Shadow Hearts
Piattaforme: Playstation 2
Software House: Sacnoth
Publisher: Midway games
Lingua: inglese (AUDIO E TESTI)
Release: 29 marzo 2002
Nel 1999 una software house di nicchia, la Sacnoth, prova a mettere su le basi per la sua idea di gioco di ruolo: una combinazione di horror e di fantastico immersa in un contesto realistico. Questo progetto prende il nome di Koudelka. Purtroppo, a causa di alcuni difetti che ne minano la sua giocabilità, il gioco su Playstation viene eclissato da altri esponenti dello stesso genere, decisamente più immediati per il videogiocatore medio. Per fortuna, i dipendenti dell’azienda che hanno creduto nel loro lavoro non si sono fatti scoraggiare da quest’insuccesso commerciale. Il direttore artistico di Koudelka, Matsuzo Machida, prende le redini del progetto. E così dal loro sforzo, ancora sotto il nome di Sacnoth, pubblicano sulla nuova Playstation 2 Shadow Hearts. Ed è di questo titolo che oggi vi voglio parlare, per farvi scoprire uno degli RPG più oscuri per il Monolite Nero.
KOUDELKA 2
Siamo nello stesso universo narrativo di Koudelka, sedici anni dopo la tragedia del monastero di Nemerton. 1913. Un treno speciale dell’esercito giapponese trasporta un passeggero molto prezioso per gli scopi dell’impero nascente. Costei è Alice Elliot, figlia di un sacerdote inglese, di recente brutalmente assassinato. I soldati all’interno della locomotiva non sanno perché stiano scortando questa giovane ragazza. Durante la loro transizione in Cina, un gentleman inglese di mezza età, che si presenta come Roger Bacon, irrompe nel vagone dove si trova Alice e stermina le guardie. Per sua fortuna, sul suo stesso vagone si trova Yuri Hyuga, un Harmonixer, ossia un uomo capace di fondere il suo spirito con quello dei demoni.
Grazie alla sua forza sovrumana, Yuri riesce a strappare in extremis Alice dalle grinfie dello stregone. Guidato da una voce misteriosa che comunica telepaticamente con lui, si mette in cammino per portare la ragazza in un luogo sicuro. Ed è così che inizia la loro avventura.
Nel corso di Shadow Hearts si incontrano diversi personaggi che si uniranno a Yuri ed Alice, uno più assurdo dell’altro:
- Zhuzhen Liu: un esorcista cinese molto potente, maestro dell’antica arte cinese del Feng Shui e praticante della magia Taoista. Incontra i protagonisti durante un esorcismo, e rimane affascinato ed incuriosito dalle doti di Harmonixer di Yuri.
- Margarete Zelle: una sensuale spia di nazionalità sconosciuta. Il destino fa sì che il suo cammino s’incroci con quello di Yuri, e decide di unirsi nel suo viaggio. È un’esperta di armi da fuoco, e utilizza i suoi gadget durante il combattimento.
- Keith Valentine: un vampiro di 400 anni che vive in un castello nell’Europa dell’Est, dicasi cliché. Annoiato dalla vita sedentaria offerta dalla sua regale dimora, decide di unirsi alla compagnia di Yuri. Nonostante sia una creatura temuta dalla mitologia, in realtà il suo animo è buono, e non tollera le ingiustizie, né tantomeno si nutre di sangue umano. Oltre ai poteri dovuti alla sua condizione, Keith è anche un abile spadaccino.
- Halley: un ragazzino orfano, con cui Yuri empatizza subito per la carenza in comune di figure genitoriali. Ragione per cui decide di aiutarlo nella ricerca di sua madre, che sembra essere ancora viva. Pare che possieda dei poteri paranormali, che lo costringono a vivere da recluso.
