The World Ends with You -Final Remix- ~ Make a change with your own hands

The World Ends with You -Final Remix- ~ Make a change with your own hands

The World Ends With You -Final Remix-

Piattaforme: Nintendo Switch
Software House: Square Enix
Publisher: Nintendo
Lingua: italiano (testi), inglese (doppiaggio)
Release: 12 ottobre 2018
Note: uscito originariamente su Nintendo DS e successivamente su smartphone (versione Solo Remix)

 

Sono passati ormai undici anni da quando The World Ends With You (o Subarashiki Kono Sekai, ossia ‘È un mondo meraviglioso’, come è chiamato in Giappone) fece capolino per la prima volta nel panorama videoludico. Sviluppato dal team che aveva curato la saga di Kingdom Hearts, questa piccola gemma per Nintendo DS era riuscita a far parlare parecchio di sé. Per quanto mi riguarda, riuscii a recuperarlo solo qualche anno più tardi e ammetto che mi piacque abbastanza, ma non al punto di riuscire a rapirmi il cuore come invece, leggevo, avesse fatto con tante altre persone. Quando fu annunciato il suo ritorno su Nintendo Switch decisi che era il momento di dargli una nuova possibilità.

Se sono qui oggi a scrivere questo diario è proprio per questo motivo.

Wake up, leave your hesitations

The World Ends with You narra la storia di Neku Sakuraba, un adolescente apatico che si risveglia senza ricordi nell’incrocio principale di Shibuya, il famoso quartiere di Tokyo. Non gli ci vorrà molto per scoprire che nella Shibuya in cui si trova accadono cose fuori dall’ordinario. Per prima cosa, i passanti non possono vederlo, ma, al contrario, Neku è in grado di leggere i loro pensieri. Viene attaccato da mostriciattoli chiamati Rumori ed è costretto a far coppia con una ragazza di nome Shiki nel partecipare al Gioco dei Demoni: se i due giocatori non supereranno le prove che giorno dopo giorno per un’intera settimana verranno sottoposte loro dagli organizzatori, verranno entrambi cancellati.

Neku è un adolescente come tanti. È un ragazzo che non si vede rappresentato dalla società e quindi se ne distacca, che non è in grado di comprendere le persone e per questo non è interessato a forgiare rapporti con nessuno. Neku pensa di essere solo, di non aver bisogno di nessuno e l’unica cosa per cui prova una grande passione sono i graffiti del suo artista preferito. Credo che questa condizione di insicurezza e solitudine sia comune a molti adolescenti: io stessa mi sono sentita rappresentata da questo ragazzo e credo che tanti degli estimatori di The World Ends With You lo amino, tra le altre cose, anche per questo motivo. In moltissimi stiamo passando o abbiamo passato questa fase. Il viaggio di Neku è, infatti, un viaggio anche nostro: tutti i consigli che gli vengono dati e tutte le cose che impara da sé sono lezioni anche per noi e possono aiutarci concretamente o spronarci a migliorarci come persone.

How long does it takes to do it all over again?

Durante la prima volta che giocai su Nintendo DS questo titolo avevo considerato la storia e il setting gradevoli ma un po’ confusionari: tante cose non mi erano chiare, ma, forse nella fretta di voler iniziare qualche nuovo gioco, non andai mai a scavare nei retroscena e non venni mai a conoscenza dei Report. Questo, almeno, fino a quando non ho avuto modo, con questa versione, di giocarlo una seconda volta. I Report sono una sorta di diario riguardante gli eventi e il mondo del gioco, sbloccabili solo dopo averlo completato la prima volta, portando a termine determinate azioni che possono essere compiute rigiocando determinate fasi. Poterli leggere è stata quasi una rivelazione per me, tanto da farmi rivalutare completamente l’ambientazione. Credo che quello di The World Ends with You sia uno dei setting concettualmente più interessanti, creativi e pieni di possibilità che abbia visto da molto tempo a questa parte e riesco a capire per quale motivo i fan più accaniti ne chiedano un seguito da così tanto tempo.

Un breve seguito siamo riusciti ad ottenerlo grazie a questa edizione, che permette di sbloccare un nuovo scenario che vi terrà impegnati per un discreto numero di ore. C’è, tuttavia, un grosso problema: sebbene questo scenario ci regali altre avventure a Shibuya con Neku e compagni, queste avventure non sono concluse. Lo scenario si interrompe con un enorme cliff hanger, una storia incompleta e tante domande che lasciano veramente l’amaro in bocca, anche perché, purtroppo, un secondo capitolo non è ancora stato annunciato.

Oh beautiful world, shining and free, it’s all for me

Giocare a The World Ends With You oggi è un po’ come fare un tuffo di dieci anni nel passato e, incredibilmente, nonostante stia parlando di un gioco uscito originariamente nel 2007 su console portatili, il mio commento non è riferito al comparto tecnico. Il gioco, infatti, si presenta davvero bene anche oggi, grazie a un comparto artistico davvero ispirato e unico. A opera di Tetsuya Nomura (che sicuramente conoscerete per i suoi lavori nella saga di Kingdom Hearts e diversi Final Fantasy), i personaggi e ogni angolo di Shibuya, con i loro bordi spessi e spigolosi, sprizzano personalità da tutti i pori e tutte le animazioni sono congegnate in modo tale da dare l’impressione di star giocando all’interno di un fumetto. Questa tecnica che utilizza sfondi e modelli dei personaggi in due dimensioni che permette di far emergere e rafforzare lo stile unico che il character designer non è certo una novità e non lo era nemmeno nel 2007: basti pensare, anche solo nel campo degli RPG, ai vari titoli di Vanillaware. Penso, però, che tutti i titoli che la utilizzano abbiano il grande pregio di non risultare mai davvero “invecchiati” esteticamente. È possibile che invecchino nelle meccaniche, certamente, ma l’impatto visivo risulta ottimo oggi come dieci anni fa. Mi piacerebbe vedere ancora molti altri RPG che utilizzano questa tecnica in futuro.

