Cyberpunk 2077, come ben sapete per via della risonanza mediatica che ha avuto, non ha avuto il migliore dei lanci al D1. Questo però non intacca di certo la qualità della cultura che è stata infusa in questo titolo, che permette di apprezzare molto di più il gioco. Per chiunque abbia avuto modo di conoscere il cyberpunk attraverso ciascuna delle sue opere, ciò appare chiaro sin dai primi fotogrammi del trailer. I classici luoghi comuni ci sono tutti: l’overdose di neon nella fotografia, l’ipertecnologizzazione che cozza con la fatiscenza dell’ambiente urbano, i grattacieli colossali.
Per potere apprezzare molto di più questo titolo, a prescindere dalla quantità elevata di bug, vi suggerisco diverse opere a tema cyberpunk per erudirvi su questa corrente. Allacciate le cinture, eternauti, e preparatevi per un viaggio nel futuro.
OPERE LETTERARIE
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La trilogia dello Sprawl (William Gibson – Acquista QUI):
Il cielo sopra il porto era del colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto.
William Gibson è stato lo scrittore che più ha dato alla cultura cyberpunk in termini stilistici, costruendo con le sue parole un nuovo modo di concepire il futuro La prima frase con cui inizia il primo dei tre racconti della trilogia, Il Neuromante, racchiude i topoi, o luoghi comuni, di questo sottogenere. Un mondo amalgamato con la tecnologia, sfruttato fino all’ultimo centimetro dalle corporazioni, e devastato da una criminalità radicata nell’animo umano. Un luogo cupo, grigio, senza più nulla da offrire se non desolazione.
Ciò che ha reso ancora più affascinante il modo di immaginare il mondo di Gibson è stata la sua totale ignoranza del mondo informatico. La sua fantasia ha concepito cose altrimenti assurde per un vero informatico. Possiamo citare ad esempio la Matrice, una sorta di proiezione della rete virtuale, gli Olodecks, piattaforme con le quali gli hackers potevano accedere al cyberspazio, e le IA come vere e proprie entità coscienti. Ora che siamo nel 2020 è possibile vedere come effettivamente abbia influenzato significativamente il design di alcuni oggetti che ora sono molto più concreti, come per esempio l’Oculus Rift.
Nei libri racchiusi in questo arco narrativo, troviamo quasi tutti gli elementi inseriti in Cyberpunk 2077: personaggi dalla bussola morale molto dubbia, una megalopoli in degrado in mano a bande e corporazioni, e una bizzarra fusione tra religione e tecnologia, intelligenze artificiali e riti voodoo. I cowboys della console di Gibson qui sono i netrunner, hacker in grado di collegarsi tramite postazioni simili agli Olodecks alla rete, e i samurai della strada, come già dal trailer ci dice Johnny Silverhand, siamo noi, V. -
La notte che bruciammo Chrome (William Gibson):
Se l’antologia di racconti di Bruce Sterling¹ è una finestra sul cyberpunk, Burning Chrome, titolo originale di questa raccolta, è l’alfa e l’omega. Al suo interno si trovano la maggior parte delle storie che caratterizzano questa corrente letteraria, e che sono tutt’ora fonte d’ispirazione, come Cyberpunk 2077 ha dimostrato. Un esempio lampante è New Rose Hotel, che in poche pagine racchiude tutto il pessimismo verso la globalizzazione e il capitalismo. In questa storia un uomo con un nome ignoto, e narratore, ha il compito di trasportare un biologo molto talentuoso da una corporazione a un’altra, dietro pagamento. Ad aiutarlo vi sono due mercenari, Fox e Sandii, di cui il protagonista è innamorato. Tra complotti corporativi e tradimenti, questo è uno dei racconti più iconici ed interessanti. E troverete inoltre diversi elementi comuni nella trama del videogioco. Un altro brano che vale la pena di citare è quello che dona il suo titolo alla raccolta stessa: La notte che bruciammo Chrome. Qui viene citato per la prima volta il cyberspazio, e vengono presentati alcuni dei personaggi ricorrenti della Trilogia dello Sprawl. Inoltre troverete alcuni degli elementi che conoscerete nel gioco come per esempio gli ICE (Intrusion Countermeasures Electronics). Da notare la buffa contrapposizione tra il firewall, in gergo informatico il servizio di protezione contro le intrusioni esterne, e l’ICE, fuoco e ghiaccio. Sto evitando di citare Johnny Mnemonic di proposito, proprio perché ne parlerò in seguito.
