Harvestella ~ Il seme dell’umanità

Harvestella ~ Il seme dell’umanità

HARVESTELLA

Piattaforma: Nintendo Switch, PC
Software House: LIVE WIRE, SQUARE ENIX
Publisher: SQUARE ENIX
Lingua: inglese, francese, tedesco, spagnolo (testi), Inglese e giapponese (audio)
Release: 4 NOVEMBRE 2022
Note: GIOCATO SU PC TRAMITE STEAM
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Annunciato nel corso del Nintendo Direct Mini del 28 giugno 2022, Harvestella è il nuovo ibrido JRPG e Farming Simulator sviluppato da Live Wire e Square Enix.

In un periodo dove videogiochi di questo genere stanno spopolando — ne è un esempio il Nintendo Direct tenutosi a settembre 2022 — Square Enix prova a buttarsi in questa nicchia con un nuovissimo titolo sviluppato con il supporto di Live Wire, compagnia che qualcuno potrebbe già conoscere per Ender Lilies: Quietus of the Knights.

In quanto fan di questo particolare genere videoludico, non potevo esimermi dal provare Harvestella. Mi aspettavo un titolo rilassante dove coltivare i campi, spettegolare con le signore del paese, instaurare amicizie, craftare utensili e combattere di qua e di là nemici per raccogliere ingredienti e oggetti particolari, ma ho avuto quello che ritengo il mio personale GOTY 2022 in un anno dove sono usciti “mostri sacri” come il remake di LIVE A LIVE e Xenoblade Chronicles 3.

Harvestella è un ibrido che per certi versi ricorda i Final Fantasy tradizionali sia per via della presenza dei quattro cristalli elementali, qui chiamati Seaslight, che regolano il mondo di gioco — una mappa esplorabile in stile diorama —, sia perché presenta un job system. Tuttavia, l’atmosfera che si respira proseguendo con la trama, tutt’altro che banale, rievoca più la malinconia di titoli come Nier Automata, tanto per rimanere in casa Square Enix.
Non è facile creare un buon minestrone ricco di ingredienti in cui si sentono distintamente i sapori dei singoli ortaggi, ma incredibilmente tutti gli elementi di Harvestella si sposano bene tra loro.

Direste mai di no ad un minestrone così appetitoso?
Quietus – La stagione della morte

Harvestella non è sicuramente un ibrido JRPG e Farming Simulator standard, ma conserva comunque alcune caratteristiche del genere, a partire dal protagonista senza memoria, che per qualche motivo, si risveglia in un villaggio bucolico. Il giocatore si risveglia così nel bel mezzo del Quietus, un fenomeno che sopraggiunge ad ogni cambio di stagione e che lascia dietro di sé una polvere mortale che fa appassire gli ortaggi e impedisce alle persone di uscire di casa.
Nei panni di un viaggiatore errante, il nostro personaggio sarà accolto nel tranquillo villaggio di Lethe, e gli verrà affidato un terreno agricolo da tempo incolto come modo per ripagare la fiducia riposta nei suoi confronti dagli abitanti che lo hanno accettato nella cittadina senza sapere nulla sulle sue origini.

Benvenuto, buon Cacciator— Ah no

Grazie alla sua vicinanza a tutti e quattro i Seaslight, il villaggio di Lethe prende tutto il meglio che ogni stagione ha da offrire. Ogni trenta giorni di gioco, infatti, le quattro stagioni si susseguono ciclicamente con un giorno di Quietus che fa da ponte tra un periodo e l’altro. Ciò contraddistingue Lethe da città come Nemea, dove i ciliegi sono sempre in fiore per via della vicinanza con il Seaslight della primavera, o la capitale di Argene, dove la neve perenne imbianca le strade e i tetti della città in quanto si trova nei pressi del Seaslight dell’inverno.

La posizione strategica del nostro villaggio si riflette anche sulla parte di gameplay agreste, poiché permette al giocatore di coltivare diversi tipi di ortaggi in base alla stagione in cui ci troviamo.

Durante il Quietus avremo la possibilità di esplorare un dungeon procedurale strutturato su più livelli accessibile da un pozzo. Al suo interno si trovano mostri da sconfiggere e tesori piuttosto rari.

