us off on new adventures? »
La storia di Persona Q ruota attorno a due principali figure: Zen e Rei, protagonisti del gioco e new entry nella serie Persona.
Il tutto inizia scegliendo con quale punto di vista iniziare il gioco, Persona 3 o Persona 4?
Non cambierà molto, semplicemente vivremo alcune scene in modo diverso in base alla route scelta. Persona Q è ambientato in periodi precisi dei due titoli principali: 20 Settembre per il terzo capitolo e 30 ottobre per il quarto, durante l’ultimo giorno di festa del festival scolastico della Yasogami High School.
Sia per uno che per l’altro party, il gioco vero inizia quando si ode il rintocco di una campana che trasporta Minato, Yu e tutti gli altri compagni nella Velvet Room, collegata ad un luogo misterioso molto simile alla scuola del gruppo di P4 come ambientazione, peccato che una grande torre con un imponente orologio sulla sua sommità, oltre che labirinti brulicanti di Shadow, vanificano la teoria posta dai personaggi: quel luogo non è la stessa e conosciuta scuola.
L’incontro con la tenera, mangiona Rei e il freddo Zen avverrà durante la prima esplorazione di quel mondo così strano e preoccupante. I due protagonisti racconteranno di aver perso la memoria e l’unico modo per uscire da lì è aiutarli a ritrovarla. Dal loro racconto emerge che qualcuno ha rubato i ricordi dei due e solamente esplorando i labirinti e sconfiggendo i Guardiani posti alla fine di essi, sarà possibile recuperare le memorie perdute. Da qui in poi non posso rivelare altro, sappiate solo che non mancheranno grandi rivelazioni. La trama ci metterà un po’ ad ingranare, ma già al secondo dungeon vorrete sempre più scoprire cosa si cela in quei labirinti oltre che scovare la causa dell’amnesia di Zen e Rei.
« This carousel – spins us round so much! »
Per un fan della serie, le interazioni tra party e party sono davvero una montagna dorata di ottimo fanservice oltre che di headcanon che finalmente hanno il loro giusto posto all’interno di un gioco e non solo nelle nostre più grandi fantasie.
In questo paragrafo voglio però parlarvi di Zen e Rei, i protagonisti veri e propri di questo spinoff. Li conosciamo come due ragazzi privi di memoria perchè la stessa, come già detto in precedenza, è stata rubata.
Perchè qualcuno avrebbe dovuto fare questo? Che cosa c’è di così tanto importante tra le loro memorie? Segreti che non si possono svelare? Chi è stato a farlo?
Tante di queste domande ci turberanno per buona parte del gioco fino ad arrivare alla risoluzione di questo puzzle, un enigma che mi ha lasciata davvero di stucco e che mi hanno portata a conoscere meglio Zen e Rei, un personaggio più bello dell’altro.
La loro complicità ha basi davvero profondissime che vanno oltre concetti che mettono in dubbio e sgretolano le trame portanti degli stessi Persona 3 e 4: la morte e la verità.
” This carousel – spins us round so much! Sometimes you don’t know should…
You stay or get off? It’s only just begun…
Welcome to this wild Maze of Life! “
Zen e Rei si trovano proprio su una metaforica giostra che gira, gira e continua a girare. Sta a noi scegliere se continuare un determinato viaggio piuttosto che scendere e recarci verso un’altra strada. Scegliere la giusta via infatti non è per niente facile, ma quale si può definire tale? Chi può dirci, se non noi stessi, se stiamo proseguendo verso la verità che riteniamo tale? Il labirinto della vita è davvero intricato, ma al contempo la sua natura selvaggia è ciò che più ci spinge a continuare e continuare ancora. Siamo indubbiamente affascinati da tutte le possibilità che essa ci offre, nonostante i pericoli e gli incidenti sul percorso. L’importante è ricordarsi sempre che la sola nostra esistenza, per quanto piccola di fronte alla vastità del cosmo, è ciò che automaticamente ci rende persone con la P maiuscola. Il nostro essere vivi, il nostro essere in collegamento con altri ha indubbiamente fatto conoscere diversi punti di vista e aiutato entrambe le parti. Possiamo davvero fare tanto per una persona, un semplice sorriso può far risplendere chi è nell’ombra.
Non mi soffermerò troppo sui personaggi di Persona 3 Persona 4 in quanto non c’è una crescita visibile per loro, ma vederli interagire uno con l’altro è ciò che più un fan della serie vorrebbe notare. Abbiamo ad esempio Teddie che ci prova spudoratamente con le ragazze della Gekkoukan High School per fallire miseramente come al solito e Koromaru che lo rincorre. Junpei e Yosuke che se la intendono parecchio su molti fronti sia perchè hanno entrambi un doloroso evento alle spalle oltre che la stessa Arcana; Atlus non si è nemmeno lasciata scappare il fatto che quest’ultimo e Minato abbiano lo stesso doppiatore inglese (Yuri Lowenthal) e questa uguaglianza sarà protagonista di alcune scenette divertenti. O ancora, Fuuka e Rise che stringono amicizia perchè entrambe hanno lo stesso ruolo di Navigator.