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Snow Crash (Neal Stephenson – Acquista QUI):
Dopo Gibson e il Presidente, Bruce Sterling, l’autore più importante in questo filone letterario è Neal Stephenson, araldo del post-cyberpunk. A differenza del cyberpunk, in questo sottogenere vengono enfatizzati gli aspetti sociologici dell’iperconnessione, della globalizzazione, e del capitalismo. E per fare ciò vengono presentati dei protagonisti con una bussola morale più orientata verso il bene, per cui ci si sposta dai mercenari che devono completare missioni per conto di corporazioni a eroi che vogliono migliorare il mondo. Il tutto senza abbandonare però quei topoi che hanno reso unica la letteratura cyberpunk. In Cyberpunk 2077 nel corso delle sue missioni secondarie avrete modo di essere parte attiva del marcio di Night City, nel bene o nel male. Sta a voi decidere da che parte stare. Potete stanare politici corrotti, essere nemici della polizia, o salvare vite umane che vengono barattate come merce dalla malavita. Una cosa è certa, la vostra morale sarà messa a dura prova, e avrete modo di vedere fino a che punto Night City corrompe l’animo umano. Da notare anche la scelta del titolo del romanzo, Snow Crash, un riferimento ad un effetto visivo dei primi computer Apple che si verificava durante un crash del sistema, che all’autore ricorda una nevicata.
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Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (Philip K. Dick – Acquista QUI):
Philip Dick è uno dei capisaldi della fantascienza stessa. Autore molto prolifico, e fonte di ispirazione per tantissime opere. Vi basti pensare ad Atto di forza, la serie TV The man in the high castle, Minority Report, eccetera. Un’opera in particolare però ci interessa, ed è questa, nota in Italia anche come Il cacciatore di androidi, da cui è tratto il film Blade Runner. In questo libro il protagonista è Rick Deckard, un cacciatore di replicanti deviati. I replicanti sono umanoidi creati in laboratorio per fare tutti quei lavori duri che gli esseri umani non riescono, o non vogliono, fare. Se questi acquisiscono una sorta di coscienza, è compito di Deckard ritirarli — cioè ucciderli. In una società senza valori che ha sterminato quasi tutta la fauna globale, possedere un animale domestico è l’affermazione dello status quo di un individuo. I più poveri comprano dei robot, i ricchi degli animali vivi. Per potersi permettere uno di questi ultimi, Deckard decide di accettare un lavoro che richiede il ritiro di sei replicanti deviati. Dick, in anticipo rispetto alla letteratura cyberpunk, presenta un protagonista mosso da fini egoistici verso un compito moralmente riprovevole, in un mondo futuristico iperconnesso, cupo, e in degrado. In particolare con il film Blade Runner viene definita in seguito quella che poi è diventata l’estetica del cyberpunk nell’immaginario collettivo.
OPERE CINEMATOGRAFICHE
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Nirvana (Gabriele Salvatores – Acquista QUI):
Inizio questa lista con un film che paradossalmente proviene dal bel paese. Ed è assurdo pensare che una delle nazioni più arretrate su questo genere sia anche quella che ha fatto uno dei film più cyberpunk di tutti. Jimi, interpretato da Christopher Lambert, è un programmatore di videogiochi. La sua ultima creazione, in fase di sviluppo, viene infettata da un virus informatico. Questo conferisce al protagonista del gioco una coscienza, Solo, interpretato da Diego Abatantuono, che sin dal principio supplica il suo creatore di terminare la sua vita. Per questo Jimi intraprende un viaggio per trovare chi potrebbe aiutarlo in questa missione. Molte cose sorprendono di questo film. Anzitutto la scelta delle ambientazioni: un videogame surreale che rimanda allo stereotipo del fascino verso l’oriente, e la realtà, un’Italia divisa in agglomerati, che altri non sono che lo Sprawl del caro Gibson. Poi l’interpretazione di Diego Abatantuono e di Sergio Rubini. Il primo calza perfettamente i panni di Solo, un protagonista sconsolato, infelice della sua condizione di vita, che fa riflettere lo spettatore e lo fa immedesimare dolorosamente nei suoi pensieri. Il secondo interpreta Joystick, un dottore con degli innesti agli occhi che aiuta Jimi nella sua missione, che non può che ricordare immediatamente i racconti cyberpunk. Se volete vivere e respirare ciò che è la filosofia di questa corrente letteraria, non potete non vedere Nirvana.