Proprio il fenomeno Quietus e l’incontro con Aria, una scienziata che afferma di provenire dal futuro, portano il protagonista ad avventurarsi nel mondo di Harvestella per cercare un modo per riportare Aria nel suo luogo d’origine e indagare sulla misteriosa calamità che sta portando scompiglio nei quattro Seaslights elementali.

Tra gli esseri umani di Harvestella gira voce che il Quietus sia opera degli Omen, esseri senzienti vestiti d’armatura malvisti dalla popolazione. Sarà proprio l’imbattersi in un Omen chiamata Dianthus a portare il protagonista e Aria ad iniziare un viaggio del tutto inaspettato tra sirene, eccentriche fate, draghi, macchine senzienti, concetti religiosi e profondità dell’animo umano.

Quella di Harvestella è una storia intrigante, malinconica e ben fin sopra le aspettative per quello che mi aspettavo da un gioco del genere.

Lo decideremo tra 50 ore, grazie!
DUNGEON E BATTAGLIE TRA LE STELLE

Se pensate che in Harvestella gli elementi JRPG e quelli tipici di un farming simulator si equivalgono, questo non è un titolo che potrebbe fare per voi. La componente JRPG è infatti molto più presente rispetto a quella agreste, che risulta comunque un’importante parte di gameplay da non trascurare.
Gran parte della trama di Harvestella si svolge in dungeon labirintici con più piani, i quali sono contraddistinti da un interessante tasso di sfida e da enigmi che, seppur semplici, rendono divertente l’esplorazione.

Alcuni elementi ricordano la serie di ATLUS Etrian Odyssey: infatti, sono presenti i FEAR, meglio noti come FOE nella nota serie di dungeon crawler, ovvero mostri ad un livello molto più alto rispetto a quello degli altri nemici presenti nel dungeon; inoltre, come in Etrian Odyssey, anche in Harvestella l’interazione con l’ambiente dà vita a piccoli eventi nel corso dell’esplorazione.
Al termine di ogni dungeon vi attenderà un temibile boss che, proprio come nel “Critically Acclaimed MMORPG” Final Fantasy XIV, vi richiederà di memorizzare pattern e aree d’azione per risultare vittoriosi.

La maggior parte dei dungeon possono richiedere diversi giorni in gioco per il loro completamento: in Harvestella, infatti, è presente un ciclo giorno-notte e il tempo scorre indipendentemente da quello che stiamo facendo.
Quando cala la notte è fortemente consigliato tornare a casa e riposare in vista del giorno successivo, pena lo svenimento una volta passata la mezzanotte e il prosciugamento della stamina, un sistema a cui bisogna prestare molta attenzione.
Fortunatamente all’interno dei dungeon sono presenti punti di salvataggio dove fare ritorno e delle scorciatoie che si manifestano sotto forma di scalette da riparare con l’apposito kit, ponti da sistemare o muri da distruggere tramite l’ausilio di bombe.

I dungeon sono esteticamente gradevoli da ammirare, ma non si può dire lo stesso della mappa che potrebbe il più delle volte mandarci in confusione invece di schiarire le idee; soprattutto nelle prime fasi di gioco ho fatto fatica ad orientarmi ed è servita una buona dose di pazienza.

Nel gioco sono presenti dodici Job, contando anche quelli opzionali. All’interno dei dungeon è possibile equipaggiarne tre alla volta e ruotarli in base alle esigenze; è fondamentale prestare attenzione ai punti deboli dei nemici per avere la vittoria in pugno.
Ci sono Job più tradizionali come il Mago Nero (qui chiamato Mage), il Dragoon (Sky Lancer), e Job più particolari come il Wogenlide, un attaccante magico che sfrutta il potere delle canzoni e l’elemento acqua.

Gli scontri si svolgono in tempo reale ed ogni Job è caratterizzato da uno stile unico, ma a livello prettamente pratico il sistema di combattimento è quello di un semplice Action RPG che alterna attacchi base a tecniche speciali che si ricaricano col tempo. Colpire più e più volte i punti deboli del nemico lo manderà in Status ‘Break’ permettendo così di fargli ancora più danno in un certo lasso di tempo.

Sebbene il tempo passi, nulla vieta di proseguire un passo alla volta andando al vostro ritmo. Potete dedicare più giorni al completamento dei dungeon senza alcun pericolo, oppure decidere di coltivare gli ortaggi, pescare, portare a termine le sidequest caratterizzate da sottotrame inaspettatamente profonde (alcune tra le migliori mai viste in anni di RPG giocati) o migliorare i rapporti con gli altri personaggi giocabili svolgendo richieste particolari. Proprio la cura data ai personaggi e le sidequest rappresentano alcuni dei punti di forza di Harvestella.

