Fuga: Melodies of Steel ~ La guerra attraverso gli occhi dei bambini

Fuga: Melodies of Steel ~ La guerra attraverso gli occhi dei bambini

Fuga: Melodies of Steel

Piattaforma: Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S
Software House: CyberConnect2
Publisher: CyberConnect2
Lingua: testi in italiano, doppiaggio in giapponese e francese
Release: 29 Luglio 2021

 

Nell’ambito dell’animazione, quello di antropomorfizzare gli animali può essere un espediente comunicativo molto efficace. Già dal 1973, la Disney lo aveva capito, utilizzandolo per raccontare la sua versione delle avventure di Robin Hood in cui lo scaltro ladro gentiluomo è raffigurato come una volpe, mentre il principe usurpatore Giovanni Senzaterra, appartenente alla famiglia reale ma viziato e invidioso, come un leone senza criniera. Gli animali antropomorfi vengono utilizzati anche per descrivere dinamiche sociali, come nel più recente manga Beastars o nel film Zootropolis, nei quali i carnivori raffigurano i potenti e gli erbivori, considerati più deboli, ne subiscono le conseguenze.

Anche nella letteratura gli animali sono spesso utilizzati per parlare di temi reali, assolutamente umani e a volte particolarmente crudi. Un esempio su tutti è il romanzo a fumetti Maus: A Survivor’s Tale di Art Spiegelman, il cui tema principale è l’olocausto. 

Fuga: Melodies of Steel, il titolo di cui vi voglio parlare oggi, prende questo aspetto dalla serie Little Tail Bronx a cui appartiene e lo utilizza a sua volta per parlare degli orrori della guerra.

Mélodies d’acier

Ci troviamo circa un millennio prima delle avventure narrate negli altri due titoli di questa serie, Tail Concerto e Solatorobo. L’impero Bermano invade le terre libere di Gasco e nel caos dell’attacco al villaggio di Petit Mona, un gruppo di bambini dall’età compresa tra i quattro e i dodici anni viene separato dalle proprie famiglie, ma riesce a rifugiarsi all’interno di un gigantesco carro armato, il Taranis. I bambini iniziano a viaggiare e combattere su questo carro armato, guidati da una misteriosa voce che comunica con loro attraverso la radio. I bambini si dividono nell’utilizzo delle varie torrette del Taranis e riescono a sconfiggere tutti i nemici che trovano sul loro cammino, ma nel momento in cui gli si para davanti il colonnello Pretzel, molto più potente dei nemici affrontati fino a quel momento, la voce svela l’esistenza dell’arma più potente a loro disposizione: il cannone ad anime, che può sparare un colpo incredibilmente potente al costo della vita di uno dei bambini.

Quelqu’un pense aux enfants

Se conoscevate già la saga grazie a Tail Concerto, vi sarete già accorti di quanto diversa sia l’atmosfera di questo prequel: siamo lontanissimi dalla storia scanzonata e fiabesca del titolo per PlayStation!

Come potete immaginare sia dal setting che dall’incipit, le tematiche sanno essere pesanti, ma a mio parere non vengono mai utilizzate per scioccare gli spettatori o per il semplice gusto di mostrare cattiveria gratuita. Il parallelismo con la Seconda Guerra Mondiale è cercato: impossibile non rivedere nell’impero Bermano l’immagine della Germania Nazista e nel popolo felineko, trattato come razza inferiore nonché deportato, le vittime dell’olocausto.

La scelta di avere un gruppo di bambini come protagonisti della storia è, a mio parere, un’altra scelta vincente. Le loro emozioni acerbe ma genuine sono ciò che fa scaldare il cuore. Le loro caratterizzazioni, anche se con alcune eccezioni, sono semplici ma efficaci: Hanna è la mamma del gruppo, Socks lo studioso quattrocchi, Chick e Hack i gemelli scherzosi e avventurosi, Mei la più piccola che va protetta a tutti i costi e così via. Nella loro semplicità, i loro genuini legami di amicizia e i loro desideri semplici ma puri saranno la cosa che vi spingerà a tentare di farli arrivare alla fine tutti quanti vivi.

Ho trovato la storia di Britz particolarmente commovente

Le calme avant la tempête

Il gameplay si divide in due grosse fasi: le battaglie e i momenti di intermezzo.

Gli intermezzi sono momenti di tranquillità tra una serie di battaglie e l’altra in cui si controlla uno dei bambini e lo si guida all’interno del Taranis. Le cose da fare sono molteplici: chiacchierare con gli altri per consolidare il rapporto di amicizia, ma anche cucinare manicaretti per aumentare l’esperienza e migliorare le statistiche di battaglia, pescare ferraglia da usare nell’officina e migliorare le torrette, dormire, esplorare rovine, fare il bucato, addirittura tentare di curare particolari status alterati. Il numero di azioni possibili per ogni intermezzo, però, è limitato: ogni azione costa un determinato numero di punti e, una volta spesi venti punti, l’intermezzo si concluderà, passando alla successiva fase di combattimento.

Un’altro motivo per compiere le attività negli interessi è essere ricompensati dalle illustrazioni assolutamente deliziose

Preparez-vous au combat!

Durante le battaglie, vi troverete ad attaccare i nemici con le tre torrette del Taranis. Ad ogni torretta è possibile associare fino a due personaggi, uno al comando della torretta e uno a supporto.

