Golden Sun – L’era perduta
Piattaforma: Gameboy Advance
Software House: Camelot software planning
Publisher: Nintendo
Lingua: italiano, inglese (testi)
Release: 19 Settembre 2003
Note: disponibile anche su virtual console per wii u
Una delle cose che mi ha sorpreso di più del primo Golden Sun è stata senza dubbio il finale. Al tempo non ero al corrente del fatto che il gioco fosse soltanto la prima parte di un racconto più lungo e credo che una volta arrivati alla fine dei titoli di coda sia impossibile non essere prevalsi da una sconfinata voglia di sapere come vada avanti la storia di Isaac e compagni. L’attesa fortunatamente non è durata molto — poco più di un anno e mezzo — e il 19 Settembre 2003 tutti i fan di Golden Sun erano pronti ad avventurarsi nel seguito, Golden Sun – L’era perduta.
Piccola nota: in questo diario saranno citati alcuni avvenimenti del primo Golden Sun, mentre non ci saranno spoiler di nessun tipo per quanto riguarda L’era perduta.
L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA
Uno dei punti di forza di questo sequel è senza dubbio la sequenza iniziale. Il gioco riprende esattamente dal luogo dove si svolge battaglia finale del primo capitolo, Il Faro di Venere, che dopo essere stato acceso si è spaccato in due; potenti terremoti hanno devastato la regione del Gondowan, nel continente di Weyard. La prima cosa che salta subito all’occhio è che questa volta la storia viene raccontata da un punto di vista completamente diverso. Il protagonista de L’era perduta è Felix, il ragazzo sopravvissuto al crollo del macigno del Monte Aleph, tragedia che scosse il piccolo villagio di Vale tre anni prima. Tutta la storia del secondo capitolo è quindi incentrata sul gruppo di ragazzi che nel primo episodio erano descritti come dei villain.
Il faro di Venere si spacca e la giovane adepta di Giove Sara precipita in mare. Felix si lancia in soccorso della ragazza, ma entrambi vengono sopraffatti dalle forti correnti marine generate dalle scosse di terremoto. I due vengono trasportati a riva su un isolotto dove fortuna vuole siano giunti anche la sorella di Felix, Jenna, e il vecchio studioso Kraden. Dopo essersi ripresi, Felix e il suo gruppo decidono che, nonostante quanto sia appena accaduto al Faro di Venere, devono riprendere il loro viaggio e portare a termine il loro compito: accendere i rimanenti fari elementali.
Il cambio di protagonisti è senza dubbio la cosa più interessante de L’era perduta. Tutto quello che si viene a sapere nel primo capitolo sul mondo, sull’alchimia e la psinergia viene completamente stravolto e rivisto sotto un’altra luce. Questo porta il giocatore a porsi delle domande, in particolare a chiedersi quale dei due gruppi di ragazzi stia facendo la cosa giusta. Per tutta la durata del primo capitolo viene continuamente ribadito ad Isaac e compagni quanto sia importante per la salvezza del mondo impedire a Felix di riaccendere i quattro fari, mentre in questo seguito si affrontano mille pericoli pur di riattivare i quattro edifici elementali. Grazie a questo grande cambiamento di prospettiva, la storia de L’era perduta si mostra subito interessante ed intrattiene sin dal primo minuto di gioco grazie ad un ritmo incalzante e, soprattutto, riesce dare una risposta a tutte le questioni lasciate in sospeso nel primo Golden Sun. Tutti gli eventi inizialmente incomprensibili e privi di spiegazione vengono finalmente chiariti e collocati nel grande puzzle di quella che in fin dei conti possiamo definire un’unica grande storia. Il risultato è eccellente, con una trama che riesce a sorprendere grazie a dei colpi di scena a dir poco incredibili, soprattutto per quanto riguarda la parte finale del gioco.
ESSERE PRONTI A TUTTO
Ovviamente, quelli che vengono messi in risalto da questo cambio di facciata sono i personaggi del gioco. Come detto prima, questa volta i protagonisti hanno un obiettivo completamente diverso, ma già dalle prime ore di gioco si intravedono altre differenze dal gruppo di Isaac. In questo nuovo viaggio non seguiamo più ragazzi che stanno attraversando un periodo di formazione e crescita, ma ci ritroviamo nei panni di personaggi più maturi e determinati a svolgere il loro ruolo. Quello che affascina stavolta è quindi la grande determinazione mostrata da ogni singolo membro del party principale. Quello di riaccendere i quattro fari elementali è un compito che sono pronti a portare a termine, ma al tempo stesso non è certo una missione intrapresa a cuor leggero: sono tutti ben consapevoli che il raggiungimento del loro obiettivo avrà degli effetti sul continente di Weyard, ed è proprio quando ci si inizia a chiedere cosa li spinga a tanto che le personalità di ognuno di loro vengono messe in risalto. Oltre a comprendere l’importanza della loro missione per il bene del mondo intero, i personaggi sono spinti anche da motivazioni personali, legati ad eventi, sia passati che presenti, che in un modo o nell’altro hanno influenzato profondamente il loro modo di vedere le cose.