Come in tanti altri videogiochi di questo genere, anche in Harvestella è presente un sistema di affetto per relazionarsi con gli altri personaggi giocabili, ma, a differenza di titoli come Stardew Valley o Rune Factory, dove la romance si pone come fine ultimo delle interazioni, in questo caso si tratta di eventi dove il personaggio in questione svela il suo background o parla al protagonista dei propri problemi. Solo una volta concluso il gioco avremo la possibilità di invitare uno di loro a vivere in casa con noi, ma starà ai nostri headcanon decidere se si tratta di una relazione romantica o platonica, perché nel gioco non è espresso apertamente di che tipo di legame si tratti.

Sono rimasta piacevolmente stupita dalle sidequest perché le risoluzioni non sono sempre positive come ci si potrebbe aspettare: talvolta, persino le premesse possono trarre in inganno. Nella maggior parte delle città visitabili, troveremo una serie di quest a catena che riguardano NPC differenti . A Lethe, ad esempio, sono spesso tirati in ballo tre piccoli amici d’infanzia con un dilemma che è tutto tranne che un gioco per bambini. Preparatevi ad una montagna russa di emozioni, se deciderete di imbarcarvi nelle sidequest del gioco: lacrime di tristezza o di felicità sono garantite.

Una fattoria tra le stelle

Nonostante la parte JRPG di Harvestella costituisca la fetta più grande del gioco, è fondamentale tenere a mente che la coltivazione degli ortaggi è il modo più remunerativo per guadagnare soldi e, di conseguenza, allargare il terreno coltivabile chiedendo l’aiuto del Renovator a Lethe, potenziare le armi dal fabbro del villaggio, cucinare deliziosi manicaretti con i prodotti dell’orto e molto altro.

La cucina, in particolar modo, si rivelerà un’ottima alleata per sconfiggere i problemi legati alla Stamina. Più il protagonista è sazio, più la barra della Stamina si ricaricherà col tempo. La Stamina è infatti fondamentale, poiché permette di svolgere le azioni principali del gioco come correre, innaffiare i campi, pescare, e persino combattere: è fondamentale tenere d’occhio la barra corrispondente per evitare situazioni spiacevoli.

Almeno inizialmente, il gameplay relativo alla parte agreste risulta piuttosto semplice perché viene semplicemente richiesto di zappare il terreno, seminare gli ortaggi ed innaffiare.
Proseguendo con la trama, avremo accesso a quattro fatine elementali (una per ogni Seaslight) che offriranno il loro prezioso aiuto nella fattoria se completeremo una serie di task come: coltivare un particolare tipo di ortaggio, craftare determinati oggetti o portare a termine un certo numero di quest. In questo modo saremo in grado di svolgere diverse attività agricole potenziate come innaffiare contemporaneamente più pezzi di terreno, raccogliere più colture nello stesso momento o coltivare prodotti di alta qualità.

Priorità

Ad un primo impatto, ho temuto che la parte dedicata alla coltivazione fosse fin troppo limitata, ma col progredire della storia avremo accesso a due particolari biomi in aggiunta al campo coltivato, quello acquatico per le coltivazioni di zucchero e quello della caverna dove coltivare spezie piccanti; è sicuramente una piccola chicca rispetto a quello che ci si aspetterebbe da un Farming Simulator più ricco, ma è ugualmente apprezzata.

È un peccato che il sistema di pesca, al contrario, rimanga immutato nel tempo. Completando una serie di task delle fatine sbloccheremo la possibilità di pescare pesci rari, ma la pesca resta di per sé piuttosto blanda sul piano delle meccaniche: è sufficiente lanciare la lenza nel punto indicato, attendere che il pesci abbocchi e pescarlo con il solo ausilio del tasto corrispondente.

STELLE, ARTE E MUSICA

Ho letto molte opinioni divisive su Harvestella: c’è chi lo critica perché la trama ingrana solamente dopo una decina di ore e non ha avuto la pazienza di continuare (fidatevi, vale tutto il tempo speso) e chi non lo reputa né carne né pesce perché il Battle System e il sistema di Farming rimangono piuttosto basilari. Su due aspetti, però, siamo tutti d’accordo: il lato artistico e quello sonoro.