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Strange Days (Kathryn Bigelow – Acquista QUI):
Un altro dei film più cyberpunk di tutti è questo che vi propongo adesso: Strange Days. Dietro la macchina da presa troviamo Kathryn Bigelow, ottima regista, che dirige una sceneggiatura di James Cameron, autore di capolavori come Titanic e Terminator 2. Il protagonista è Lenny Nero, un ex-poliziotto che per guadagnarsi da vivere spaccia clips per quello che viene definito filo viaggio. Se avete già iniziato Cyberpunk 2077, allora avete appena trovato gli antenati delle brain dance. Che a loro volta sono discendenti dei simstim dell’universo di Gibson. Questo filo viaggio è una realtà virtuale immersiva nella quale si possono vivere con tutti i sensi esperienze altrui registrate in precedenza. Un giorno Lenny trova uno snuff, una clip nel quale una ragazza viene stuprata e uccisa. Da qui inizia la sua indagine per cercare di scoprire l’autore di questo prodotto, e nel frattempo salvare la sua ex-ragazza Faith, con l’aiuto dei suoi amici. Strange Days nelle sue ambientazioni e nella dubbia moralità dei suoi protagonisti rappresenta in toto ciò che sono i topoi del cyberpunk. Allo stesso tempo, non troviamo così tanta tecnologia, piuttosto ci troviamo in un futuro molto prossimo, Los Angeles del 1999, solo quattro anni avanti rispetto alla produzione del film. Ma tanto basta per rappresentare una visione molto pessimista, nella quale si critica molto duramente la violenza delle forze di polizia e la discrimazione razziale. E Cyberpunk 2077 non si discosta molto da questa concezione, con una giustizia molto brutale che non esita a fermare il crimine con la forza. Avrete modo inoltre, con il passare della storia, di notare diverse somiglianze tra questo film e il videogioco. Visione raccomandata se volete assaporare ciò che è il cyberpunk.
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Johnny Mnemonic (Robert Longo – Acquista QUI):
Avete esultato all’idea di vedere Keanu Reeves nei panni di Johnny Silverhand in Cyberpunk 2077? Per l’attore libanese non è certo la prima volta che ricopre il ruolo di un personaggio in un mondo futuristico. Anzi, suo è l’onore di interpretare il protagonista di uno dei romanzi più celebri di William Gibson, Johnny Mnemonic. Notate qualche cosa nella scelta del nome? Coincidenze? Passando alla trama, Johnny è un ricordante, un corriere che può trasportare dati tramite un innesto inserito nel suo cervello. Un malvivente gli affida un lavoro: trasportare dei dati. Ma questi appartengono alla Yakuza. Inoltre la mole d’informazioni è troppa per il suo cervello, costringendolo a ricorrere a misure pericolose per immagazzinarli, procedure che lo porteranno nel giro di poco tempo al collasso neurale. In fuga dalla mafia, Johnny incontra Jane, una samurai della strada disposta a scortarlo. Avete voglia di olodecks, cyberspazio, delfini senzienti (???), e Keanu Reeves? Johnny Mnemonic è assolutamente il film che fa per voi. Oltre al fatto che questo è uno dei pochissimi adattamenti cinematografici di un’opera di Gibson. Troverete molte similitudini tra lo Sprawl secondo questa pellicola e Night City, vedrete.