Una cosa positiva che trovo necessario sottolineare è che non ci sia un compagno di squadra che non mi sia piaciuto. Questo è reso possibile dal fatto che ogni personaggio ha un suo background solido, che viene approfondito bene nel corso della storia, e una personalità ben definita. Nel corso dell’avventura, ognuno di essi stabilisce un legame profondo col protagonista, e costruisce un rapporto sincero, e realistico agli occhi dello spettatore. È stato difficile perfino scegliere il party destinato alla battaglia finale, cosa che solitamente faccio in un lampo. Ma per come è strutturato il gameplay, le scelte strategiche sono molteplici, e consentono l’utilizzo di diversi personaggi per lo stesso ruolo, per cui restano le preferenze personali. Che non sono così facili da stabilire.
Altro punto a favore da mettere subito in chiaro è l’accuratezza con la quale la storia non solo si allaccia bene con il suo capitolo precedente, ma anche con il periodo storico a cui fa riferimento. Shadow Hearts espande enormemente l’universo narrativo di Koudelka e sparge tantissimi riferimenti e piccole chicche qui e là che fanno riferimento anche al manga del videogioco.
RPG 18+
Il titolo di questo gioco, Cuori Oscuri, dovrebbe essere già un monito per chiunque voglia iniziare quest’avventura, nella quale i lati più oscuri dell’animo umano.
Basta la cutscene iniziale di Shadow Hearts per rendersi conto della differenza abissale con il classico gioco di ruolo giapponese, e pure con i suoi simili ibridi RPG/Survival Horror. Per enfatizzare questo dettaglio, vi cito come esempio l’unica serie che idealmente si possa avvicinare come concept: Parasite Eve. Per chi non avesse giocato nemmeno un capitolo di questa saga, riporto in particolare uno dei momenti visivamente più cruenti. In ambedue i titoli per Playstation, il giocatore assiste alla trasformazione in mostro rispettivamente di un topo e di un essere umano. Di per sé, la scena dovrebbe essere spaventosa, ma il suo contenuto grafico non è estremo quanto una dilaniazione. Coi Piccoli Brividi abbiamo temprato i nostri recettori della paura contro licantropi, vampiri, et similia.
Shadow Hearts, nella sua introduzione, mostra Yuri che provoca un demone armato di falce, per distrarlo dal suo obbiettivo, e questi gli stacca un braccio. Ma per lui questo non è un problema, con quello restante immobilizza il mostro, afferrandolo per il cranio, e glielo spappola. Con schizzi di sangue gentilmente offerti dai maestri dello splatter. Indifferente alla menomazione, Yuri afferra il suo braccio, e con un incantesimo curativo lo riattacca.
Se, come il sottoscritto, avete un trauma infantile riguardante Mortal Kombat che vi rende insensibili di fronte alla violenza più efferata, questa scena non vi suscita alcuna emozione. Ma provate a immaginare per un attimo questa sensazione. Siete un ragazzo che prende tra le mani Shadow Hearts, tentato dal fatto che condivida lo stesso genere di Final Fantasy. Ripensate alla cutscene di Final Fantasy VIII, Squall che combatte contro Seifer, si ferisce, perde un po’ di sangue, e basta. E poi vedete un combattimento simile, che sembra più un film di George Romero per violenza grafica. Come la prendereste? Non bene, sicuramente.
Con quest’introduzione, questo gioco vi prepara ad atmosfere malsane, disturbanti e lorde di sangue, degne del migliore Silent Hill. La potenza grafica della Playstation 2 permette di esaltare ciò che in Koudelka era un ammasso di pixel. Pertanto, quei mostri che su Playstation sembrano sgorbi senza criterio ora sono dei veri abomini. Siano essi creature con arti ricuciti nelle zone sbagliate, o facce sciolte l’un l’altra fino a formare una testa sola, o semplici manifestazioni spiritiche, questi rappresentano molto meglio l’orrore lovecraftiano che avrebbero già dovuto mostrare in passato.
ANCHE I MOSTRI VANNO IN PARADISO?