Harvestella è forte di una direzione artistica ben riconoscibile grazie ai suoi colori vivaci che ben si sposano con l’idea di passare qualche ora del proprio tempo coltivando il proprio orticello in tutto relax.

Il comparto sonoro non è da meno perché, sebbene le tracce non siano tantissime, abbracciano una vasta gamma di effetti sonori che trasmettono in modo efficace le sensazioni di un determinato momento o luogo, spaziando da composizioni corali a musiche malinconiche come il tema del menu principale.

Mi è dispiaciuto che ad ogni cambio di stagione non sia corrisposto un determinato tema musicale all’interno della propria fattoria, perché è una delle caratteristiche tipiche dei Farming Simulator.

Il connubio tra Yoichi Kubo (direttore artistico), Yasushi Hasegawa (designer dei personaggi) e Go Shiina (compositore musicale) ha dato vita ad un gioco esteticamente superbo con delle tracce sonore che toccano le corde del cuore e sopperiscono al mancato doppiaggio completo, che sono convinta avrebbe dato maggiore spessore ai dialoghi; i personaggi principali non sono del tutto privi di parola; di tanto in tanto, li sentiremo pronunciare qualche piccola frase passando accanto a loro o durante le battaglie concitate.

Oltre le stelle più lontane

Harvestella è sicuramente un progetto che si spinge molto oltre il budget di uno sviluppatore così poco noto come Live Wire, e ciò è evidente in alcune limitazioni, come la mancanza di un doppiaggio e la scarna personalizzazione del protagonista. Su questo secondo punto, però, è importante citare il fatto che sia stato scelto di includere l’opzione di creare un protagonista di genere maschile, femminile o non binario; come afferma lo stesso producer Daisuke Taka si tratta di un piccolo sforzo, ma è ammirevole per la sua chiara volontà di includere tutti i giocatori. Raramente nei videogiochi c’è la possibilità di avere protagonisti non binari.

La mancanza di un budget significativo emerge  anche per quanto riguarda la  colonna sonora: seppur  le tracce siano splendide, la maggior parte di esse si ripete  più e più volte nel corso del gioco in base alle emozioni del momento; ad esempio, tutte le sidequest da toni allegri siano accompagnate dal medesimo tema musicale.

Per finire ci tengo a ribadire quanto Harvestella sia un videogioco a cui bisogna concedere  del tempo per mostrare  quella marcia in più, lo stesso tempo che un attento contadino impiega per far crescere al meglio i suoi ortaggi. 

Diversi articoli e recensioni sul web lo descrivono come un titolo  che non si spinge oltre il “compitino” di proporsi come l’ennesimo esempio  di un genere che ora è tanto di tendenza, ma la mia esperienza mi porta ad essere di tutt’altro avviso. Già dal capitolo 3 è evidente che il gioco nasconde più di quello che ci si potrebbe aspettare.

Se dopo la lettura di questo articolo vi verrà voglia di dargli una possibilità, vi consiglio di provare la demo disponibile unicamente su Nintendo eShop: tenete a mente, però, che la versione di prova gratuita si limita ad una piccolissima parte di quello che il gioco ha da offrire, specialmente in termini di trama. La demo si ferma, infatti, esattamente prima del capitolo 3, un punto in cui la  storia inizia a delinearsi; se la parte agresta dalla versione di prova può risultare modesta, è perché fa da complemento alla narrativa di gioco, uno dei punti di forza di Harvestella.

Conclusione

Ho comprato Harvestella pensando di trovarmi di fronte ad un rilassante ibrido RPG e Farming Simulator prodotto da Square Enix, ma ne sono uscita con il mio personale GOTY 2022; un gioco contraddistinto da un’ ’identità molto definita, grazie alla storia ambiziosa ricca di colpi di scena, ai personaggi carismatici, alle sidequest originali, allo stile ben riconoscibile, e al gameplay che, seppur semplice, riesce nell’intento di offrire un gran numero di ore di divertimento.
In un periodo ricco di videogiochi che uniscono questi due generi, Harvestella riesce a ritagliarsi uno spazio per merito della sua unicità. Credo che persino una software house come Monolith Soft rimarrebbe fulminata da una trama che si spinge oltre i confini planetari.

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