Final Fantasy XIV Endwalker ~ Forge Ahead

Final Fantasy XIV Endwalker ~ Forge Ahead

Final Fantasy XIV: Endwalker

Piattaforma: Playstation 4
Software House: Square Enix
Publisher: Square Enix
Lingua: inglese/Francese/Tedesco/giapponese
Release: 7 Dicembre 2021
Note: Disponibile anche per Playstation 5 e PC

 

Gli MMORPG sono un tipo di esperienza che cambia tantissimo in base a come si decide di affrontarla e da come e quando la si affronta. Parlare di Final Fantasy XIV e della sua quarta e più recente espansione Endwalker non fa eccezione. Abbiamo sempre sponsorizzato i nostri diari come “il racconto delle nostre esperienze” piuttosto che come recensioni oggettive e universali, e credo che mai come in questo diario questo concetto sarà vero. Quindi vorrei cominciare dandovi un’idea di che tipo di giocatrice di Final Fantasy XIV io sia. Non gioco dal 2013, anzi, ho iniziato solo qualche anno fa, qualche mese prima dell’uscita di Shadowbringers (la terza espansione), e ho impiegato circa un anno e mezzo per arrivare “in pari” con la storia. Solo all’inizio di quest’anno sono stata in grado di dedicarmi a contenuto endgame che andasse al di là del seguire pedissequamente la trama principale. Quindi Endwalker è stata la prima espansione di cui io abbia mai vissuto un Day One, nel bene e nel male.

Waiting for the End

E voglio partire proprio dal male, per togliermelo subito di mezzo. Le code. A causa del sovraccarico dei server e delle difficoltà che il team di sviluppo ha avuto con l’upgrade dei server in questo periodo molto sfortunato, entrare nel mondo di gioco per i giocatori non è stato per nulla facile durante il primo mese. In base al momento nella giornata, il tempo di attesa poteva durare anche diverse ore. Non aiutavano errori che, in alcuni casi, causavano un reset della coda, allungando ancora il tempo di attesa. Pian piano gli errori sono stati risolti e anche le code si sono accorciate, man mano che i giocatori hanno avuto modo di completare la trama principale, ma questo non è accaduto prima che Square Enix decidesse di arginare il problema smettendo di vendere copie del gioco e limitando l’accesso ai giocatori in Free Trial.

Immagini con un’aura minacciosa

Tales of loss and fire and  faith

L’attesa è stata però ripagata e, almeno per quanto mi riguarda, questa espansione ha superato ogni mia più rosea aspettativa. Nonostante già sapessi che la trama sarebbe stata scritta da Natsuko Ishikawa, che già aveva saputo dare il meglio di sé in alcuni dei contenuti più amati delle precedenti espansioni, tra cui la serie di raid dedicata alla Crystal Tower, le quest per il job del Dark Knight e la trama principale della terza espansione Shadowbringers, qualche preoccupazione c’era. Certo, la trama di Endwalker non è del tutto esente da difetti e a volte ci si perde un po’ in fetch quest, come purtroppo è pratica comune in FFXIV, anche se siamo lontani anni luce dai tempi di A Realm Reborn; tuttavia Ishikawa è riuscita, nonostante tutto, a costruire una narrazione intrigante ed emozionante, che riesce ad eguagliare e, in alcuni casi, persino a superare quella dell’amatissimo Shadowbringer. A dirla tutta, da Shadowbringer prende proprio quelli che a mio avviso erano i punti più forti, tra cui un grande focus sui personaggi vecchi e nuovi.

In determinate parti della trama potremo scorrazzare in giro insieme ad alcuni NPC, una feature che ho apprezzato moltissimo