« No idle in battle, and I keep it dazzle! »
Premessa: non sono mai stata un’amante dei dungeon crawler perchè la visuale in prima persona ogni tanto mi arreca dei problemi, ma nel caso di Persona Q devo dire che non ne ho avuti e anzi mi ha fatto apprezzare questa sotto categoria da cui ho sempre cercato di tenermi lontana perchè finora nessun titolo come questo mi ha invogliata così tanto nel proseguimento.
Il gioco presenta un sistema noto ai fan di Etrian Odyssey: le mappe.
Sarà infatti nostra premura disegnare il percorso all’interno del dungeon oltre che segnare passaggi, porte ed eventi di quel preciso piano che stiamo esplorando, il tutto tramite lo schermo inferiore del Nintendo 3DS insieme al fidato pennino touch che ci accompagnerà in tutta la nostra esplorazione. Le iconcine sono davvero troppo carine e starà a noi utilizzarle al meglio, tutto è nelle nostre mani! Sarà importante segnare i passaggi segreti trovati così da non dover rifare più volte lo stesso percorso e anzi accorciare la strada si rivelerà il più delle volte una manna dal cielo. Non mancano i forzieri che contengono oggetti oltre che i P-Spot (Power Spot), piccole aree luccicanti in cui sarà possibile gatherare materiali utili. (Attenti però, più cercheremo di raccoglierne e più aumenteranno le possibilità di scontrarsi con potenti shadow).
Il battle system di Persona Q riprende vecchie meccaniche dei capitoli principali, ma al contempo ne aggiunge altre ben più interessanti. Prima di tutto il party di battaglia è composto da cinque personaggi ed nostra premura disporli sulle due file presenti: ad esempio, coloro che si trovano in quella posteriore subiscono meno danni, ma al contempo ne infliggono anche di meno eccetto che non abbiano una gittata a lungo raggio (come Yukari o Yukiko, per intenderci).
Inoltre, la Wild Card che permetteva esclusivamente ai protagonisti di P3 e P4 di utilizzare più Persona è stata abolita anche per motivi di trama e quindi in questo modo anche gli altri personaggi potranno avvalersi dello stesso privilegio. Per ovviare al tutto però sono stati introdotti i Sub Persona che ci permetteranno di utilizzare molte più skills oltre che aumentare le nostre statistiche. In sostanza avremo a disposizione un Persona principale che crescerà di livello con il personaggio affidatogli e un Persona secondario (Sub Persona appunto) interscambiabile all’interno del party, avendo un sistema di exp proprio. Persino le due Navigator (Fuuka e Rise) potranno avvalersi di questa meccanica, ma potranno utilizzare solamente le abilità “Navi” tramite il comando “Leader Skill” del protagonista (rispettivamente Minato o Yu).
Attaccare gli shadow con l’elemento a cui sono deboli oppure con un colpo critico garantirà la modalità boost che consente non solo di fare un All-Out Attack, qualora quattro dei nostri personaggi siano in tale modalità, ma anche di poter attaccare per primi al turno successivo e senza costi di SP/HP per le abilità.
Come capire se uno shadow è vicino a noi? In basso a destra dello schermo superiore troviamo una piccola icona che cambierà in base alla vicinanza/lontananza dello stesso. Quando il nemico è lontano, l’iconcina si colorerà di blu, quando invece è vicino diventerà rossa. L’eccezione però sta con i F.O.E. ( abbreviazione di Fysis Oikein Eidolon), shadow davvero potenti e ostici, che saranno visibili sia sullo schermo che sulla mappa.
Il gameplay non si limita solo a questo, infatti all’esterno dei dungeon sarà possibile recarsi nel negozio d’armi/armature e oggetti di Theodore per poterci equipaggiare al meglio e vendere materiale trovato nei labirinti. Troveremo inoltre l’infermeria di Elizabeth presso cui è possibile non solo recuperare HP/SP (pagando), ma anche accettare richieste dagli altri personaggi, ottenendo così oggetti e denaro. Infine ci sarà sempre la Velvet Room per poter fondere i Persona.
« Your voice, your weakness, your gaze »
La grafica di Persona Q è davvero adorabile il chara design fatto in questo modo si adatta benissimo al contesto. Non a caso i personaggi chibi sono tenerissimi e vorresti abbracciare uno a uno tutti loro.
Questo però non significa che il gioco sia per bambini, tutt’altro. Il design di ogni singolo dungeon è curatissimo e unico nel suo genere e lo stesso posso dire per i F.O.E e i boss che sono particolari e interessantissimi. Il riciclo degli Shadow penso sia normalissimo, infatti non lo trovo nemmeno così problematico o negativo.
Dal punto di vista sonoro, la serie Persona non perde un colpo neanche in questo caso e ci troviamo di fronte a titoli magistrali come: Changing Me, Light the Fire up in the Night, Laser Beam e tracce particolareggiate per ogni singolo dungeon, come ad esempio il Group Date Cafe. Possiamo dire lo stesso per il doppiaggio, anche qui molto curato e in grado di avanzare una carica emotiva piuttosto intensa nei momenti focali della trama.