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Upgrade (Leigh Whannell – Acquista QUI):
In un futuro prossimo, in una città ultra tecnologica che ricorda più la Chicago di Watch Dogs che Night City, il meccanico Grey e sua moglie subiscono un’aggressione da una banda di teppisti. Lei viene uccisa, lui rimane paralizzato. Il capo di un’azienda che crea potenziamenti biomeccanici si propone di impiantare nell’uomo un chip con un’intelligenza artificiale, STEM. Questa è in grado di fare da cervello secondario, guarire Grey dalla paraplegia, parlare con lui, e fornirgli informazioni come fosse un computer. Questo non è il film più cyberpunk, ed è sicuramente uno dei più violenti. Di certo somiglia più al già citato Watch Dogs che a Cyberpunk 2077. Perché consigliarvelo? Chi ha giocato qualche ora capirà subito dove voglio arrivare. Comunque sia è un film molto godibile, se si sopportano i contenuti decisamente espliciti.
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Blade Runner (Ridley Scott – Acquista QUI)
Dulcis in fundo, ciò che ha ispirato un’intera generazione di registi con la sua estetica, e il suo mondo visionario. Da un libro che aveva poco da spartire col cyberpunk, citato in precedenza, Ridley Scott con l’ausilio di una troupe d’eccezione realizza Blade Runner. La trama avete avuto modo di leggerla, cosa cambia rispetto al libro in poche parole? La Los Angeles in cui Deckard cerca i suoi replicanti diventa una sorta di Sprawl, con edifici monolitici e degradati che arrivano a toccare il cielo, spazzatura ovunque, abiti sintetici, neon, tantissime pubblicità al neon, e una strizzata d’occhio all’oriente, esattamente come i racconti di Gibson. La fotografia di Blade Runner ha influito significativamente su diverse opere successive, potrei farvi diversi esempi come Nerve, Equilibrium, Seven Sisters, e In Time. Impossibile non notare nel corso del gioco i diversi omaggi a questo film. Uno dei più importanti è il Batty’s Hotel, un chiaro riferimento a Roy Batty, il capo dei replicanti ribelli interpretato dal compianto Rutger Hauer. L’altro, molto più evidente, è il personaggio di Misty, palesemente ispirato dalla replicante Pris.
OPERE FUMETTISTICHE
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Ghost In The Shell (Masamune Shirow – Acquista QUI):
Cosa è che ci rende umani? Cosa ci rende noi? Il sesso? La razza? Ghost in the Shell è un manga realizzato nell’1989 che presenta questi quesiti sfruttando un mondo nel quale il confine tra uomo e macchina non esiste più. Il corpo non è più altro che un involucro che contiene gli innesti nel cervello, che permettono alla coscienza di essere un fantasma che vaga liberamente nella rete. Motoko Kusanagi è un agente di una squadra di sicurezza segreta, che sta cercando un criminale chiamato il Marionettista. Questo è in grado di prendere il controllo delle persone. E questa caccia non è altro che un pretesto per portare il lettore verso una profonda riflessione verso le domande poste in principio di questo trafiletto. Uno dei veicoli acquistabili nel gioco porta proprio il cognome della protagonista di quest’opera.
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The Long Tomorrow (Dan O’Bannon – Acquista QUI):
Cito questo fumetto del 1976, a sua volta adattamento di un racconto breve del 1955, sia per la sua storia, sia per il suo disegnatore: Moebius. Come disse Gibson stesso in un’intervista², il motivo per cui Neuromante è così come viene narrato, è grazie all’ispirazione che ha avuto da alcuni fumetti che lesse su Metal Hurlant³, tra cui questo. E, sempre lui, suppone che lo stesso sia stato per Ridley Scott. Cosa confermata da lui stesso, con la scelta per la direzione artistica di Syd Mead, a sua volta profondamente influenzato da questa rivista. Se ne avete la possibilità, vi consiglio di dare un’occhiata ad alcune delle sue tavole, per meravigliarvi dei suoi lavori così all’avanguardia.