Anche in questo caso, non tutti i membri del cast riescono ad avere lo stesso spazio: sicuramente Thancred e Y’shtola, che già avevano avuto i loro momenti di gloria, risultano meno sotto i riflettori. Sono maggiormente protagonisti i due nuovi arrivati nel gruppo dei Scion of The Seventh Dawn, G’raha Tia ed Estinien. Nonostante avessero già avuto un ruolo di spicco durante gli eventi delle espansioni precedenti, ora fanno ufficialmente parte del gruppo e possono per questo essere esplorati ancora più a fondo.
A rivestire grande importanza sono anche personaggi che sono al nostro fianco fin dall’inizio: senza dubbio, questo è il caso dei gemelli Alphinaud e Alisaie Levelleur, la cui crescita costante partita da A Realm Reborn è davvero impressionante. Alphinaud in particolare inizialmente non mi suscitava molta simpatia, ma pian piano, espansione dopo espansione, il suo personaggio è maturato a tal punto da farmi totalmente cambiare idea: ora lo proteggerei a costo della mia vita.
Un altro personaggio che, finalmente, riesce ad avere una buona introspezione è Urianger, protagonista di alcuni dei momenti più toccanti dell’intera espansione.
Parlare solamente dei Scion è sicuramente riduttivo: ci sono tanti altri personaggi vecchi e nuovi di cui sarebbe bellissimo poter parlare a fondo, ma che per motivi di spoiler eviterò di nominare ed approfondire.
Fortunatamente la narrazione riesce a bilanciare i momenti di grande pathos a momenti più spensierati e quotidiani, i quali riescono a far legare ancora di più il giocatore al gruppo che gli si è formato attorno. Sono consapevole del fatto che questi non siano altro che momenti di puro fanservice, ma sono davvero contenta che siano presenti.

Echoes in the distance

A proposito di fanservice, l’intera trama è costellata di citazioni a tanti vecchi Final Fantasy (sicuramente i richiami a IV e X sono quelli più vistosi) ma anche a tutte le espansioni precedenti e penso sia normale se pensiamo che, da quanto sapevamo già da prima dell’uscita, Endwalker è la conclusione della trama iniziata nel 2013. Citazioni, ovviamente, ad eventi e personaggi della trama principale, ma anche a quest “secondarie” legate ai raid o ai job. È, insomma, un titolo che acquista ancora più valore se ci si prende il giusto tempo per gustare tutto ciò che viene prima, senza la fretta di speedrunnare il gioco base e tre espansioni per arrivare alla “parte bella”.
Certo, la strada per arrivarci è lunga e può apparire come un grosso ostacolo. Fortunatamente Final Fantasy XIV mette a disposizione una free trial che permette di giocare fino alla conclusione della prima espansione, Heavensward, senza limitazioni di tempo. Insomma, tutto il tempo necessario per capire se questo MMO possa fare al caso vostro. Inoltre quando iniziai, ormai quasi tre anni fa, un grosso incentivo per me è stato quello di giocare con amici, esplorare dungeon insieme o anche semplicemente passare un po’ di tempo in game con persone che già conoscessero il gioco. Quindi se volete iniziare e conoscete qualcuno che gioca, vi consiglio caldamente di creare il vostro personaggio nello stesso data center e giocare insieme. Sarà tutto di guadagnato.

Cose sceme da fare con un gruppo di amici parte 184: fare screenshot in posa a caso

Gli ambienti aggiunti con la nuova espansione sono uno più bello dell’altro e molto diversificati tra loro. L’hub principale, la città di Sharlayan, è sicuramente tra le città più suggestive dell’intero MMO con la sua immensa libreria e un’architettura fortemente ispirata a quella dell’antica Grecia. Molto suggestiva è anche la coloratissima regione del Thavnair, che prende molti elementi dall’India. E questi sono solo la punta dell’iceberg! Mettere piede per la prima volta in alcune delle nuove zone lascia davvero a bocca aperta.

Passare un’ora intera a fare screenshots appena arrivata a Mare Lamentorum: fatto