Collect and select, show me your best set

Ciò che intendevo quando dicevo che giocare a The World Ends With You è come tornare indietro di dieci anni riguarda piuttosto l’atmosfera. Cellulari a conchiglia, spillette, graffiti, musica che spazia tra l’elettronico, l’hip hop e il rock… Magari non tutte queste cose sono sparite (tranne i cellulari a conchiglia, quelli proprio non si trovano più in giro), ma le trovo molto meno presenti al giorno d’oggi che non nel primo decennio del 2000. O magari sono semplicemente io che sono cresciuta e non ho più l’età che avevano i protagonisti del gioco, tutto può essere.

Benvenuta nel 2018, Shiki!

Questi elementi e il quartiere di Shibuya, oltre ad essere l’ambientazione dell’intera vicenda, sono parti essenziali del gameplay. Gli equipaggiamenti non sono altro che capi alla moda e le armi sono spillette in grado di scatenare le reazioni più diversificate. Il tutto controllato da un sistema di popolarità: ogni abbigliamento e pin (o almeno la maggior parte di questi) ha un brand e ogni area della città una personale classifica dei brand più in voga. Più in alto nella classifica si posizionano i brand che utilizziamo, maggiori sono i benefit che ne riceviamo. Vale anche il contrario però: non solo nelle nostre battaglie siamo influenzati delle mode, ma a nostra volta, mettendo in mostra determinati brand, saremo in grado di influenzare le classifiche. In pratica, più ci impegnamo a promuovere un brand, più il brand diventa figo, più siamo fighi, più siamo forti.

Life is Tatakai, never lose your might

Il battle system è forse ciò che è cambiato di più tra questa versione e quella originale. Su Nintendo DS il gioco faceva uso del doppio schermo della console per dividere Neku e il suo partner e farli combattere entrambi. Sullo schermo inferiore si controllavano Neku e i suoi pin: con lo stilo si poteva indicare al protagonista dove muoversi e attivare le varie spille con un’azione che poteva variare tra il picchiettare, il tracciare una riga, disegnare cerchi e così via. Sullo schermo superiore con la croce direzionale e il resto dei bottoni si faceva invece agire il partner. Già con il primo porting su smartphone e tablet, questo sistema non funzionava più: si optò dunque per portare tutto su un unico schermo con una relativa semplificazione del gameplay. L’alleato viene controllato a sua volta attraverso il touchscreen, allo stesso modo con cui vengono utilizzate le spille.

Mai voluto provare l’ebrezza di fulminare una rana con una spilletta?

E quest’ultima è la soluzione che troviamo nella versione Switch, o almeno in parte. Giocando in modalità portatile, infatti, la console si comporta come un normale tablet, ma in modalità docked utilizzare il touch non è chiaramente più possibile. Vengono dunque in aiuto i joycon, che agiscono, fondamentalmente, da puntatore. Siccome di puntatore ne basta uno, gli sviluppatori hanno pensato di implementare per questa versione anche una modalità co-op: un giocatore controlla Neku, l’altro controlla il compagno con il secondo joycon. E tranquilli, nulla vi vieta di controllare entrambi i personaggi giocando in co-op da soli per rivivere un po’ del buon vecchio caos che caratterizzava le battaglie su Nintendo DS. Non si può dire, però, che io sia una grande estimatrice della modalità docked: dopo averci giocato per un po’ durante le fasi iniziali e aver trovato i comandi troppo scomodi e imprecisi per i miei gusti, ho deciso di godermi il resto dell’avventura utilizzando il touchscreen.

Can you hear the calling?

Per descrivere al meglio l’immagine tipica di un adolescente dei primi anni duemila (anche se a dire il vero penso valga lo stesso per gli adolescenti di ogni epoca) la musica è un elemento importantissimo e negli uffici di Square Enix lo hanno capito molto bene. Perché potete non riuscire a empatizzare con i problemi di Neku, potreste non trovare divertente il gameplay, ma la colonna sonora… quella non riuscirete mai a togliervela dalla testa. Takeharu Ishimoto (Crisis Core: Final Fantasy VII, Dissidia, Final Fantasy Type-0…) nel 2007 era riuscito a creare un mix unico di generi che riusciva a caratterizzare in modo davvero impeccabile l’intera esperienza di gioco e la colonna sonora della versione Switch risulta oltremodo arricchita da un grande numero di tracce, tra remix e canzoni del tutto nuove.

Il legame di The World Ends With You con la musica è talmente forte da non fermarsi semplicemente alla soundtrack. Gran parte della terminologia del gioco è tratta dal mondo della musica, a partire dai nomi/soprannomi di alcuni personaggi, ai tipi di Rumori e ai ruoli di alcuni personaggi all’interno della Shibuya Underground. Difficilmente sono riuscita a trovare un gioco che renda così esplicito il tema della musica senza effettivamente parlarne mai esplicitamente.

Vi piacciono i giochi di parole matematici? Sho Minamimoto è il personaggio che fa per voi!

Conclusione

The World Ends With You è un titolo che, per un motivo o per l’altro, consiglierei a chiunque. La colonna sonora spettacolare, il meraviglioso viaggio introspettivo del protagonista e un sistema di combattimento del tutto insolito sono solo alcuni dei motivi per cui provarlo e sono certa che chiunque possa trovarci qualcosa da amare. La versione Final Remix risulta, contenutisticamente, la più ricca uscita fino ad oggi e, personalmente, quella che vi consiglio maggiormente.

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