Shadow Hearts si differenzia da molti altri giochi di ruolo perché non propone un classico protagonista dalla bussola morale ben definita. Ispirandosi a Devilman di Go Nagai, Matsuda crea il suo personalissimo antieroe. Yuri è un ragazzo molto sfortunato, che da piccolo ha assistito alla morte di sua madre, e non ha potuto fare niente per evitarlo, se non vendicarsi e dilaniare gli autori di questo omicidio. Da quel giorno, scopre di essere un Harmonixer, e sente dentro sé non solo il peso dei suoi demoni interiori, ma anche quello di tutti i mostri che uccide.
Nel corso di tutta la vostra avventura, il pendente di Yuri vi mostra, tramite il colore della sua pietra, il numero di anime dei mostri che lui si trascina, e chiedono la sua fine. Per poterle placare, siete costretti saltuariamente a visitare il Cimitero, che altro non è che una metafora dell’Io di Yuri. In questo luogo, il protagonista deve sconfiggere una manifestazione del desiderio di vendetta dei suoi nemici per poter ripulire il suo karma.
Per fortuna, non vi sono solo dei contro nella condizione del vostro protagonista. Gli spiriti che guadagnate nel frattempo si accumulano all’interno delle lapidi che si trovano nel Cimitero, che rappresentano ciascuno un elemento. Quando queste hanno assorbito abbastanza energia e si illuminano, Yuri può acquisire una nuova fusione. E, in fede alla metafora della sua mente, ogni fusione nel Cimitero rappresenta uno dei suoi sentimenti nascosti. Ciò che risulta affascinante in questa rappresentazione evolutiva è come la conoscenza di sé stessi implichi un’acquisizione di forza, rappresentando una reale nozione di psicologia.
Non è finita qui. Se date un’occhiata al bestiario, scoprirete tante cose interessanti sulle origini dei vostri avversari, i cui nomi derivano principalmente da diverse mitologie. In particolare, si gioca molto con lingue come il sanscrito e l’hindu per creare dei titoli accattivanti e misteriosi. Così facendo, questi mostri celano un significato profondo, mostrando quanto impegno ci sia stato effettivamente nel far quadrare ogni cosa in questo universo narrativo.
DETERMINAZIONE, AZIONE, E RISULTATO
I riferimenti all’esoterismo non si trovano solo nei nemici, sono parte integrante del sistema di combattimento. Voi penserete: certo, siamo in un gioco di ruolo, perché non dovrebbe esserci del misticismo nella magia? E avete ragione, naturalmente. Ma Shadow Hearts va oltre. Sacnoth per questo titolo accantona definitivamente il genere tattico, opta per un classico gioco di ruolo a turni, ma introduce come novità il Judgement Ring, ispirandosi alle pachinko giapponesi, le loro slot machines.
A una prima occhiata, il Judgement Ring è un semplice minigioco, nel quale bisogna premere X nel momento giusto per riuscire a mettere a segno il proprio attacco. Ma questo anello non è solo un suppellettile, è una filosofia. Come viene spiegato nel corso del gioco, questo rappresenta il corso di azioni che un uomo deve compiere per poter muovere il suo destino. Proprio per questa ragione esso è carico di simboli e riferimenti a diverse culture. In ordine, i tre cerchi rappresentano la determinazione, o il desiderio di agire, l’azione, e il risultato che ne consegue. Per esempio, l’anello esterno recita la scritta SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, che in latino non ha un significato importante, ma se provate a mettere queste lettere in un quadrato:
S A T O R
A R E P O
T E N E T
O P E R A
R O T A S
Ottenete così un cosiddetto palindromo a quattro direzioni. Da qualunque parte lo leggiate, ne ricavate la stessa frase. Un tempo, si riteneva che queste frasi molto speciali fossero le chiavi per lanciare incantesimi. L’anello centrale invece contiene al suo interno i segni zodiacali, e i nomi di alcuni angeli e profeti, facendo riferimento alla cultura occidentale. Quello interno invece contiene alcune frasi in latino, e dei riferimenti alle varie materie di studio esoteriche e scientifiche come l’alchimia, la medicina, e la teologia.