Il personaggio al comando della torretta determina il tipo di attacco identificato da colori diversi:

  • il rosso è il colore del cannone, potente ma poco preciso
  • l’azzurro è la mitragliatrice, molto precisa ma poco potente
  • il giallo è il lanciagranate, il più equilibrato

In base al tipo di nemico, vi troverete a utilizzare tutti e tre i tipi di colpi. Ogni nemico, infatti, può essere rallentato se colpito prima del suo turno con uno o più attacchi di un certo tipo: per esempio, se ci troviamo davanti a un carro armato con un segnalino azzurro e due gialli, per poter posticipare il suo turno dovremo colpirlo con la mitragliatrice una volta e due con il lanciagranate. Oltre al tipo di attacco, ogni personaggio ha accesso a vari tipi di abilità, tra cui cure, attacchi ad area, buff e debuff.

Il personaggio di supporto invece permette di attivare un effetto di aiuto sul personaggio al comando: Boron, per esempio, aumenta la resistenza alle ferite, mentre Kyle aumenta la precisione. Inoltre, se tra il personaggio di supporto e quello di attacco si è instaurato un rapporto di amicizia, attaccando si riempirà una barra che, una volta arrivata al 100%, permetterà di utilizzare un attacco ancora più potente.

La varietà di nemici non è altissima, ma ho trovato le battaglie abbastanza varie e non mi hanno mai pesato o annoiato più di tanto. Questo perché il livello di difficoltà è abbastanza alto da non permettere al giocatore di affrontare le battaglie senza pensare a cosa sta facendo: ognuna delle meccaniche del combattimento è da prendere in considerazione se si vuole risultare vincitori, anche negli scontri meno importanti. 

La schermata che non vorreste mai vedere

A volte, però, durante le boss battle le abilità dei bambini potrebbero non essere abbastanza. Alla fine di ogni capitolo vi troverete ad affrontarne una e in ognuna di queste battaglie potrete compiere una scelta: scontrarvi normalmente con il nemico o utilizzare il cannone ad anime per averla vinta più facilmente… ma a quale costo? Il  prezzo è proprio la vita di uno dei bambini, che non sarà più disponibile né durante le battaglie né negli intermezzi, né, chiaramente, durante la narrazione.

Questa meccanica è anche cruciale nel definire quale dei tre finali disponibili otterrete.

Per quanto mi riguarda, sono una persona molto debole e non ho avuto il cuore di sacrificare nessuno, anche a costo di provare più volte le battaglie.

Tu parles français?

Forse vi starete chiedendo del motivo di tutti questi titoli in francese (la maggior parte dei quali tradotti da Google Translate perché, a dire il vero, non ho mai studiato la lingua). Volevo provare a replicare la stessa domanda che mi sono fatta io quando, aprendo il gioco, mi sono ritrovata a scegliere tra il doppiaggio giapponese e, sorprendentemente, non quello inglese, bensì quello francese. Oltre a questo, il titolo è pervaso dalla lingua dei nostri vicini d’Oltralpe e ogni volta che vengono mostrate scritte che non debbano per forza essere comprese dal giocatore, queste scritte sono proprio in francese. La motivazione potrebbe essere ricondotta al fatto che Gasco, la nazione in cui il nostro gruppo di bambini si muove, sia incredibilmente simile alla Francia, con la capitale Paresia che a sua volta ricorda Parigi. Non so quante di queste scelte siano attribuibili al director del gioco, Yoann Gueritot, che è, appunto, di nazionalità francese, ma questo ha permesso anche scelte molto interessanti riguardo, per esempio, la colonna sonora. A cura del duo LieN, composta dalla compositrice Chikayo Fukuda e dalla cantante Tomoyo Mitani, che forse già conoscerete per il loro lavoro sulla serie di .hack e altri titoli Cyberconnect, la soundtrack è piena di tracce memorabili ed emozionanti. Non posso non citare Flower on the Trails, una delle mie preferite. Una cosa davvero simpatica è che alcune canzoni, Elegy of Wind ed Ensemble, contengono cori di bambini giapponesi o francesi in base al doppiaggio scelto, come se fossero proprio i nostri piccoli protagonisti a intonarle.

Sul lato estetico è abbastanza chiaro che Fuga non è propriamente un titolo ad alto budget e credo che si noti in particolare nelle fasi di intermezzo, dove i personaggi si muovono utilizzando un modello 3D in un ambiente 2D e in cui mi è capitato spesso (giocando su Switch) di avere strani problemi con la telecamera. Sì, problemi di telecamera in un gioco 2D a scorrimento laterale, non so che dire.

In compenso le illustrazioni sono tutte molto ben realizzate e lo stile un po’ steampunk ha certamente aiutato a conquistarmi, ma credo che, in generale, Fuga riesca ad avere un’identità artistica piuttosto ispirata.

Conclusione

Fuga: Melodies of Steel è breve ma intenso: un titolo con una premessa forte e uno svolgimento che mette in mostra gli orrori della guerra vista dagli occhi dei bambini, il tutto in circa una ventina di ore. È certamente un titolo che potrebbe non essere per tutti, ma se quello che vi ho esposto vi ha interessato ve lo consiglio spassionatamente.

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