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Akira (Katsuhiro Otomo):
Sempre nel mondo dei manga troviamo una delle opere che ha influenzato anche direttamente Cyberpunk 2077: Akira. Questo fumetto del 1982 narra la storia di Kaneda, leader di una banda di motociclisti, che vive in una Neo-Tokyo post-apocalittica, nata dalle ceneri di Tokyo. La città è stata distrutta da una misteriosa esplosione nucleare 30 anni prima. Da lì in poi, il governo che ha preso in mano la situazione ha attuato un controllo repressivo sulla popolazione, e compie esperimenti sui bambini per fare sì che questi sviluppino ESP per potere predire il futuro. Un amico di Kaneda, Tetsuo, possiede degli ESP incredibili, tanto da portarlo a dei deliri di onnipotenza. Sta a Kaneda cercare di fermarlo, per riportare la pace in Neo-Tokyo. Noterete quanto diversi ambienti di Night City, e anche alcuni elementi di gioco, siano stati ispirati direttamente da questo manga, assolutamente raccomandato. Piccola curiosità, la moto Kusanagi citata in precedenza è ispirata dal design della moto di Kaneda.
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Nathan Never (Michele Medda, Bepi Vigna, Antonio Serra):
Come per le opere cinematografiche, per trovare uno degli esempi più fedeli di cyberpunk bisogna tornare nella nostra madre patria: si tratta del fumetto della Bonelli creato dalla banda dei sardi, per cui è con una punta di orgoglio isolano che vi consiglio la lettura di qualche numero di Nathan Never. L’opera è ambientata in una Terra devastata da una catastrofe ambientale avvenuta nel 2024. Parte dell’umanità si è trasferita su alcuni pianeti del sistema solare, altri sono rimasti, adattandosi alle nuove condizioni ambientali. Il nostro protagonista è un agente speciale, che lavora per l’Agenzia Alfa, una sorta di corporazione di vigilanza per privati. Il suo tratto distintivo è un ciuffo di capelli che si è scolorito, fino a diventare bianco, a causa del trauma subito dai sensi di colpa per non avere impedito la morte della moglie. Inoltre la sua bussola morale è molto ben definita, e si può dire che si atteggi a paladino della giustizia in quasi tutte le occasioni. L’universo narrativo di Nathan Never comprende più o meno tutto il Sistema Solare, ma la maggior parte delle storie avvengono nella Città Est, una sorta di Sprawl americano. Ed è qui che si respira un mondo nel quale è palese l’ispirazione che Blade Runner ha fornito per il character design e il world building. Se non bastasse un protagonista molto simile a Rick Deckard, ci pensano i forti connotati noir e futuristici, e i costanti riferimenti a diversi topoi della fantascienza a farci capire come questo fumetto sia uno dei migliori esempi di cyberpunk. Inoltre Nathan Never, a differenza di molti storici fumetti della Bonelli come Tex e Zagor possiede una sua continuità, per cui negli oltre 350 numeri stampati finora c’è una storia che procede da anni, tra alti e bassi, non mancando di affrontare temi scottanti, e spesso attuali. Mi permetto di suggerirvi una pratica raccolta, se si vuole conoscere il personaggio senza impegnarsi con tanti numeri.
IN CONCLUSIONE
Per non rendere infinita la lettura di questo articolo sono state omesse volutamente altre opere dalle tinte cyberpunk, posso farvi l’esempio di Alita, Il V Elemento, Mad Max, Apocalypse 2024, Matrix, Mirrorshades, varie opere videoludiche, sennò vi assicuro che ne avreste avuto ancora per un bel po’. Sono stati scelti in questo caso dei lavori nei quali si sente esplicitamente l’influenza che questi hanno avuto sulla resa finale di Cyberpunk 2077, e che allo stesso tempo possono dare al lettore un’idea di cosa sia il cyberpunk. Spero che al di là dei bug anche voi possiate, con un po’ di background in più, accettare, ed elogiare l’immenso lavoro che CD Projekt ha realizzato in termini di direzione artistica.
Note di Riferimento:
1 – Mirrorshades, antologia di racconti e manifesto del movimento cyberpunk realizzata da Bruce Sterling, non è stata inclusa in questa lista perché non è stata tanto fondamentale quanto La notte che bruciammo Chrome. Per un’infarinatura sul movimento cyberpunk in sè ve ne raccomando comunque la lettura.
3 – Da non confondere con Heavy Metal, attenzione.