Lo sviluppo raggiunge il culmine quando Felix e i suoi amici si ritrovano a fronteggiare nuovamente il gruppo guidato da Isaac, che nel frattempo non ha smesso di dar loro la caccia. È proprio durante il loro confronto che si arriva a quella che è una delle mie scene preferite quando si parla di caratterizzazione e crescita. Le conoscenze di persone più adulte e consapevoli vengono messe a confronto con quelle di ragazzi inesperti che proseguono il loro viaggio avviato nel primo gioco, e il risultato sono due gruppi ai quali secondo me è impossibile non affezionarsi.
Ne L’era perduta non vengono certo messi da parte gli NPC, tra i quali vi sono molti volti noti già apparsi nel primo capitolo. Il mondo esplorato in questo seguito è decisamente più grande del piccolo continente che faceva da scenario a Golden Sun, e anche qui ci ritroveremo ad interagire con una moltitudine di personaggi secondari. Alcuni sono molto importanti e svolgono un ruolo di rilievo nella trama, mentre altri sono meno centrali, ma subiscono comunque dei cambiamenti man mano che si prosegue nella storia.
Quindi gli NPC, nella loro semplicità, riescono a dare l’idea di un mondo concreto, che subisce dei profondi cambiamenti man mano che si prosegue nell’avventura.
LA PSINERGIA E COME USARLA
Come già accennato nello scorso diario, inizialmente Golden Sun doveva essere un unico grande titolo, diviso poi in due parti dopo aver spostato il progetto dal Nintendo 64 al Game Boy Advance. Proprio per questo, a livello di gameplay L’era perduta non porta alcuna grande modifica alle meccaniche viste nel primo gioco. Gli incontri sono quindi sempre casuali, e i combattimenti si svolgono tramite turni che iniziano una volta che sono stati impartiti ordini ai singoli membri del party. Fanno la loro ricomparsa ovviamente anche i Djinn elementali, che permettono di potenziare i personaggi e far ottenere loro nuove Psinergie. I Djinn sono l’unica cosa che è stata leggermente ritoccata, in quanto ora abbinare Djinn e adepti di elementi opposti non porta più a drastiche riduzioni di statistiche, ma vengono invece ottenute Psinergie diverse da quelle che si possono ottenere salendo semplicemente di livello.
Il combat system non viene stravolto in nessun modo, e proprio per questo risulta comunque divertente ed entusiasmante come nel primo gioco.
Diverse novità si notano invece per quanto riguarda le Psinergie da utilizzare durante le fasi di esplorazione che servono anche per risolvere i vari puzzle situati nei dungeon. Ritornano ovviamente vecchie magie come Spostamento o Telepatia, e a queste ne vengono aggiunte di nuove, come Fune, che permette appunto di legare corde con cui arrampicarsi, o Martello, utile per frantumare pilastri che sbarrano il nostro cammino. Inoltre, sono state introdotte anche delle Psinergie uniche per ogni personaggio del party, magie speciali collegate all’elemento di appartenenza dei singoli adepti e che si ottengono semplicemente proseguendo nella trama. Una volta ottenute, queste si riveleranno utilissime sia per proseguire nella storia, sia per poter finalmente superare un vicolo cieco incontrato in vecchie aree visitate in precedenza, in modo da scoprire dungeon secondari o dare il via ad una sidequest.
UN DEGNO SUCCESSORE
Dal punto di vista tecnico, L’era perduta si mostra all’altezza del suo predecessore. Lo stile chibi per le fasi d’esplorazione ritorna anche in questo seguito, e fa nuovamente affidamento sulla sua vastissima gamma di colori per realizzare al meglio tutte le aree di gioco . Ci sono molte più zone esplorabili rispetto a Golden Sun, anche qui tutte realizzate nei minimi dettagli e sempre contraddistinte da un colore dominante.
Lo stesso discorso va applicato alla colonna sonora del gioco. Il tema delle battaglie, conosciuto come il Tema di Felix, e il Tema del Faro di Marte sono senza dubbio tra i più iconici del titolo, e sono stati infatti remixati più volte utilizzando diversi generi musicali, tra cui per esempio il Rock.
Per il resto dei brani, si nota come anche questi siano più variegati rispetto a quelli del predecessore, con ogni singolo pezzo che si adatta perfettamente all’atmosfera e allo stile della città o villaggio che si sta visitando.
Conclusione
Se il primo Golden Sun vi aveva appassionato e siete curiosi di scoprire come si chiudono tutte le vicende narrate nel primo capitolo, giocate subito L’era perduta. Posso assicurarvi che non rimarrete affatto delusi.