Il concetto del Judgement Ring viene ulteriormente rafforzato dal fatto che questo si ritrovi in varie attività nel corso del gioco, come per esempio nello sfondare una porta. Vuoi compiere un’azione? L’anello del giudizio determina il tuo risultato. Per chi avesse avuto l’onore di giocare Lost Odyssey, sicuramente ricorda un sistema di attacco molto simile durante i combattimenti. Non a caso, la sua casa sviluppatrice Feelplus è composta perlopiù da programmatori di questo gioco.
TRA GIOCO DI RUOLO E ORRORE
Al di là delle sue peculiarità concettuali, Shadow Hearts si presenta come un gioco di ruolo molto classico. Le statistiche non sono più quelle di Koudelka, piuttosto si torna ai classici Attacco fisico, Difesa fisica, Velocità, Difesa Speciale, e così discorrendo. I parametri che segnano la vostra energia sono i canonici HP ed MP.
Ma per arricchire l’esperienza è stato aggiunto un terzo valore: SP, o Sanity Points. Questi rappresentano l’effettiva sanità mentale del vostro personaggio, e la capacità di reggere psicologicamente gli eventi a cui assiste. Se a qualcuno è capitato l’onore di giocare a Eternal Darkness: Sanity’s Requiem per Nintendo Game Cube, sicuramente ha già sentito parlare di questo concetto. E non solo, ha avuto modo di vedere i nefasti effetti di un crollo psicologico del protagonista durante la partita, e le allucinazioni che questo provoca. Ma in Shadow Hearts per fortuna le conseguenze non sono tanto estreme. Quando la barra degli SP si esaurisce, il personaggio va in uno status definito Berserk, ed impazzisce. In questo caso, esso non distingue più tra alleato e nemico, e non è più possibile controllarlo fino a che non vengono ripristinati gli SP.
Le abilità speciali dei vari combattenti sono peculiari per ciascuno di essi, definendo quindi un sistema a classi molto basilare, ma allo stesso tempo molto curato. Per fare un esempio Zhuzhen, maestro esorcista, è possibile accostarlo con la classe del mago nero. Pertanto, la sua specialità Yin and Yang permette proprio di lanciare incantesimi offensivi. E quando esegue le sue magie è possibile notare, a prescindere dal linguaggio del gioco, Zhuzhen pronunciare questa frase: “Rin-Kyō-Tōh-Sha-Kai-Jin-Retsu-Zai-Zen!”. Queste parole sono una forma di meditazione risalente alla religione buddhista, detta anche Sigillo a nove sillabe. Esso viene utilizzato per rafforzare quell’idea di amalgamazione tra mondo reale e folklore, creando un gioco di ruolo realistico.
Per il resto, Shadow Hearts mantiene altri punti classici del genere con status alterati, esperienza, ed elementi magici. Per questo motivo, i giocatori di alcune serie più classiche come Final Fantasy si troveranno a loro agio in questo mondo, nonostante naturalmente ci sia la necessità di tenere conto di alcuni parametri aggiuntivi, e dei nomi meno canonici per i vari oggetti, così come è stato per Koudelka.
TECNICAMENTE PARLANDO
Ultima ma non meno importante, resta la parte strettamente tecnica di Shadow Hearts.
Come premessa, ci tengo a specificare che parliamo di un gioco uscito nel primo periodo di vita della Playstation 2, per cui graficamente il risultato è assai scontato. Di fronte a voi avrete dei poligoni piuttosto grezzi, sfondi abbastanza scarni, e dei personaggi con espressioni e animazioni buffe. Perlomeno, almeno durante il combattimento, gli effetti grafici sono ancora validi per l’epoca. Per cui diciamo che non è tutto da buttare. Inoltre i filmati in Computer Grafica sono fatti abbastanza bene, cosa che merita un elogio.