Fearless hearts ablaze

Per non parlare delle parti di gameplay: Endwalker eredita, ancora una volta, da Shadowbringers il level design dei dungeon, suggestivi e con boss impegnativi pieni di meccaniche diverse. Come per Shadowbringers è possibile intraprendere i dungeon di storia con la meccanica del “Trust”. Il Trust permette di affrontare i dungeon, un tipo di contenuto per cui generalmente si gioca insieme ad altri tre giocatori, insieme agli NPC della trama principale comandati dall’IA. Fino ad ora i dungeon che è possibile esplorare con questa opzione sono solo quelli delle ultime due espansioni, ma presto questa feature arriverà anche sui dungeon più vecchi; in base a quando stiate leggendo questo diario, questa modifica potrebbe essere già arrivata. Nel mio caso, rispetto a Shadowbringers ho fatto molto più uso di questa meccanica, preferendo affrontare i nuovi dungeon sempre prima con i personaggi di trama e solo successivamente con altre persone. Questo mi ha permesso sia di prendere dimestichezza e imparare a conoscere i boss, sia di sentire cosa i Scions hanno da dire durante l’esplorazione, soprattutto perché nessuno dei nuovi dungeon risulta essere un mero filler. Quest’ultima cosa può essere detta anche delle trial, battaglie contro grossi boss da affrontare in un party da 8 giocatori, delle quali infatti non vi anticipo nulla perché sono a grandissimo rischio spoiler.
Per chiudere la parentesi “duty”, vorrei fare anche un accenno a quelli in singolo presenti durante la trama principale, tra i più adrenalinici mai visti fino ad ora.

Cose sceme da fare con un gruppo di amici parte 254: andare a fare i dungeon in 4 DPS ranged, senza tank o healer

Mi piacerebbe potervi parlare a fondo anche dei due nuovi job introdotti con questa espansione, il Sage e il Reaper, disponibili per tutti i giocatori che abbiano raggiunto almeno il livello 70 con un altro job, ma… semplicemente non li ho ancora provati, preferendo rimanere nella comfort zone di job che già conoscevo. Quello che vi posso dire è che sono stati molto apprezzati dalla community e, in particolare il Reaper, è diventato uno dei job più richiesti per i contenuti endgame. Da main Dragoon sono un po’ invidiosa.

In compenso ha provato il Reaper la nostra Viv, già grande fan del falcetto del Botanist

Anche per quanto riguarda le quest secondarie non ho ancora avuto modo di approfondire più di tanto personalmente, ma da quello che ho notato aiutano a contestualizzare in modo molto carino le nuove ambientazioni.
Purtroppo ho trovato le Role Quest abbastanza sottotono rispetto a quelle bellissime della precedente espansione, con l’eccezione di quella legata ai DPS Caster (Black Mage, Summoner e Red Mage) ambientata ad Ishgard. Un vero peccato. “Fortunatamente” non è più necessario averle completate per concludere la trama principale del gioco o ottenere l’armatura Artifact del proprio job preferito: ora portare a termine la Role Quest darà, semplicemente, possibilità di poterla colorare.

Songs of hope

Credo sia inutile dire che, ancora una volta, la colonna sonora composta da Masayoshi Soken accompagna ed esalta splendidamente tanti momenti della trama, non solo perché Soken è un compositore veramente talentuoso, in grado di spaziare tra una larghissima varietà di generi diversi, ma anche per il modo in cui sono inseriti alcuni brani. Più di una volta un leitmotiv sentito già diverse volte durante l’avventura (anche dalle precedenti espansioni) torna in pompa magna in un arrangiamento totalmente diverso, suscitando tutt’altro tipo di emozioni rispetto alla prima volta.

…And we forge ahead

As we ride again to another end

Endwalker, a differenza delle precedenti espansioni conclude la sua trama senza la necessità delle classiche patch e, nonostante io sia davvero curiosa di sapere dove ci porterà il team di Yoshida a partire dalla prossima patch in uscita il 12 aprile, sono anche dubbiosa. Endwalker raggiunge vette mai viste nel gioco e mi chiedo come la storia possa continuare senza che le prossime espansioni vengano bollate come “bella, però Endwalker puntava molto più in alto”.
Ma come ci insegna il Warrior of Light, nonostante le incertezze, dobbiamo essere fiduciosi e andare avanti, sempre.

Conclusione

Con l’ultima espansione, Endwalker, Final Fantasy XIV si riconferma come un Final Fantasy da non perdere, a patto che siate disposti a dedicargli tempo. Una trama intensa e ricca di richiami alla serie, personaggi ben scritti, una gran quantità di nuovi contenuti, una colonna sonora ricca di tracce da ascoltare ancora e ancora e tanto altro sono gli ingredienti per un’espansione che vi rimarrà nel cuore.

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