Ci sono due punti di forza che rendono trascurabile la grafica obsoleta. Il primo è la colonna sonora di pregevole fattura, che spazia tra New Wave, Industrial Rock, Symphonic, e un Ambient che si fonde alla perfezione con le atmosfere del gioco. A completare l’opera per i combattimenti vengono proposte delle tracce World con un basso prepotente che vi ipnotizza con dei giri molto orecchiabili. Un po’ come quando sentite Billie Jean di Micheal Jackson per la prima volta. In particolare segnalo il battle theme Near Death Experience, che resta uno dei miei preferiti di sempre, e che è tanto apprezzato da dare il suo titolo al remix della colonna sonora. E inoltre vi suggerisco caldamente la canzone dedicata ai due protagonisti Yuri ed Alice, Shadow Hearts. Da brividi, oltre che da lacrimoni.
Il secondo punto di forza è la narrazione. Vi assicuro che è stato davvero difficile, visto il mio amore per Shadow Hearts, condensare la ricchezza di questo titolo in queste righe. E questo perché questo gioco fa molto di più di raccontare una lotta tra bene e male, come quasi tutti gli RPG.
Shadow Hearts è una delle storie d’amore più bizzarre, ma allo stesso tempo pure, che si possa trovare nella narrativa videoludica, di quelle che vi faranno scendere i lacrimoni. È un gioco che sa prendersi in giro, con diversi momenti d’ironia, come il maestro di agopuntura omosessuale che fa andare in Berserk Yuri quando pratica la sua arte su di lui. Arricchisce ogni personaggio con delle side quests a loro dedicate, e fa il possibile per non tenerli mai in disparte. Propone dei dialoghi metafisici molto profondi, al pari dei monologhi di Edward in Koudelka. Non manca di omaggiare il suo predecessore con degli easter egg molto carini. Prende a piene mani informazioni dal folklore di tutto il mondo, e le riunisce in un modo che pare proprio il nostro.
E vi assicuro che potrei continuare. Basterebbe esaminare i tantissimi significati occulti dietro tante scelte implementative, all’interno di questo gioco, per riempire due diari.
Un altro punto peculiare di questo titolo è lo stile con il quale Shadow Hearts rappresenta i dialoghi. I sottotitoli utilizzati in Koudelka vengono riservati solo alla raccolta di altri oggetti. Ogni frase detta da un personaggio viene disegnata su di una classica nuvola da fumetto, dando un aspetto da comic alle conversazioni. Il termine non viene utilizzato a caso. Anzi, i flashback vengono presentati come dei veri e propri comic, che alcune volte risultano ridicoli, altri invece molto ben riusciti.
E questi completano in sunto ciò che è la grandezza di questo gioco, che contiene davvero di tutto, ma con una coerenza molto precisa. Un titolo che nel suo piccolo contiene un intero universo narrativo, che pulsa, e sprizza tanto impegno da parte degli sviluppatori da tutti i pori.
Conclusione
In poche parole Shadow Hearts è una di quelle esperienze che non si possono dimenticare. Inizialmente può sembrare un gioco rozzo, realizzato sommariamente, e graficamente banale. Però, una volta che si riesce a fare breccia su questi aspetti triviali, vi aspetta un universo da esplorare, ricco di dettagli, trovate interessanti, ed emozioni. Alla base di questo gioco poggia una filosofia che propone al suo spettatore tanti spunti di riflessioni, dei rapporti umani molto sinceri e genuini, e tanta cultura. Senza però tralasciare un pizzico d’ironia, tanto divertimento, e un po’ di paura. Non manca niente in questo mondo così vivo. In un solo CD si racchiude così tanto. E in questa grandezza vi aspetta un’avventura che, senza esagerazioni, è una delle più interessanti e belle che possiate vivere. Vi entrerà sicuramente nel cuore.